Piazza delle Erbe

La pasta è ormai fredda e serve un’altra bottiglia. Ma stasera va così, è successo l’inaspettato. Che, come sappiamo (Eraclito docet), se non te l’aspetti non troverai mai la verità. Per uno strano scherzo delle linee telefoniche è arrivata una chiamata di F. Quasi un anno dall’ultima telefonata e dall'ultimo incontro, otto mesi dall’ultima lettera e dall’ultima e-mail. Due secondi di imbarazzo, 20 minuti di risate a parlare del mio e del suo lavoro, di danza, di film che abbiamo visto solo noi, di conoscenze comuni, con la naturalezza di chi ha smesso di sentirsi ieri. Poi la telefonata è finita, con gli auguri di compleanno in ritardo (se ne ricordava) e di buone vacanze in anticipo (parto tra due settimane). E mille altre cose (nipoti nuovi miei e suoi, vino e sushi, gatti e bassotti, fidanzati e sturiellet) rimaste in sospeso. Non è serata da Pelaverga, qui ci va un whisky. Doppio. Nel frattempo, in testa, gira solo questa canzone...

P.S.: questo post doveva chiamarsi le intermittenze del cuore, ma le pippe di Proust (non bastonatemi, amici miei intellettuali, vi voglio bene) proprio non le reggo…

Sabato vado a un matrimonio. O meglio, vado a un aperitivo di matrimonio, quelle vie di mezzo fatte per colleghi e amici non troppo intimi che sono irritanti già nella forma. Ma vado, più che altro per fare un favore a una persona. E intanto ripenso a quando credevo davvero che, come nei film, ai matrimoni si andasse per (e si riuscisse ad) abbordare. E ripenso anche a quando abbordavo sempre, ovunque, se solo pensavo ne valesse la pena. Erano quasi sempre brevi abbordaggi a salve, una specie di allenamento, in una sorta di tacito accordo con la donna in questione perché, come dice il poeta, le donne lo sanno, e lo sanno sempre, quando scherzi, quando fai sul serio, fin dove vuoi arrivare e con chi. Ironico, lusingante quanto basta, mai molesto, mai sbilanciato, mai esagerato, ero obiettivamente bravino. Poi un giorno ho smesso, o meglio ho cominciato a essere molto più selettivo, anche solo nel mio sorridere a salve. Mai capito bene perché.

Cinque giorni di lavoro matto e disperatissimo fuori dal mondo, esci di casa alle otto del mattino e torni all’una o alle due di notte, dipende da quanto lavoro, quanto alcool o quanti colleghi con la tua stessa voglia di non andare a dormire tu abbia, poi torni a casa e scopri che il mondo non ti ha aspettato. Che un pensionato è stato beccato con un pacco di pasta sotto al cappotto ed è stato subissato di pelosa carità tutta italiana, che Mike Bongiorno ha osato trascurare uno degli amori della mia vita (che volete fare, a me piacciono o tanto giovani o tanto tardone…), che Bush mena gramo a Fidel Castro (vogliamo scommettere fra chi tira le cuoia prima, se il Lider Máximo o Giorgino jr.?), che su internet si vendono santini con pezzi del vestito di Giovanni Paolo II a offerta libera per “finanziare la causa di beatificazione”. Sorrido delle ridicole reazioni a una battuta di Grillo su Ratzinger peraltro vecchia (ma d’altra parte chi ci si sciacqua la bocca non mette piede a teatro dai tempi delle recite scolastiche), guardo con ammirazione la nuova pubblicità di Oliviero Toscani che ti sbatte in faccia il problema dell’anoressia come solo un piccolo genio paraculo come lui sa fare. Ora torno a lavorare. Anzi no, meglio, vado a sbronzarmi.

Oggi mi sono trovato nella cassetta delle lettere
la busta di un’azienda a cui ho inviato un curriculum due settimane fa.
Era una pubblicità.

Andrew Meyer è un giovanottone americano di 21 anni con due piccoli difetti: non conosce il dono della concisione e non ama leccare il culo al prossimo, anche se il prossimo ha la faccia di uno smunto Nino Benvenuti, si chiama John Forbes Kerry ed è il senatore americano noto per essersi fatto fregare da Bush jr. alle scorse elezioni. Così, quando durante un dibattito con gli studenti, Meyer ha iniziato a snocciolare a Kerry un po’ di domande noiose tipo «Perché non ha chiesto l'impeachment di Bush?», «Ha mai fatto parte degli Skull & Bones?»... i poliziotti presenti, al terzo sbadiglio, hanno pensato bene di strappargli il microfono; in seguito alla sua reazione rabbiosa e stupefatta, l'han buttato per terra e gli hanno scaricato addosso una bella botta di Taser, quella simpatica pistola elettrica che serve a immobilizzare i criminali. Kerry, che avrebbe di sicuro voluto tanto rispondere, non c’è riuscito; il ragazzo è stato denunciato per resistenza a pubblico ufficiale e disturbo della quiete, i poliziotti sono serenamente tornati a piede libero.

