La donna sana somiglia molto al lupo: robusta piena di energia, di grande forza vitale, capace di dare la vita, pronta a difendere il territorio, inventiva, leale, errante. Eppure la separazione dalla natura Selvaggia fa sì che la personalità della donna diventi povera, sottile,pallida, spettrale. Non siamo nate per essere cuccioli spelacchiati e incapaci di balzare in piedi, incapaci di cacciare, di generare, di creare una vita….La Donna Selvaggia è colei che tuona contro l’ingiustizia..E’ colei che lasciamo a casa perché la custodisca. E’ colei da cui andiamo a casa. E’ l’incubatrice di piccole idee grezze è la mente che ci pensa, noi siamo i pensieri che lei pensa. E’ colei che ti porta per mano ad accettare la tua individualità, ma anche accettare la propria bellezza… La nostra bellezza selvaggia, se la accettiamo, si pone in prospettiva, e non ne siamo più acutamente consapevoli..La lupa sa forse quanto è bella mentre salta ?O la gatta sa la bellezza delle sue forme quando è seduta? L’uccello è meravigliato dal suono che ode quando sbatte le ali? Come le creature, siamo: ecco tutto, ed è giusto così. “Donne che corrono coi lupi” Clarissa Pinkola Estés
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finalmente è Primavera
Post n°102 pubblicato il 25 Aprile 2010 da lupi2009
Il rumore delle cesoie lieve e gentile su rami che vanno tolti, Ella Fitzgerald che sussurra Summertime mentre Armstrong l'accarezza con la tromba. Il sole che generoso abbraccia questa grande terrazza. E tu che ogni tanto alzi il volume dei tuoi pensieri e me li regali. Quanto può resistere il cuore quando è colmo così ? Questo presente .... deborda e scalda anche i giorni prima di te. O, meno poeticamente scalda me, “questa” me seduta tra le braccia di una domenica finalmente primaverile e scalda i miei inverni. Un sentire così l’ho già provato : quando avevo un figlio nel grambo. Sei tutt’uno con la Vita. Sei così felice che la bontà non è una scelta ma la voce di quello che hai dentro. Non potrei essere così felice se tu non ci fossi eppure la vera meraviglia sta nell’assaporare di nuovo “me”. In un gioco tenero ed infantile mi convinco e mi godo questo benessere come se arrivasse dalle mie viscere. Come se tu non c’entrassi. Come quando i bambini fanno finta, anzi si convincono di farcela “soli soli”. E che lì in cima allo scivolo più alto, ci sono proprio arrivati da soli. Ma il loro cuore sa che sono stati lo sguardo della mamma o del papà a far avanzare i piedini su per i pioli. Per questo si girano a fissarti, orgogliosi e grati. E mentre continui a prenderti cura delle tue piante mi giro e fisso orgogliosa e grata la tua schiena.
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Inviato da: alba_chiara5
il 29/03/2013 alle 23:37
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il 29/07/2012 alle 15:14
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