Creato da: chinasky2006 il 01/08/2007
A sud di nessun nord...

 

In the death car

 

Ultime visite al Blog

margaritorobertoautosport156natalydgl7Donato45michelelaurenti89bradipo_79kiss_and_knifeLorenzo_Favilli4ever72arcenciel13seeronluigi230393tigredellapadaniaandre.cosemarkomanetti
 
Citazioni nei Blog Amici: 11
 

 

 
« MAMMA, "LI MASONI"IL PAZZO, IL NEUROLESO E... »

L'OBOLO DELLE LIBERTA'

Post n°191 pubblicato il 09 Luglio 2011 da chinasky2006
 

Foto di chinasky2006


Scilipoti aveva il palpitizio perianale a tremila, salivazione azzerata e fronte madida di maleodorante sudore. Eccitatissimo, rutilante ed incontenibile, si apprestava a presentare alle genti il suo parto letterario. In questo magnifico paese, Scilipoti pubblica libri. Parla, disserta e contribuisce a votare leggi per il benessere della nazione tutta. Con quella faccia che pare una comparsa del Bagaglino, scartata perché fa ridere. Poi suscita compassione. Ed alla fine induce a proposti di suicidio con lo stesso stato d’animo della balena spiaggiata che sceglie di darsi la morte. Ospite d’eccezione alla presentazione dell’immortale opera letteraria dello Scilipoti, ecco l’unto del signore, il messia in terra. E’ così riconoscente a simile baluardo della democrazia, che ha sacrificato una serata di gioviale bungabunga per scriverne di sua penna, e che penna, la prefazione, durante una notte d’ispirazione ancestrale. Silvio è raggiante nel presentarlo come un eroe moderno, vittima dello scherno e delle malvagità della opposizione. Una volta gli eroi erano i magistrati antimafia e gli scilipoti stavano al circo. Ora i primi sono divenuti criminali terroristi, ed i secondi eroi. L’Italia vera voluta dall'impresario di Arcore non è più la patria di Monicelli, Falcone o De Andrè. Ma è la culla di Lele Mora, Iva Zanicchi, Scilipoti, Mangano, e tutto il seguito di massoni, nani, troie e ballerine da quinta.
Il letterato siciliano non sta nella pelle, al fianco della sua nuova luce. Il piduista, ladro, delinquente che si costruiva leggi ad personam, dopo una turbolenta nottata di conversione dell’innominato e valigette rigonfie di verdoni, è addivenuto musa ispiratrice e messia da seguire. Lo ha chiamato al supremo impegno morale: Salvare il governo della nazione. Potenza del gran seduttore di Arcore. Scilipoti è nient’altro che il simbolo vivente della sua essenza intima. Del modo in cui ha sempre inteso la vita, gli affari, l’imprenditoria, la politica e la giustizia. Ello tutto puote, avvolto dalla gran cortina di servilismo dei suoi media e poteri massonici. E’ tutto suo, o lo diventerà a breve. Compra chiunque e ci piscia in testa, fedele al suo motto: “Io sono io, e voi non siete un cazzo”, del gran genio visionario del compianto Monicelli. Scilipoti lo guarda con animo estatico, ed un po’ intimidito dalla luce abbagliante che emana. Ha appena confidato ai più intimi che il suo sogno sarebbe diventare come Lui. Ma in piccolo, ovvio.

