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« L'OBOLO DELLE LIBERTA'IL TREMENDISSIMO GOLPE »

IL PAZZO, IL NEUROLESO E LA BADANTE

Post n°192 pubblicato il 17 Agosto 2011 da chinasky2006
 

Il megapresidentissimo divino è nel suo sarcofago della vita eterna. Un portentoso marchingegno progettato da un centoduenne scienziato nazista, che potrà consentirgli la vita terrena ben oltre i 236 anni. E’ scongelato giusto in tempo per festeggiare, da buon cristiano, l’assunzione nei cieli della Beata vergine Maria. Appena sveglio, nella sua magione estiva di Villa Certosa, si concede una battuta irresistibile: “Ma chi è questa Maria, porco di un Dio maiale e sifiltico, quale femmina può decidere di sua sponte di assurgere le vie del cielo invece che il mio regal pungiglione?”. Risate irrefrenabili dei servi della gleba, tutti riuniti attorno al capezzale del re, appena scongelato. “Che bellissima battuta mio Sire - esordisce un porporato prono - come decontestualizza lei, non decontestualizza nessuno…”. E poi emette un soave peto di contrita emozione. Cicchitto, levatosi il cappuccio massonico per l’occasione, è l’incaricato di aggiornare le evoluzioni delle politica italiana e mondiale. Ma il premier, sovraeccitato, gli impedisce financo di parlare:
“Molto benissimo, miei prodi, a che punto è il mio progetto di salvazione della Itaglia nostra? Il paese vola sotto la mia guida, nevvero? Lo sapevo che avremmo abbassato le tasse e che la crisi era solo un’invenzione dei giornali pessimisti e di sinistra, tutta quella macchina del fango…”. Gli schiavi delle libertà si guardano con un po’ d’imbarazzo. Guai a parlare in giro di Grecia, Irlanda, commissariamento, del paese che versa in una crisi senza via d’uscita. Il baratro ad un passo, salvati momentaneamente per il bavero dalle disposizioni della banca badante europea. I servi non sanno cosa riferire a quel povero pazzo che è al timone della nave alla deriva, inconsapevole della crisi, dell’esistenza degli uomini al di sotto dei duemilioni di reddito, ma solo delle puttane d’alto bordo. Non riescono a dirgli la realtà dei fatti, riferirgli del fallimento totale di 17 anni di buon governo masso-piduista-criminal-mignottaio. Lo hanno persino tenuto rinchiuso nel sarcofago, affinché non proferisse in mondo visione la solita frase o verbo da squilibrato malato di mente, che ci facesse piombare definitivamente nel burrone. Poi Cicchitto, bando alla vergogna, decide di velare un po’ la realtà, tanto per non turbare il sultanico buonumore.
“Maestà, lei ci ha guidato ad un trionfo! Non ci crederà, ma le borse volano, la economia della nazione vive una stagione di rigogliosa rinascita (questa sottile e melanconica poetica, gliela suggerisce un estatico Sandro Bondi). Lei è il più grande statista della storia, sono i fatti a dimostrarlo! Pensi che i giovani si stanno lamentando del troppo lavoro che lei gli ha consentito. Lei è troppo efficiente e troppo buono, Sire! Le tasse poi, ogni giorno riceviamo richieste di gente che ne vuole pagare di più in segno di riconoscenza per il benefattore!”.
I servi della gleba sono attoniti. Scilipoti sorride e si porta la mano al cuore. Un brusio cicaleggiante pervade quel nugolo di criminali, mafiosi, camorristi, venduti, massoni e puttane facenti parte il buon governo. Anche il servilismo strisciante ha un suo limite. Il drappello di padani è scenicamente indisparte. Tutti in boxer mare e foulard verde annodato al collo, come tanti piccoli submentali boy-scout marinaretti di sessant’anni. Qualcuno rutta una frase incomprensibile. Altri scorreggiano un dissenso pestilenziale. Sono così, infondo, ruspanti e genuini. Son per il “poppolo” a parole, ma nei fatti firmano leggi che svenano quel loro “poppolo”, lasciando invece intatti i privilegi della casta. Quelli delle manette tintinnanti per i tangentisti, che cianciano di arresti coatti per onorevoli corrotti, ma che nella realtà, nascondendosi meschinamente dietro il velo di un bieco voto segreto, finiscono per votarne l’impunità. Gli stessi leghisti per cui l’uomo di Arcore era un massone, criminale e delinquente, col quale non hanno esitato a governare per decenni. Quelli dell’ordine e contro il terrorismo, che finiscono per giustificare il terrorismo, se dimatrice neonazista. Gli antitaliani che fanno gestacci stile "er monnezza" 
