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Post N° 6

Post n°6 pubblicato il 06 Giugno 2006 da Chiyo_san

 Il Giappone all'alba del XII secolo 

Arti marziali e zen

 Il buddismo zen iniziò a poco a poco a influenzare  la vita dei samurai  insegnando che la meditazione non serviva soltanto a conseguire l' "illuminazone" e quindi a entrare nel nirvana (beatitudine eterna), ma poteva far acquisire particolari tecniche, oltre a una certa indifferenza per la vita, che avrebbero permesso ai samurai di diventare guerrieri perfetti.

 I samurai iniziarono perciò a frequentare i templi buddisti per imparare le discipline mentali che i monaci zen potevano insegnar loro. Il rapporto zen-guerriero si rivelò di primaria importanza; la semplicità dei samurai trovò infatti nello zen la dottrina più congeniale: non era necessaria l'erudizione appresa dai testi, ma ognuno poteva sviluppare le proprie potenzialità nascoste attraverso le tecniche della concentrazione, che si basavano essenzialmente su esercizi respiratori centrati nel ventre (hara).

 Attraverso la respirazione addominale, infatti l'uomo cercava di mettere in relazione la propria respirazione fisica con quella cosmica; più riusciva in questo, più l'individuo si integrava con l'ambiente, sviluppava i suoi poteri intuitivi e percettivi e quindi reagiva prontamente ai pericoli.

Lo zen insegnava infatti  a potenziare il coraggio, la prontezza, l'abilità, l'equilibrio psicofisico, ecco perché diventa il credo dei samurai.

Lo zen predicava la necessità di arrivare al "vuoto mentale" necessario per intraprendere bene qualunque cosa.


Bibliografia

 L.FREDERIC,La vita quotidiana in Giappone al tempo dei
 samurai,
Rizzoli libri,Milano 1987.

 ALABISO,I samurai,Newton il sapere, Roma 1997.

 
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