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Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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Vedute... con distacco

Post n°445 pubblicato il 10 Giugno 2008 da Praj
 

Ritornando sul tema del male o ingiustizia, direi che riguardo ad una profonda  visione di essi vi è una ignoranza basilare: l'ignorare che tutti gli esseri e tutte le cose sono fondamentalmente e sostanzialmente "Uno". Ogni situazione vista in modo adeguato, cioè con il suo rapporto essenziale con il Tutto, è valida e ha una sua armonica ragion d'essere, anche se ordinariamente non può essere colta.
In un'ottica cosmica e illuminata, il male e l'ingiustizia non esistono. Questo punto è molto importante comprenderlo. Finché non lo si è assimilato, nessuna reale "ascesa" interiore è possibile. E' fondamentale soprattutto non confondere questo distanziarsi dal male o dall'ingiustizia, che è un superamento e una liberazione, con l'egoismo e l'indifferenza comuni. Il comportamento dell'individuo consapevole e distaccato rassomiglia qualche volta a quello dell'indifferente egoista, mentre il genuino distacco non ha invece niente a che vedere con la non compassione, l'insensibilità. Egli è', come si dice, "nel mondo ma non più del mondo". Nei fatti.
Per questo motivo egli non è vittima delle sensazioni di paura, di aggressività, di desiderio... Le sofferenze e dolore altrui, non più dei suoi mali d'altronde, non lo "toccano" anche se si sente in unione con tutti gli esseri. Appena può andare in aiuto, procede spesso per via diretta, in genere la più efficace, ma al tempo stesso anche la più difficile.
Questo significa che egli cercherà ogni volta di estendere i suoi punti di vista e trasformare le vedute parziali e relative in vedute globali e assolute. I metodi comuni, ordinari, di contrasto e lotta contro il male che consistono nel neutralizzare una spinta attraverso una spinta contraria, non coinvolgono colui che è consapevolmente distaccato, che ne vede l’inconsistenza, la vacuità. E' questo che forse lo fa così sovente apparire come un specie di egoista e di indifferente. Ma per vederlo sotto una luce più obiettiva è sufficiente considerare l'impotenza e le assurdità di coloro che hanno provato a cambiare l’essere umano e le società con metodi coercitivi, sistemi educativi orizzontali - rivoluzionari, riformisti, filantropi e anime caritatevoli - che, nella loro opera  non riescono che a spostare il male e l'ingiustizia e mai a dissolverlo o tagliarlo alla sua radice.
L'uomo consapevole, distaccato e centrato,che poi è il saggio compassionevole, è dunque, malgrado le apparenze, il più attivo che ci sia, in realtà è il solo veramente attivo (anche se "agisce" poco). Egli sarà comunque spesso impotente perché
la visione globale non può essere imposta né donata come un mazzo di fiori, ma soltanto comunicata a chi è maturo, pronto a riconoscerla.

 
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