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Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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C'E' FOLLIA E FOLLIA

Post n°2247 pubblicato il 23 Febbraio 2014 da Praj
 

Quando a volte si equipara la follia alla saggezza, non vorrei si scambiasse la mera irrazionalità egoica, la stravaganza comportamentale, la follia nevrotica, intesa come libertà dalle costrizioni e condizionamenti, con la "saggia follia" la quale, invece, è tutt'altra cosa.
C'è la follia metafisica (Divina) e la follia mondana. Prima di equiparare con leggerezza la follia mondana con la "folle" saggezza di un risvegliato al Sè, inviterei a visitare gli ospedali psichiatrici. Si potrebbe vedere molta sofferenza... altro che amore, sia per se stessi che per l'altro, per la vita!
Solitudine e divisione la fanno da padrone in quei tristi luoghi dove impera la follia dello smarrimento, dell'annientamento costruttivo.
La saggezza genuina, invece, ha attraversato la follia dell'ego e l'ha trascesa. Non così è successo al folle rimasto imprigionato nell'oscurità della sua mente, che vive nel dominio della rassegnazione inconsapevole, non certo nell'armonia dell'accettazione cosciente.
Allora, secondo me, è meglio dire individuo consapevole "liberato" dal senso dell'ego ma responsabile, piuttosto che folle come sinonimo di libero e creativo esserci esistenziale. Dire "folle" tout court, se non usato in chiave metaforica o poetica, può dare adito a fraintendimenti, equivoci, ambiguità.
Essersi liberati dal senso dell'ego però non vuol dire essere senza ego, questo va chiarito, ma solo che si è in grado di gestirlo piuttosto che esserne gestiti.
Essersi liberati dal senso dell'ego vuol dire essere "morti" all'illusione di essere qualcuno, ritornare consapevolmente ordinari; vuol dire essere essere "morti" all'idea che si è quel qualcuno, così inteso in modo convenzionale, come nell'individuo identificato in un ruolo sociale, sia anche come un qualcuno immaginario, creduto dal folle perso nei labirinti dell'incoscienza.

L'immagine (Swing of Love III) è del pittore Michael Cheval

 


 
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