Creato da Piazza_delle_Erbe il 30/01/2007

Piazza delle Erbe

... visto dall'alto mi sembrava un paradiso in mezzo a quei sentieri, di tutto mi aspettavo tranne che una spiaggia di carabinieri...

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Messaggi di Gennaio 2008

l'amore ai tempi dello scazzo

No, nun se po’. L’ho visto L’amore ai tempi del colera, l’ho visto cercando di dimenticare il romanzo per non farmi influenzare. Bel romanzo, che non è un capolavoro ma si fonda su un’idea geniale. Ma d’altronde Mike Newell ha due-tre meriti (Ballando con uno sconosciuto, Quattro matrimoni e un funerale, il penultimo Harry Potter) e tanti crimini cinematografici sulle spalle. La sua visione è quella dell’inglese in vacanza nel paese esotico di turno. Bardem è totalmente fuori parte, la Mezzogiorno è bella e brava ma non basta. Come dice la Tornabuoni su La Stampa, «Quello che manca è l'emozione, la tensione: l'amore, appunto». Peggio di tutto però è il pubblico, gente di ogni età pronta ad arricciare il naso nell’ultima parte del film (peraltro l’unica che davvero funziona): due vecchi che, non solo si amano, ma fanno anche l’amore, non sono belli, non si possono né ammettere né vedere. Spero che ‘sta gentaglia muoia molto prima. Intollerante? Sì, e felice di esserlo.

 
 
 

tanto pe' parla'

Post n°191 pubblicato il 11 Gennaio 2008 da Piazza_delle_Erbe
 

Noto frequentatore delle strade della capitale, il papa interviene sul degrado di Roma. Celebre self-made man, il figlio di Montezemolo si vanta del fatto che, contrariamente a molti suoi coetanei, lui è andato a vivere da solo a 18 anni. Io sto meditando di scrivere un saggio di astrofisica: tanto, a quanto pare, in questo Paese la competenza non è richiesta.

 
 
 

scandalo un par de palle

Post n°190 pubblicato il 09 Gennaio 2008 da Piazza_delle_Erbe
 

Egregi – e secondo me anche un po’ egagri (Arabe docent) – critici cinematografici,
ieri sera sono andato a vedere Lussuria di Ang Lee. Da sempre scettico sulla possibilità che il sesso sul grande schermo possa essere eccitante (se si escludono certi porno) e per nulla impressionato dal pippaiolo battage pubblicitario, ero molto più attratto dalla storia in sé e dal fatto che il regista fosse uno che nella sua carriera non ha mai fatto due volte lo stesso film. Che dire? È un bel melodrammone e le due ore e mezza scorrono quasi senza intoppi: ecco, magari qualche sforbiciata qua e là, qualche partita di mahjong in meno, gli avrebbero giovato. Comunque, non vi scrivo certo per rubarvi il mestiere (e anche se fosse, chissenefrega), ma perché c’è qualcosa che non mi torna per quello che riguarda il fantomatico scandalo... Leggo infatti dalle vostre recensioni:
  • intrecci da contorsionisti (Maria Rosa Mancuso, Il Foglio)
  • incontri un po' sado-maso tra i due (Roberta Ronconi, Liberazione)
  • famelici, acrobatici amplessi tra gli amanti clandestini - filmati con trepidante realismo e almeno un flash hard (Valerio Caprara, Il Mattino)
  • tre estenuanti scene di sesso acrobatico che ricordano L'impero dei sensi di Nagisa Oshima (Tullio Kezich, Corriere della Sera)
  • sesso solitamente definito torrido, ricco di quella villania e violenza che dà l'idea della irrefrenabile passione (Natalia Aspesi, Repubblica)
Io tutte 'ste robe non le ho viste. Al limite, ho visto due che non conoscono solo la posizione del missionario e giusto un frame di un paio di palle penzolanti. O avete troppa fantasia, o non scopate abbastanza, o forse tutt’e due. Recensione per recensione, mi spiace solo essere perfettamente d’accordo con quella di Maurizio Cabona. E mi spiace solo perché lui scrive per quella ciofeca de Il Giornale.

Cordialmente,
Piazza delle Erbe

P.S.: Ma, a proposito di Ang Lee, se Lussuria e Brokeback Mountain hanno avuto tutti 'sti riconoscimenti, lo splendido Tempesta di ghiaccio cosa dovrebbe ricevere? Il premio per il miglior film americano-non americano degli ultimi vent’anni?

