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Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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VANITA' VIRTUALE

Post n°1685 pubblicato il 20 Ottobre 2012 da Praj
 

La pagina personale su un social network molto diffuso e frequentato, la mia compresa, è molto spesso un trip (viaggio psicologico egocentrico) che mostra sempre una qualche nostra vanità. E' basilare che lo si sappia. Poi, può anche avere un qualche valore indiretto per qualcun altro, ma questo accade se facciamo chiaramente intendere le nostre intenzioni e non ci illudiamo che stiamo facendo un servizio. Si ammetta apertamente che non stiamo prodigandoci nel donare la nostra presenza, la nostra disponibilità umana... ma ci stiamo solo godendo una nostra presunzione "talentuosa" o estetica. Dunque, la pagina personale è innanzitutto una espressione di umana vanità; non racconterei che sia altro. E' un nuovo e originale trip dell'ego in cerca di nuovi territori per affermarsi. Alcune forme espressive sono particolarmente abili nel dissimulare questo desiderio di protagonismo, di apparizione.
Niente di sbagliato, ma è bene esserne consapevoli. Se non si è consapevoli di questo, la nostra pagina, come una cangiante bolla d'illusione scoppia prima o poi senza lasciare segni; svanisce come un sogno di seduzione di cui non si ricorda più nulla al mattino quando ci si sveglia. Se non si è consapevoli della nostra vanità, del nostro orgoglio che cerca una qualche forma di applauso, si rischia di scivolare in una coatta masturbazione mentale quotidiana, in una nuova dipendenza psicologica che spacciamo come bisogno originale di espressione creativa.
La nostra bacheca, è bene dirselo, è una mera estensione virtuale del nostro ego, dalla quale emana proiezioni intellettuali, immaginative, avidamente protesa a rincorrere approvazioni e consensi variamente qualificati per alimentarsi d'energia psichica ed emotiva.
Se l'operazione non ha riscontri e conferme ben presto è destinato a deperire, a consumarsi nella stanchezza delle riproposizioni, nella ripetizione stantia del proprio impotente narcisismo.
Occhio dunque alle motivazioni che stanno dietro al bisogno di farsi una pagina: in esse si nascondono vuoti e e mancanze reali di cui dovremmo prendere coscienza, prima di scaricarli nel mare delle speranze perdute, dei sogni traditi, dei rimpianti mai riconosciuti, cercando sensazioni, stimoli e affetti compensativi.



 
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