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Ci siamo allontanati dal ritmo della natura?

Post n°67 pubblicato il 20 Gennaio 2009 da pioggia_sottile0

sentiero

Un giorno di due anni fa, durante la pausa pranzo uscii quasi scappando da rumori e frastuoni di continui squilli di telefono, di sottofondi sonori di tastiere battute con rabbia e frenesia, di voci squillanti e falsamente piene di brio per conservare preziosi clienti, di molteplici voci sovrapposte dai contenuti e toni non sempre piacevoli perchè soggette a continue pressioni, di porte che si aprivano e chiudevano senza tregua.
Presi la macchina e dopo soli 5 minuti mi ritrovai al parco naturale. Questa era la fortuna di lavorare in un'azienda sperduta in mezzo ai boschi. Per me quel momento era diventato sacro, nessuno poteva togliermelo! Era come un nutrimento del quale avevo disperatamente bisogno. Respirai profondamente. Come un assetato ricerca l'acqua così il mio primario bisogno era l'aria e lì sapevo di trovarne più che in abbondanza. La natura era generosa e come una madre premurosa, sempre pronta a lenire le mie ferite.
Mi avviai lungo un piccolo sentiero. Come sottofondo era sempre presente il rumore dell'acqua del ruscello. Il cielo era limpido di un turchese luminoso con alcune nubi bianche che goiosamente facevano da contorno. In quella pace ed in quel momento ero l'unica persona presente. Questo fatto mi rincuorava tutte le volte, non mi sentivo affatto sola! Al contrario ero molto più sola nel freddo e caotico ufficio. Lì in mezzo alla natura era come se ci fosse uno scambio intimo, come se quelle forze si dedicassero solo a me. Con il pensiero diedi loro il mio saluto e chiesi il permesso di poter ricevere. Camminando potevo udire il rumore dei miei passi sul selciato sassoso e, sempre, il rumore dello scroscio dell'acqua. Nient'altro. Ritrovai ancora una volta me stessa.

Continuai a camminare e, sorpresa delle sorprese, udii in lontananza il belare di una percora. Pareva una voce umana. Il tono era basso e la sua durata fu breve. Come una bambina, il mio cuore sussultò di gioia : pensai che di sicuro le pecore erano nella vicina vallata! Erano le stesse che spesso mi capitava di vedere la mattina presto, quando mi recavo al lavoro. Piena di entusiasmo mi misi a cercarle con lo sguardo, accelerando il mio passo e guidata dai belati che man mano diventavano sempre più forti. Fu allora che mi ritrovai nel punto più vicino dal quale potevo osservarle. Erano solo delle piccole macchie bianche in mezzo al verde della collina. - Vi ho trovato! - pensai allegra. Le guardai sorridendo e un po' commossa. Erano tranquille, lontane dal mondo dell'uomo.
Ascoltai il loro linguaggio. C'era sempre la voce della iniziale pecora dal tono basso , forse quella più anziana, seguiva una pausa e poi ecco la voce dal tono più alto di un'altra pecora, poi altra pausa, altra voce più esile, altra pausa fino ad arrivare ai belati degli agnellini. Questi ultimi parevano voci di bimbi molto piccoli. Seguivano poi due o tre pause e poi ripartiva la voce iniziale della pecora dal tono basso. E così si ricominciava.
Mi resi conto che quello che stavo percependo era il loro "ritmo", il ritmo della natura.
Non potei fare a meno di fare un confronto con i nostri ritmi : al lavoro, a casa e nel tempo libero. Cavolo il loro ritmo era ben cinque volte più lento del nostro!

Ci siamo allontanati dal ritmo della natura, c'è chi non se ne rende neppure conto, c'è addirittura chi lo considera un vantaggio!
Ma NOI STESSi facciamo parte della natura, è assurdo ragionare come se ne fossimo separati : le nostre cellule sono fatte della stessa sostanza!
La nostra mente può ingannarci con facili scorciatoie, ma se ascoltassimo di più il nostro cuore  e le nostre sensazioni, al di là dei luoghi comuni e delle cose che ci impone questa società, potremmo riconoscere cosa è buono e giusto per noi.

 
 
 
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Un blog di: pioggia_sottile0
Data di creazione: 08/12/2007
 

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