Creato da Disperson il 01/05/2012

Fuori Fuoco

Pensieri, rilfessioni e cazzeggio

 

 

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Gli sfigati

Post n°53 pubblicato il 01 Settembre 2012 da Disperson

Non lo voglio usare come termine dispregiativo in questo caso ma solo come rafforzativo, impattante per definire una categoria che sta subendo umiliazioni, soprusi e violenze in alcuni casi fisiche (con morti) in altri di tipo psico-sociale in quanto si ritrovano perennemente schiacciati da chi hanno sopra, da chi decide per loro, che giocano a fare il bello e cattivo tempo e noi come spettatori ed in parte consumatori dei beni che producono questa larga fetta di persone: sono gli ultimi, quelli in fondo alla catena produttiva e quelli che vengono sacrificati per primi alla minima flessione economica, al minimo problema, sono solo numeri, tanti ma sempre e solo numeri; se guadagno 1000 con 100 operai ma altrove guadagno dai 1001 in su con 100 o meno operai, oppure meglio ancora in luoghi dove si possono tenere salari da fame e sfruttare senza ritegno la forza lavoro allora il guadagno cresce ancora un pò; il profitto ad ogni costo, sempre e comunque, l'unica vera legge che conta nella stragrande maggioranza dei consigli di amministrazione.

Chi sono gli "sfigati" di quest'ultimo periodo? Gli operai dell'ILVA, i minatori del carbone del Sulcis, gli operai dell'alluminio dell'ALCOA, i minatori sudafricani del platino e i siriani che non avendo petrolio e ricchezze da offrire in cambio della loro libertà dalla dittatura sono lasciati quasi del tutto a loro stessi con un enorme perdita di vite civili commesse fra i soliti orrori e stragi volute di una guerra fratricida.

L'ILVA di Taranto, la più grande acciaieria d'Europa va verso lo stop della produzione per la bonifica, bene dalla parte della salute, ma male, malissimo, un enorme danno per tutto il resto; la produzione era già al minimo, lasciare a casa 11.000 operai al sud significa fermare un economia di una città piccola e di avere ripercussioni nel lungo periodo ben più estese, la bonifica la si faccia a grandi passi mantenendo la produzione; ormai il danno è quasi irreparabile (il fondale marino) bisogna mettere in sicurezza i depositi all'aperto (per impedire la dispersione di molte tonnellate di polveri tossiche), mettere a norma le fornaci (erano state date tangenti per avere controlli sanitari compiacenti) e bonificare il territorio, il tutto a spese dell'ILVA che si è arricchita in tutti questi decenni, il tutto ovviamente a spese di tutti i dirigenti presenti e passati; tutti, nessuno escluso compresi i responsabili dei reparti.

Per i minatori del carbone sardi del Sulcis si è aperto uno spiraglio, doveva chiudere a fine anno ma per ora rimarrà aperta e si vedrà se riconvertire la miniera in deposito di anidride carbonica e/o produzione di carbone" pulito" (altro nome tecnico per addolcire un significato meno onorevole), il problema è rimandato nella tipica soluzione all'italiana, spostiamo più in là la data e poi si vedrà; ma per arrivare a questo i minatori hanno compiuto gesti estremi e minacciato di farne di gravissimi; ma bisogna sempre arrivare a questo livello per essere ascoltati, per fare audience? Avere più dramma, più dolore, più tragedia da gridare? Il problema è sempre lo stesso ma se si fossero comportati più pacatamente chi li avrebbe ascoltati, chi avrebbe dato loro spazio sui media? E' questo il sistema che deve funzionare? Perchè poi verrà anche banalizzato e anestetizzato dall'opinione pubblica e servirà sempre qualcosa di ancora più eclatante... è allucinanante il meccanismo che si mette in moto.

Per gli operai sardi dell'allumino dell'ALCOA importantissima multinazionale dell'alluminio vale la regola dei numeri di prima: si trasferisce la produzione dove rende un pò di più e si cancella un eccellenza europea insieme alle sorti di centinaia di famiglie di una regione da sempre ai margini per via della logistica onerosa; è scomodo produrre su un isola; ma questi dirigenti hanno comunque avuto contributi significativi per produrre lì e molte agevolazioni; ora visto si lamentano del costo dell'energia, ma l'ENEL sotto un certo limite non può arrivare, così tanti saluti e perderemo un altro settore strategico in favore di un altra nazione; vai via? Va bene, ma la fabbrica visto che hai avuto contributi enormi e agevolazioni resta, diventa di proprietà statale insieme ai suoi macchinari, faremo concorrenza all'ALCOA, io vedo sempre le soluzioni nel modo più semplice efficace ed equo; ma credo inapplicabile perchè sarebbe anticostituzionale, puoi rubare se lo fai in modo nascosto : ti prendi i benefici dei contributi e sfrutti il più possibile la situazione, i sottoposti ed il territorio; poi una volta fatto il danno e intascato il guadagno che ti è stato permesso chiudendo un occhio in favore di lavoratori occupati (che sono voti per il politico...) scappi e vai a costruire in un altra nazione che ti concede lo stesso o addirittura ancora più vantaggi; così il tuo concorrente diretto se vuole stare nel mercato deve a sua volta fare scelte simili (che gli fan comodo come scusa), è un meccanismo che stritola gli ultimi, gli operai. Chi si oppone anche se potente ma una volta tanto con interessi onesti viene eliminato, vedi uno dei migliori italiani del secolo scorso, una perona perbene, il fondatore dell'ENI Enrico Mattei ucciso perchè disturbava gli interessi della concorrenza agendo per il bene di tutti e non di pochi . Se invece si fa una scelta dura e anticostituzionale di sequestrare l'impianto da parte dello stato si agisce in modo troppo plateale e visibile quindi il meccanismo non funziona si diventa "cattivi" agli occhi esteri, ma qualcosa va fatto.

