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L'uomo nuovo?

Post n°10 pubblicato il 06 Novembre 2008 da ares2100
Foto di ares2100

E’ dalla fine di marzo che attendo di poter scrivere qualche cosa di sensato, che sia un po’ di più del solito report giornalistico, sull’obbiettivo di questo blog, ossia la situazione politico-strategica del medio-oriente. Ovviamente il nuovo scenario che si presenterà con la nuova presidenza americana porterà dei cambiamenti, quali come e quando è quello proverò a dimostrare in questo post.

Innanzi  tutto c’è da sperare che il presidente Obama sia un buon “comandante in capo”, come si dice in America, e non solo sotto il profilo di politica interna. Spero solo che “l’assistente sociale dell’Illinois” sappia avere quella marcia in più che dice di avere e che tutti speriamo abbia davvero. Ben venga un uomo che affossi per sempre il razzismo con la sua sola presenza, ben venga un uomo che abbia una grande sensibilità sociale, ma ricordiamoci che gli USA sono e restano il baluardo un tipo di vita e di mentalità, quella occidentale, che oggi più che mai è a rischio e non solo dal medio-oriente o dall’islamismo, ma anche dalla crescita tumultuosa dell’India e della Cina. Per difendere questo modo di vivere, fatto di libertà, di opportunità reali, di crescita culturale e di pluralismo, occorre anche un uomo che sappia prendere delle decisioni che magari tutto subito possono essere viste come un sacrificio, ma che nel tempo si rivelino le più lungimiranti.

Non sono d’accordo con il nostro ministro Gasparri che ha affermato che forse con Obama presidente Al-Qaeda sarà più felice, mi preoccupa di più la crisi finanziaria che ad es. investe anche e perfino il Ministero della Difesa britannico che non ha i soldi per blindare i Land Rover dei propri Royal Marines impegnati nel sud dell’Afghanistan, teatro di massima allerta. Ciò ha fatto perdere ben 121 fra soldati ed ufficiali solo da gennaio del presente anno.  Basti dire che il gen. Cunningham ha più volte detto che le proprie truppe non sono più in grado di fronteggiare in modo risolutivo i Talebani.  Il nostro Esercito dispone dei più sofisticati carri leggeri Lince, che stanno dimostrando una sorprendente forza ed agilità, molto meglio degli Hummer americani e dei Defender blindati già usati in Iraq.  

Tale crisi finanziaria mina alle radici il mondo occidentale ed è tanto più grave quanto siano stati inascoltati gli appelli alla ragione di autorevoli scienziati dell’economia. Da più di dieci anni personaggi del calibro di Galbraith, il premio Nobel dell’economia Modigliani e Giulio Tremonti, solo per citare i più noti agli italiani, gridano al pericolo di una finanza senza regole e scissa dall’economia reale. Ciò che viviamo oggi null’altro è ciò che, ad es. proprio Tremonti, predisse in un suo testo più di otto anni or sono.  

Di questa crisi se ne avvantaggiano proprio coloro che l’occidente lo odiano e che propugnano uno stile di vita che ricorda il medio evo. Per intanto il nostro Paese sta continuando a spendere denaro prezioso per la missione in Libano che, così come è strutturata oggi, serve meno a che a nulla, neppure al prestigio nazionale. Potrebbe essere una missione da “fiore all’occhiello”, invece è di nuovo il solito carrozzone in stile O.N.U. e che il segretario generale Park Y Moon non ha la forza di modificare, pur essendo una ottima persona, dotato di grande preparazione diplomatica.

In questi giorni si parla tanto di multi-lateralismo. Vedremo nei prossimi anni segnati dalla presidenza di Barak Obama, come questa parola, di per sé molto bella,  verrà intesa ed applicata da Stati come l’Iran, la Siria, la Cina e la Birmania e la Corea del Nord. Vedremo se il veterano del Vietnam fosse poi l'uomo così sbagliato per confrontarsi con simili paesi.

 

 
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