Creato da Disperson il 01/05/2012

Fuori Fuoco

Pensieri, rilfessioni e cazzeggio

 

 

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Anoressia

Post n°38 pubblicato il 23 Luglio 2012 da Disperson

Una mia cara amica soffre di anoressia, purtroppo abbiamo perso i contatti e non so nemmeno perchè, non ha più risposto ai messaggi, avrei dovuto insistere e cercarla con più insistenza, un mio solito pasticcio combinato ad una sua durezza e intransigenza che ci ha compromesso l'amicizia, mi dispiace molto che sia finita così, avrei voluto diversamente ma sono stato ampiamente rimpiazzato, eppure c'ero sempre quando aveva bisogno e si sentiva sola, potrei esser tacciato ora d'aabandono, ma non è comunque sola ne ha di amici; il suo caso di anoressia le era stato diagnosticato da una dottoressa dopo che era diventato evidente non solo a lei ma anche ai familiari, fortunatamente non era ancora a livelli gravi ma dato che non si scherzava la situazione era allarmante, non so cosa l'ha scatenata di preciso, so delle cose, che non scriverò qui perchè so che ci teneva alla sua riservatezza e la rispetto anche adesso; è il lato psicologico a fare i danni maggiori, un tarlo che ti consuma a poco a poco, serve sostegno, vicinanza, comprensione e di instillare la voglia di lottare, di credere e di riuscire a vincere questa malattia, avevo la sua fiducia e lei la mia, conquistata con una bella e sincera amicizia, parlavamo di tutto e ci trovavamo molto bene, qualche piccola discussione se avveniva si risolveva sempre bene, ma purtroppo con l'anoressia pur dandomi ragione su tanti fatti concreti, su quello che era, sulla sua vita, sui rischi, su ciò che le occorreva credere e aggrapparsi non era per niente facile convincerla di queste verità, perchè non m'inventavo niente, ero realista e allo stesso tempo cercavo di essere un sostegno il più valido e presente possibile, ma bastava poco per vanificare progressi conquistati con fatica, mi dispiaceva molto sentirla in sofferenza per questo e la sua mania alla conta delle calorie, al vomito indotto per non assorbirne (di necessarie), mi sento corresponsabile pur non avendo avuto colpe dirette o indirette su questa sua malattia, mi sento in colpa per non aver fatto abbastanza, l'unica cosa che mi rincuora è sapere che non è sola; vorrei tanto risentirla e sistemare ciò che ho sbagliato, ma ho fatto passare troppo tempo, pensando che si sarebbe fatta sentire lei rispondendomi, ho sbagliato,ma lei non mi ha più cercato, non so esattamente se le stava bene così ma facendo qualcosa ora non soppoerterei di sentire il suo odio nei mie confronti (non è il momento adatto per ricevere odio visto che ci volevamo bene da amici), mi farebbe soffrire, perchè l'ho delusa (ma perchè non si è fatta più sentire?) e soffrirebbe pure lei nel rivangare un amicizia finita che forse vuole dimenticare (che brutta la parola “dimenticare”...).


Mi volevo ricollegare all'argomento con un fatto di qualche settimana fa, era da tanto che volevo scriverlo ma rimandavo sempre l'argomento, devo affrontarlo e pubblicare il mio pensiero; mi ha colpito moltissimo questa notizia: una ragazza inglese la cui iniziale è E. di 32 anni anoressica ad uno stato grave ed a rischio di vita ha chiesto di essere lasciata morire, non ha più voglia di vivere e dopo anni di malattia è stufa di lottare; perchè nella vita ha affrontato esperienze durissime e provanti come abusi sessuali da 4 a 11 anni all'insaputa dei genitori, questo terribile episodio è stato quello cardine in cui poi è caduta nella bulimia, nell' vizio dell'alcol, però questa creatura lottava e studiava per crearsi un futuro finalmente migliore e felice, è arrivata all'università per diventare medico (bello aiutare il prossimo ha un cuore d'oro la ragazza dopo il male che ha subito...), ha trovato l'amore e la vita sembrava finalmente sorriderle ma dannazione, purtoppo è stata lasciata e la delusione l'ha fatta di nuovo precipitare in un tunnel tremendo (con l'anoressia si è perennemente in un euilibrio precario) facendole perdere del tutto la voglia di vivere, si sente perduta ed inadeguata, si è così lasciata andare,fino a desiderar di morire, di smettere di soffrire (non sai quanto ti capisca, quello che provi, tenera ragazza E.) a nulla son serviti 5 anni di cure in centri specalistici, ha passato circa la metà della sua vita in questi posti e ora avrebbe deciso di morire; ma un giudice per la prima volta ha disposto le cure obbligatorie, è da un anno che non ingerisce cibi solidi, è ad un passo dalla morte, consapevolmente e nelle sue piene facoltà E. chiedeva di essere lasciata morire in pace (pace è ciò che cerchi E. è ciò che devi avere, ma forse potrebbe andare diversamente), il giudice dichiara “va nutrita a forza, un giorno questa donna potrebbe scoprire di essere una persona speciale, la cui vita vale la pena di esser vissuta”.

Il mio parere che conta poco è che vorrei tantissimo esserle accanto, poterle parlare, essere di sostegno, per quello che conta, non vorrei davvero che finisse così, vorrei che ci credesse nella sua vita, nel resistere per vincere sui mali che la tormentano, circondata dalle persone che le vogliono tanto bene; la cosa tremenda oltre al fatto che l'alimentazione forzata in queste condizioni estreme sarà dolorosa per lei è che ha il 20% di possibilità di sopravvivere con queste cure, è tremendo, così crudele e ingiusto che è straziante la sua storia, la penso spesso e mi chiedo come stia, se qualcosa è cambiato, se un piccolo passo avanti l'abbia fatto, sarebbe bello, ma non per il senso di sollievo di chi la pensa o per un finto buonismo di molte altre persone, ma per sè stessa, per la sua vita, per i suoi sogni, i suoi progetti, la sua famiglia, gli amici e un futuro Amore.

Spero di poterti incontrare un giorno E., qualsiasi sia il posto e qualsiasi cosa questo voglia significare, per parlarti e darti un abbraccio vero.

Comprendo molto il suo dolore, la morte è un qualcosa di inevitabile e un passaggio doloroso verso cosa ancora con certezza assoluta non sappiamo; provocarsela, suicidandosi è tremendo ma conoscendo il dolore profondo non nego di pensarci spesso anche io, ma sono ancora qua nonostante tutto a provarci; la morte è un tema cupo, profondo, volevo parlarne in qualche prossimo post, ma è dura, anche lasciarsi andare al proprio pensiero.

 

Un abbraccio E., per quello che conta ora, ma vorrei che ti arrivasse e ti nutrisse l'anima.

 

 

Questo video lo dedico alla mia amica che ho perso, ti piaceva tanto questa canzone...

 

 

 

 
 
 
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