Per me Mtv è Victoria (la amo, che vi devo dire), Pets, Scrubs, i cartoni senza tagli, Avere vent’anni (l’inchiesta non il film, maniaci!). Per il resto ho smesso di guardare i video 15 anni fa, non capisco il senso delle classifiche e non reggo né le lezioni di sesso né la defilippica truzzeria sottotitolata dei tizi che si fanno trasformare il catorcio in macchinazza e dei genitori che cercano nuove fidanzate per i loro figli. Detto questo, già che ero a Milano, un po’ trascinato un po’ curioso, ho buttato un occhio al Mtv Day. Che dire? Bravi nel mescolare medio-alto e molto basso, buoni e desgropà, Elio e Tiziano Ferro, la Consoli e Grignani. Bravi a radunare coppiette e scoppiati, famiglie e fattoni, ragazzini e prepensionati. Pessimi a presentare, col megaschermo puntato sul backstage tra un’esibizione e l’altra, in cui la banalità trionfava e la parola cazzo era ripetuta a mo’ di mantra prima di ogni domanda.
Alla fine, spenti i riflettori, smontati gli strumenti, tra porchettari e tiratardi, spazzini e vigili urbani, l’ultima canna e le corse verso i tram, quel che è rimasto era una piazza Duomo diversa. Un tappeto sterminato di lattine e di bottiglie, un milione di birrozze scolate e abbandonate, nessuna lanciata neanche al peggior saldo musicale di fine estate ma tutte potenziali, deleterie, armi improprie anche solo per i possessori di scarpe estive (va bene che mi sono sempre un po’ sentito l’uomo che cammina sui pezzi di vetro, ma insomma…). Così mi è venuta subito in mente Torino, 10 giorni prima, dove persino a sentire Beethoven si andava coi bicchieri di carta. Poi, a mezzanotte e mezza ho cercato inutilmente un metrò. E mentre aspettavo l’autobus sostitutivo, arrivato sì puntuale ma 50 minuti dopo, davanti a una palina su cui non era neanche annunciato, ho pensato alle corse notturne del sabato in tante città europee. Europee come Milano, o almeno così dicono.

Ma vi ricordate Remo Gasperi? Democristiano della corrente dorotea (qualcuno sa ancora cosa vuol dire?), più volte ministro, più volte sottosegretario. Al tramonto della Prima Repubblica aveva avuto la stessa felice idea del Mastellone: scorrazzare allegramente in elicottero a carico dello Stato. Tutti a dargli addosso e, persino, un memorabile tentativo di intervista da parte del postino Chiambretti, in cui l’onorevole proferì in perfetto accento chietino la storica frase Nunmerombalicojoni. Altri tempi. Oggi il Mastellone, pur se stracotto, ha capito la lezione e, come certi arraffatori d’alta finanza caduti in disgrazia, sceglie bene i suoi amici: Briatore, Moggi… Gente selezionata, parvenu un po' meno sputtanati del cavaliere nano, delinquenti piacioni magari un po’ mignottari, figuri dalle narici impolverate e dagli occhi iniettati di sperma... Insomma il genere che va di moda in questi mesi e che lo mette serenamente al riparo dagli strali di un'opinione pubblica peraltro lessa come un pollo ospedaliero. All'appello manca solo Corona, ma non dubitiamo che prima o poi il nostro ministro della Giustizia (perché questo fa o dovrebbe fare) se ne farà sedurre irrimediabilmente.

L'ennesima imbarazzante esibizione di una starlette già priva di ogni talento, oggi anche cilindrica, fatta e inutilmente smutandata, nonché l'interessantissima querelle sul testamento di Pavarotti (com'è noto, unico e perfettissimo cantante d'opera italiano, e chi non la pensa così peste lo colga, si aspetti la radiazione dal mondo politico, artistico e sociale nonché la crocifissione in sala mensa) hanno oscurato non solo la morte del povero, geniale Joe Zawinul (vedi foto), anima dei dimenticati Weather Report, ma soprattutto hanno fatto passare in secondo piano una buona notizia (che non è che, peraltro, solitamente abbondino): l'europarlamentare (sic!) della Lega Mario Borghezio è stato picchiato dalla polizia belga mentre partecipava a una manifestazione non autorizzata di movimenti di estrema destra. Dio esiste e ha il senso dell'umorismo; D'Alema esiste e, protestando vibratamente con Bruxelles, di sicuro se la ghignava.

P.S.: io Borghezio una volta a Torino l'ho incrociato. È stato un attimo, era sul suo pulmino da campagna elettorale, gli ho urlato "VERGOGNA!" e mi sono sentito subito un po' meglio. Confermo: non è l'effetto della tv, ha proprio una faccia di cazzo... senza offesa per il cazzo, ça va sans dire.

Al compleanno di M. sono tutti accoppiati, tutti tranne me ed E. che ci guardiamo con mezzo imbarazzo e mezza complicità. Al compleanno di M. sono tutti accoppiati (sposati, ad essere precisi, ma nessuno è perfetto) e hanno tutti dieci anni meno di me. Al compleanno di M. tutti hanno anche una casa che possono chiamare tale e un lavoro che a quanto pare li soddisfa. E tutti hanno meno di trent’anni. La prossima volta mando un biglietto d’auguri.