Sempre in Italia (ma non siamo certo gli unici) accade anche l'esatto contrario, ovviamente in ogni categoria ci sono le mele marce e quindi anche fra gli operai ce ne sono di lavativi, nullafacenti che danneggiano il lavoro, più sono inseriti in aziende grosse e più si sentono liberi di fare ciò che gli pare sentendosi come in un impiego statale che garantirà loro sempre il posto sia che lavorino o che non lavorino; l'azienda italiana più grossa è la Fiat e uno degli esempi era Pomigliano (ora in quel posto la musica è cambiata) prima della ristrutturazione dove guarda caso quando giocava il Napoli l'assenteismo per malattia toccava punte altissime, dove la qualità produttiva è sempre stata un pò approssimativa e tutta una serie di episodi vari dal ridicolo al sabotaggio...

I minatori sudafricani sono vittime dello sfruttamento con pochi diritti e vanto per le multinazionali che possono massimizzare i profitti, sono in questo caso i minatori del platino, chiedevano di triplicare il loro stipendio, ma parliamo di cifre che partono già molto basse, non so i numeri, ma so per certo che non meritavano di essere fucilati dopo una loro carica di bastoni e maceti, non erano certo armati di buone intenzioni ma quello che le telecamere dei giornalisti hanno ripreso è stata una mattanza senza nessun preavviso ed un uso spropositato di forza, le premesse non erano delle migliori visto che c'erano appena stati scontri con morti sia fra la polizia (due) che fra i minatori; ma nel sudafrica stà rinascendo il razzismo di stato visto che un tribunale ha giudicato colpevoli i minatori citando leggi razziste del sudafrica quando vigeva ancora l'apartheid. Il discorso di questi minatori si riallaccia sempre alle vicende che ho detto sopra, massimizzare i guadagni e sfruttare la manovalanza a qualunque costo, senza ritegno, senza rispetto, con meno diritti possibili. Diventiamo anche noi consumatori inconsapevoli di questi materiali che si usano nei più svariati campi, il platino è un metallo raro molto prezioso usato non solo nella gioielleria, ma anche nei catalizzatori delle auto e nell'elettronica.

I siriani sono un popolo per anni sotto un dittatore che ora non vogliono più e quest'ultimo piuttosto che mollare il potere ed i suoi privilegi ha deciso di sterminare chiunque non la pensi come lui, decine di migliaia di morti in un anno di guerra civile; l'ONU non può intervenire perchè ha contro i veti di paesi importanti a diritto di veto come la Russia e la Cina, aldilà di interessi economici e politici verso questo paese, io credo sia ovvio il motivo dei loro veti: se permettiamo ad ogni popolo che si ribella ai soprusi di rovesciare un governo presto popoli insofferenti come quello cinese e quello russo potrebbero decidere di fare altrettanto e di spazzarci via (classe politica attuale) dai nosti poteri, interessi e soldi.... non sia mai.... mettiamo il veto, una scusa la troviamo sempre... Secondo un inchiesta giornalistica Putin avrebbe accumulato oltre ai privilegi governativi (decine di elicotteri, aerei e ville per le sue attività) enormi capitali, si parla di miliardi di dollari, utili derivanti da partecipate in diverse attività, la principale è la vendita del petrolio russo che ricavano ancora a bassissimo prezzo venduto a prezzo di mercato con ingente surplus di guadagno, il tutto non direttamente a suo nome ma tramite il classico prestanome, un fedelissimo messo a capo dell'impresa... ecco perchè il potere è tanto comodo, altro che bene comune e promesse elettorali... La Siria ha è in una posizione geopolitica importante da confine fra varie civiltà ha qualche gasdotto che vi passa attraverso ma la sfortuna dei suoi abitanti è che non ha ricchezze nel sottosuolo, niente petrolio niente libertà... anche la libertà ha un costo per il mondo governativo occidentale e non, a parte aiuti finanziari occultati ai ribelli il resto è lasciato tutto ad una diplomazia che non è riuscita a risolvere la questione; chi ci smena di più? Sempre gli ultimi, i civili innocenti... gli sfigati appunto.

 
 
 
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