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Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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Parola d'ordine: vendere... anche l'anima

Post n°381 pubblicato il 04 Gennaio 2008 da Praj
 
Foto di Praj

Leggendo un articolo in cui si parlava del fatto che oggi la pubblicità fa ampio uso del "materiale" della cultura spirituale, per sedurre il consumatore più raffinato. Usando questo particolare linguaggio religioso- spirituale essa cerca di persuadere un particolare tipo potenziale cliente a comprare prodotti più o meno sofisticati. Questi prodotti, rivolti ad un target sempre più vasto, se vogliono essere allettanti e stimolatori di nuovi desideri d’appartenenza, devono promettere dei valori aggiunti che abbiano in sè delle qualità particolari, dei riferimenti simbolici sottili. Aspetti dell’autocompiacimento narcisistico che i richiami materialistici, i quali alludono alla mera sensorialità, non possono avere, evocare.
Da questo discende l’ampio uso – spesso abuso – di richiami allo spirito, alla simbologia magica, alla psicologia trascendentale.
Nel suddetto articolo ci si poneva anche questa domanda: I pubblicitari si rendono conto del paradosso di usare un messaggio essenzialmente antimaterialista per venderci dei prodotti?  La mia risposta è questa. Per la mente dei pubblicitari questo quesito non ha nessuna valenza etica. Ciò che conta, per loro e i loro committenti, è indurre all'acquisto, comunque. Non importa come, ma basta vendere. Il modo d’indurre a questo fittizio bisogno, invece, è un frutto abile e luciferino che scaturice dalla creatività e narcisismo dei pubblicitari. In questo alcuni sono molto bravi e veramente efficaci. L'aspetto estetico e creativo di questa opere induttive e seduttive, a volte, è forse il solo aspetto positivo della faccenda. I pubblicitari sono i migliori esponenti, i cantori, di questa cultura dominante, materialistica, edonista e consumista. Essi - i pubblicitari - non sono altro che specchi del tempo attuale. Il tempo della superficialità, della banalità, della manipolazione mentale. In sostanza, la pubblicità, non ha nulla a che fare con la spiritualità, sebbene possa usarne le icone, i simboli, i personaggi...
Quindi, si potrebbe dire che ne quasi l’antitesi: ovvero, l’illusione che viene spacciata per realtà. La finzione venduta per verità, l'immagine al posto dell'essenza.
Che poi la gente si lasci influenzare da messaggi della pubblicità, della moda, che alludono allo spirito... è un altro discorso: è un tema che riguarda la mancanza di Consapevolezza a livello di massa.
Di questa infausta condizione della coscienza e delle conseguenze che ne derivano se ne può riparlare.

 
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