La donna sana somiglia molto al lupo: robusta piena di energia, di grande forza vitale, capace di dare la vita, pronta a difendere il territorio, inventiva, leale, errante. Eppure la separazione dalla natura Selvaggia fa sì che la personalità della donna diventi povera, sottile,pallida, spettrale. Non siamo nate per essere cuccioli spelacchiati e incapaci di balzare in piedi, incapaci di cacciare, di generare, di creare una vita….La Donna Selvaggia è colei che tuona contro l’ingiustizia..E’ colei che lasciamo a casa perché la custodisca. E’ colei da cui andiamo a casa. E’ l’incubatrice di piccole idee grezze è la mente che ci pensa, noi siamo i pensieri che lei pensa. E’ colei che ti porta per mano ad accettare la tua individualità, ma anche accettare la propria bellezza… La nostra bellezza selvaggia, se la accettiamo, si pone in prospettiva, e non ne siamo più acutamente consapevoli..La lupa sa forse quanto è bella mentre salta ?O la gatta sa la bellezza delle sue forme quando è seduta? L’uccello è meravigliato dal suono che ode quando sbatte le ali? Come le creature, siamo: ecco tutto, ed è giusto così. “Donne che corrono coi lupi” Clarissa Pinkola Estés
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E' un paese per malati comuni
Post n°114 pubblicato il 15 Aprile 2012 da lupi2009
Sono appena tornata da uno dei più importanti ospedali della città dove ho passato la notte a lavorare. C’era un paziente con la necessità “emergente” di dover essere riportato in sala operatoria ma prima avevo bisogno di fare delle radiografia, nel corridoio di accesso c’era una signora (ore 01 di notte) che si lamentava vistosamente perché le passava avanti qualcuno mentre lei aveva bisogno di fare una ecografia al piede che le faceva tanto male. Intanto nella sala del Pronto Soccorso avevo lasciato un’altra paziente con una ferita importante della fronte da suturare, ma che non potevo fare addormentare perché aveva mangiato, quindi dovevo convincerla a farsi mettere i punti da sveglia (naturalmente con anestesia locale). Mentre ero in sala operatoria mi chiamavano in maniera pressante gli infermieri “stressati” per visitare un paziente con una “escoriazione “del ginocchio (ma è la prima volta che cade !) Qualche giorno fa abbiamo dovuto riprendere, medici ed infermieri, l’ennesima profilassi antibiotica per un caso di una malattia infettiva piuttosto grave che ci ha tenuti impegnati per 2 ore, suscitando il disappunto dei pazienti che seguivano perché “gente con queste malattie” non dovrebbe mica venire in PS( forse secondo la signora dovrebbero buttarli in un cassonetto). Si, possiamo dubitare dello stress degli infermieri e del fatto che i medici siano dei poveretti. Si, possiamo credere che oltre una porta chiusa ci sia sempre qualcuno che gioca al solitario con il pc, si siamo sinceramente liberi di pensarlo. Ma prima di passare dal dubbio alla certezza perché non proviamo a fare del volontariato , così giusto per capire cosa fanno i poveretti e gli stressati mentre noi riposiamo nei nostri letti ? No non è colpa dei poveretti né degli stressati e men che meno dei pazienti che hanno l’angoscia , il peso, il dolore della propria malattia. Ma quando diciamo che siamo un paese in crisi ad un passo dalla realtà che sta schiacciando la Grecia, significa anche questo. Significa accettare che non si può rimpiazzare il personale che va in pensione e che quindi bisogna fare in 6 il lavoro che prima si divideva in 10 e senza che ti paghino nulla di più. Significa accettare che bisogna aspettare il doppio del tempo, visto che il personale è dimezzato, per ottenere una visita dopo che qualcuno abbia fatto un triage e valutato che la persona in esame rientra nell’ambito di una urgenza differibile. Significa smettere di giudicare inadeguato un servizio ospedaliero che ha finito posti e barelle e fa un massaggio cardiaco a terra pur di strapparne un altro alla morte. Significa credere che oltre quella porta dove grazie a Dio , l’utenza è costretta ad andare (mi auguro con tutto il cuore) poche volte nella vita, non ci sono nemici o cani da guardia , ma gente che ci sta tutti i giorni chi da 10 chi da 30 anni e che da 10 o da 30 anni si porta a casa la paura, la tristezza o il dolore o la morte o la impagabile gioia di aver aiutato qualcuno a salvarsi. |
Inviato da: alba_chiara5
il 29/03/2013 alle 23:37
Inviato da: kallida
il 29/07/2012 alle 15:14
Inviato da: alba_chiara5
il 01/07/2012 alle 01:45
Inviato da: lupi2009
il 27/04/2012 alle 11:39
Inviato da: alba_chiara5
il 26/04/2012 alle 21:43