al tricolore, ma guidano il governo del paese, cianciano di Roma ladrona e riempiono i loro ventri malaticci coi soldi di Roma. Anche stavolta ruttano, bofonchiano, ma poi finiscono per baciare le nocche all’imperatore. Proni, più di tutti. Il sultano senza di loro non può andare avanti. Loro senza di lui sono merda secca, letame da cui non nascono fiori ma rifioriscono altri escrementi. Insomma, due merde che si sostengono, in un nauseabondo e scellerato patto di saccheggio e stupro del paese. Un domani, magari vicino, forse solo un miraggio romanzato, quando vi sarà la resa dei conti, a queste immonde, volgari ed insultanti capre senza intelletto e cultura, spetterà la parte migliore. Perché ancor più che il duce pluri imputato, ridicolo e posticcio, a suscitare maggiore ripugnanza sono i viscidi ed opportunisti saccheggiatori dell'impero allo sfascio. Come gli sciacalli nel post terremoto, che fanno razzie ovunque. Il sultano è però rinfrancato dalle parole del servo incappucciato Cicchitto.
“Embè, a proposito, e i consensi come vanno? Abbiamo sfondatoil 90%?”.
“Maestà celeste, siamo ormai al 92,36%. Il popolo La ama. Lei dovrebbe addivenire santo, abbiamo già inoltrato domanda al Vaticano. Solita procedura delle libertà: mazzette e sordi quanto ne vonno! Tanto lei è inconsapevole di tutto, come sempre. Pure li preti come li giudici so fatti di carne…”. E si lascia andare ad un sorrisetto ammaliante.
“Troppo giustissimo mio prode leccapiedi muratore allattato al mio seno ed a quello della loggia massonica! Ma lasci stare i santi, basta parlare due minuti col mio subalterno, quel Dio lì che tiene sempre il telefono irraggiungibile...Ma il miserabile 8% che non mi ama? Sono pazzi o vi sono ancora a piede libero i comunisti che non riconoscono il verbo? Contro ogni invidia, andiamo avanti per ammodernare questo paese. Lo abbiamo salvato da quei comunisti che volevano mettere le mani in tasca a m…agli italiani che lavorano!”.
“Parole sante mio re, senza la sua discesa in campo il bolscevichismo imperante avrebbe ridotto gli italiani colle pezze ar culo. Grazie a lei, meno tasse per tutti. Negli ultimi anni noi cittadini normali appartenenti alla Pdl siamo tutti diventati più ricchi! Gli altri, se sono comunisti e nun ce vonno sta, s’attaccheno ar cazzo, no?”
Il premierissimo, ormai scongelato, balza in piedi con uno scatto da giovinetto. Due truccatrici in topless provvedono a calzargli il parrucchino. Un domatore gli infila una tunica imperiale. Altre due prodighe odontoiatre inseriscono la dentiera ed un luminare austroungarico riaziona il prodigioso macchinario dell’amore. Due colpi di polpetta e via, con una clamorosa erezione. Belpietro e Sallusti hanno un moto di ritrosa eccitazione. Arrossiscono e bramano quel nervetto tra le loro ossute chiappe. Poi scappano via come due turbate verginelle, pronti per l’ennesimo titolone assai ficcante e ricercato. Uno che magari possa solo avvicinare quello memorabile di qualche giorno addietro, immediatamente dopo l’attentato terroristico in Norvegia: “Ci attaccano ancora, gli islamici e comunisti. Sempre loro" (sottotitolo: Votate Pisapia, voi coglionazzi!). Tranne poi scoprire che lo squilibrato era un neonazista ultrà cattolico. Nessun dietro front dei due liberi giornalisti bocconi, e nemmeno la dignità di tirarsi una schioppettata nelle gengive. 
“E allora, siamo diventati tutti froci, qui?”. Esorta i suoi uomini, il divino immortale. 
E via, parte un bungabunga di festeggiamento, per coronare il gran successo della prodigiosa manovra ferragostana. Pronti già assegni per circa seicentomila euro alla puttane intrattenitrici. Poi il messia si cruccia un poco. Solo trentadue ragazze ignude e danzanti che si dimenano per lui, invece delle consuete cinquantaquattro. Alla fine si capacita, e pensa che per garantire tanto benessere alla suburra, dovrà pur dare il buon esempio.

 
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