L’occasione è però ghiottissima, per fare il punto della situazione. Come procede il programma di aggiustamento della Itaglia. Il sultano pare assai sereno, dopo aver ceduto le redini del partito ad Angiolino Alfano. Romani, Casentino, Papa ed un centinaio di parlamentari inquisiti, hanno applaudito a scena aperta alla svolta del “partito degli onesti”. Chi con la lupara in mano, chi col coltello a serramanico sguainato. Poi un accenno alle questioni personali. I quattro processi che lo vedono imputato veleggiano verso il trionfale nulla di fatto. Eccezioni formali a iosa, e via verso nuovi trionfi di libertà (senza condizionale). Ello si sofferma dunque sulla piena salute della compagine di governo, divelta da faide invereconde. Remano tutti dalla stessa parte per il bene comune, ribadisce. In primis i governanti padani che vorrebbero la straniera Italia fuori dai trattati internazionali, ed il ministro della guerra che trova un gran compromesso: “Sì, forse ritiriamo i soldati, poi vediamo eh!”. Tremonti definisce Brunetta un “cretino”, sai che novità, uno in più. Ma è lo stesso Tremonti, assai inviso al despota per quelle sue manie "premieresche", coinvolto nelle traversie giudiziarie di un suo collaboratore. I servi ora iniziano una campagna stile “casa a Montecarlo”. Ma il messia rassicura tutti che v’è grande armonia.
Scilipoti lo ascolta, assorto. Perso nella nuvole. Il sultano lancia alfine uno sferzante attacco contro i media. Il padrone di 7 televisioni è furibondo per quell’ottava che non riesce a controllare, assai gaglioffa e menzognera. Nella sua mente v’è sempre Santoro. Un incubo mortale. L'argomento unico delle sue dotte analisi da statista che farebbe impallidire Cavour. Non può governare a causa di una trasmissione tv, il nuovo Camillo Benso. Proprio non sopporta che dopo aver creato come difesa del suo regime una immensa cortina di copertura mediatica, qualcuno osi non accodarsi. Nelle sue tv. Sue di stato e di fatto. Il risultato dei referendum? Solo frutto della paura delle miserande genti. L’altra scoppola nelle elezioni amministrative? Chiaramente colpa di “Annozero”. Di fronte a simile analisi di raffinata politologia, l’uditorio si scioglie in un applauso spontaneo.
Arriva dunque una domanda assai ardita, circa la manovra economica prossima all’approvazione. Difficoltoso trovare una via di mezzo tra necessita di evitare il collasso economico e propaganda. Senza trascurare un rimedio per recuperare i danari del risarcimento Fininvest. Da qualche parte dovranno pur rientrare. Alla fine ci sono riusciti. Tagli, ma non alla suburra, bensì al ceto medio-basso-prossimo alla fame. A coloro che provano ad elevarsi dallo stato d’indigenza assoluta e destinati a prendere 1000 lauti euro di pensione. Una manovra di lacrime e sangue, specie quando al governo potranno esserci quelli dell’opposizione da cuocere a puntino. Ello è un essere diabolico. Poi però si cruccia per quel codicillo appena eliminato. Una norma quasi invisibile ed inserita notte tempo, senza che i tre quarti dei ministri ne fossero a conoscenza e rigettata persino dai membri della maggioranza, talmente è indecente e sfacciata. Una piccola ed insignificante norma che differisce alla Cassazione i pagamenti delle cause civili oltre i venti milioni. Ma ello s’indigna, se solo qualcuno osa pensare sia stata inserita per salvare la Fininvest dalla condanna al risarcimento di 750 milioni. Una norma SACROSANTA, che verrà reinserita, conferma. “Ma noi teniamo duro - riprende slancio- contro le élite ed i poteri forti delle opposizioni che dirigono tutto”. Pare che questa gliel’abbia suggerita, direttamente da San Vittore, il fido massone pidue/tre/quattrista Bisignani, autentico premier ombra. Si costerna ancora, perché che colpa ci ha lui, se una norma, per puro caso, va anche a suo favore? Lui è lo stesso delle tangenti ai giudici per vincere appalti e lodi, ma contro la sua volontà. Di gente corrotta per dire il falso a suo favore in un processo dove è imputato, ma senza che egli lo voglia in alcun modo, anzi. Il parlamento vara un centinaio di leggi volte ad evitare il gabbio alle alte cariche dello stato, certo. Ma sarà una sua colpa, se è l’unica carica dello stato imputata in diversi processi? Ora questa norma salva-fininvest. Pura casualità che sia coinvolta la sua azienda in un megarisarcimento. Col differimento stabilito in quel codicillo, e che presto verrà reinserito, avrebbe tutto il tempo necessario per intavolare una delle certosine manovre delle libertà per cui è famoso: La corruzione anche di quei vecchi bacucchi.
Notizia freschissima, i giudici di secondo grado stabiliscono (con sconto famiglia) in 560milioni la cifra da risarcire a De Benedetti, a causa di una delle tante normali attività di corruzione per comprarsi l’Italia. La figliola Marina è allibita da tanto accanimento ed esproprio proletario nei confronti del babbo. Lei, la stessa che veniva accompagnata a scuola dall’eroe Mangano, non si capacita. Ed è un coro di sdegnate proteste nel popolo dei servi. Alla festa delle libertà ci sono degli oboli improvvisati, “gli oboli delle libertà”, con cui gli adepti vengono incontro al loro Messia perseguitato nel momento del bisogno. I grandi capi del partito richiamano una inesistente autorità internazionale per proteggere il delinquente condannato. Altri invocano il capo dello stato, perché faccia qualcosa contro i giudici persecutori. Già, quel povero anziano al colle che ha vissuto la resistenza. Ogni giorno sibillini moniti e firme contro voglia di ogni sorta di nefandezze. Il suo compito è solo quello? E quei casi di “necessità e urgenza”, se non ora, quando dovrebbero ricorrere? Ci vuol così tanto a sciogliere questo parlamento che ha ormai l’unica finalità di salvare un (mezzo) uomo pluri imputato e condannato? Cosa aspettare ancora per ficcarli tutti in un’astronave e spedirli sul pianeta dei relitti?

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/PostOffice/trackback.php?msg=10407682

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
 
>> Il presidente su © BLOGGO NOTES
Ricevuto in data 11/08/11 @ 14:14
Barak Obama porta il presidente russo Dmitri Medvedev a mangiare un hamburger. Il che spiega perc... (continua)
 
Commenti al Post:
Nessun Commento
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963