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Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram
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IL LATO UMANO E' L'ONDA...
Post n°2032 pubblicato il 07 Luglio 2013 da Praj
Parte dell’essere stabili nella divinità è imparare a perdonare il nostro lato umano. La consapevolezza delle nostre debolezze, dei nostri limiti e abitudini umane viene a farci visita, ma queste cose appartengono al lato umano.
È sufficiente accettarle come parte del nostro essere umani.
Se accettiamo le debolezze degli altri e le perdoniamo, perché mai non dovremmo perdonare le nostre?
Le onde (il lato umano) a volte sono tumultuose e caotiche; l’oceano non può far niente per fermare il loro movimento. Ciò che l’oceano può fare è accettare le onde e senza indugio portare tale accettazione nelle profondità di Se Stesso.
La mia consapevolezza va oltre un determinato periodo di tempo, e il caos e la turbolenza delle onde si autocorregge da sé; non perché vi sia controllo e disciplina, ma perché le onde stesse vedono la futilità di essere tumultuose. Le onde stesse desiderano incontrare l’oceano e sanno che la turbolenza può solo ritardare l’incontro desiderato.
Ecco cosa succede al lato umano: esso stesso desidera il silenzio e le profondità del puro essere.
Ricorda che tale metamorfosi non può essere il prodotto della disciplina, perché in tal caso sarà solo di breve durata.
Dunque la cosa migliore è di non fissarsi sull’aspetto umano, accettarne la natura e rapidamente portare l’attenzione sul proprio essere e sul silenzio interiore.
Dopo un certo periodo di tempo questo si riflette automaticamente sul lato umano ma senza che vi sia implicato uno sforzo cosciente.
(Rajiv Kapur)
È sufficiente accettarle come parte del nostro essere umani.
Se accettiamo le debolezze degli altri e le perdoniamo, perché mai non dovremmo perdonare le nostre?
Le onde (il lato umano) a volte sono tumultuose e caotiche; l’oceano non può far niente per fermare il loro movimento. Ciò che l’oceano può fare è accettare le onde e senza indugio portare tale accettazione nelle profondità di Se Stesso.
La mia consapevolezza va oltre un determinato periodo di tempo, e il caos e la turbolenza delle onde si autocorregge da sé; non perché vi sia controllo e disciplina, ma perché le onde stesse vedono la futilità di essere tumultuose. Le onde stesse desiderano incontrare l’oceano e sanno che la turbolenza può solo ritardare l’incontro desiderato.
Ecco cosa succede al lato umano: esso stesso desidera il silenzio e le profondità del puro essere.
Ricorda che tale metamorfosi non può essere il prodotto della disciplina, perché in tal caso sarà solo di breve durata.
Dunque la cosa migliore è di non fissarsi sull’aspetto umano, accettarne la natura e rapidamente portare l’attenzione sul proprio essere e sul silenzio interiore.
Dopo un certo periodo di tempo questo si riflette automaticamente sul lato umano ma senza che vi sia implicato uno sforzo cosciente.
(Rajiv Kapur)
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il 09/07/2023 alle 12:42
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