 
 
 

corsi e ricorsi

Post n°189 pubblicato il 08 Gennaio 2008 da Piazza_delle_Erbe

L’ennesimo treno di queste feste ti porta a una fantomatica “metà strada” dove incontrare P., il suo fidanzato e l’inutile ma bellissimo oggetto che hai voluto regalarti per Natale e che l’ineffabile coppia ti ha trovato a un prezzo stracciato. La città dove ti stai recando non è quella che aveva proposto P., ma non ce la fai a tornare lì in questo momento, e mentre lo pensi immagini che, nel migliore dei mondi possibili, oggi sareste in quattro, ci sarebbe anche lei, a pochi chilometri dalla sua città. Poi, a metà mattina, il treno ferma a Milano, guardi l’ora e d’improvviso realizzi che è lo stesso treno di quel giorno, quando i no global bloccarono i binari per un’ora e tu odiasti loro, odiasti i discorsi fascisti che qualcuno ti borbottava intorno, e odiasti l’orologio che correva, mentre il tuo unico pensiero era arrivare prima possibile da lei, lei che cercavi di tranquillizzare al telefono, lei con cui di lì a poco avresti trascorso un incredibile primo giorno, lei che vorresti anche ora lì con te.

 
 
 

angelo e adriano

Post n°188 pubblicato il 06 Gennaio 2008 da Piazza_delle_Erbe
 

C’era una volta un bambino col cappotto bianco e un testone pieno di boccoli. C’erano un mangiadischi di plastica rosso e un giradischi grigio azzurro già allora consumato agli spigoli. E c’erano tanti 45 giri che quel bambino ascoltava e mandava a memoria grazie al suo fratellone; dischi perlopiù finiti rigati, rotti, squagliati dal sole, ingoiati da un trasloco di troppo. Quei 45 giri si intitolavano Viola, Una storia come questa, Azzurro, Sotto le lenzuola, Canzone, Una carezza in un pugno, e poi, soprattutto, Storia d’amore: quel bambino non sapeva perché, ma avrebbe giurato che neanche da grande avrebbe dato a una donna che gli piaceva «uno schiaffo all’improvviso (…) rimandandola da te». Gli anni passarono, arrivarono i cinepanettoni, Joan Lui, i figli della foca, quei silenzi che ruppero il giocattolo del sabato sera, e poi ancora il lento e il rock, Tricarico e Gianni Bella: eppure, per il bambino di allora, Celentano è sempre quello delle stesse canzoni che ora albergano nel suo ipod, al sicuro dai graffi e dal troppo calore; Celentano è l’ottima spalla di Renato Pozzetto in Ecco noi per esempio, commedia surreale che racconta l’Italia degli anni Settanta molto meglio di certo cinema impegnato dell'epoca; e Celentano è il cantante di Si è spento il sole, che vent’anni dopo quel bambino si ritrovò a ballare sotto i portici di Bologna con L.: in quel momento lei si accorse che avrebbe potuto innamorarsi di lui, ma entrambi sapevano che era ormai troppo tardi.

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Da grande voglio mettere i dischi alla radio, autore sconosciuto, primi anni Settanta

 
 
 

del perché non faccio più propositi per il nuovo anno

Post n°187 pubblicato il 03 Gennaio 2008 da Piazza_delle_Erbe

Due anni fa, per capodanno, mi sono ripromesso di dire sempre la verità. Era in lista insieme a “dare il bianco in casa”, “mettersi a dieta”, “riprendere a disegnare”: ero dunque praticamente sicuro che anche questo bizzarro proposito sarebbe rimasto lettera morta. E invece no: per qualche strana ragione ho cominciato davvero a dire sempre la verità. Magari col sorriso sulle labbra, magari con lo sguardo basso, magari parlando d’altro, ma la facevo arrivare, sempre. A conti fatti, però, è stato quasi sempre un disastro. Tutti, forse me compreso, piuttosto fingono di non crederci, vogliono sentirsi dire un mucchio di bugie che non li imbarazzino, li facciano star bene, li sgravino dai problemi degli altri o dai propri sensi di colpa. Non sono mai stato un gran bugiardo neanche prima, ma chissà, con un po’ di allenamento, qualche cazzata al momento giusto, nel 2008, scapperà anche a me.

 
 
 

grazieaddò

Post n°186 pubblicato il 02 Gennaio 2008 da Piazza_delle_Erbe

Grazie a Dò sono sopravvissuto a un capodanno che altrimenti sarebbe stato più che drammatico.
Grazie a Dò per quasi tre giorni non ho avuto voglia di sprofondare, di annullarmi, di sparire.
Grazie a Dò ho dignitosamente finto persino con me stesso di non aspettare mai nessuna chiamata, nessun sms, nessun segnale.
Grazie a Dò ho scoperto che c’è qualcun altro che intende l’ospitalità come la intendo io, anche quando la persona che ospiti ti è praticamente sconosciuta.
Grazie a Dò sono tornato in una città che tutte le volte mi appare sempre diversa.
Grazie a Dò ho ricordato cosa vuol dire un clima di festa e una casa piena di amici.
Grazie a Dò ho una bocca per bere… e il mio bicchiere non è mai stato vuoto.
Grazie a Dò mi è tornata la voglia di stampare le mie foto.
Grazie a Dò ho imparato nuove cose sul teatro e… e adesso basta, sennò si monta la testa.
Grazie Dò, grazie davvero.

 
 
 

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