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Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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« InnocenzaComprensione radicale »

Nessuno è... separato

Post n°567 pubblicato il 27 Gennaio 2009 da Praj

Non c’è né me né voi, niente ricercatore, niente illuminazione né discepolo né guru. Non c’è meglio o peggio, non via o scopo e niente che debba essere compiuto.
Tutto ciò che appare è sorgente. Tutto ciò che apparentemente si manifesta in questo sogno ipnotico di separazione, il mondo, lo svolgersi di una via, la ricerca d’un sé interiore, è l’uno che appare come due, il niente che appare come il tutto, l’assoluto che appare come il particolare.
Non c’è alcuna intelligenza separata che tesse i destini, nessuna scelta.
Non succede niente, ma questo come è invita il ricercatore apparente a riscoprire ciò che è… il silenzio impersonale, eterno, a-causato, immutabile da cui deriva e si celebra l’amore incondizionato.
E’ il meraviglioso mistero. Vedere o non vedere.
La natura dell’unicità è incomprensibile. Di conseguenza ogni comunicazione su questo non può essere che un’interpretazione delle idee che circolano a questo proposito, idee che possono uscire dalla confusione o dalla chiarezza. Però suggerire che un’idea sia migliore di un’altra e che dirle o ascoltarle viene da una scelta personale sarebbe un rifiuto dell’essenza stessa della percezione non duale.
La comunicazione della confusione è un’espressione dell’unicità così come la chiarezza che la svela.
L’idea che l’apparente individuo separato può scegliere di fare uno sforzo per arrivare a qualcosa chiamato non dualismo con l’esercizio, le tecniche, la purificazione, la comprensione o qualsiasi cosa che possa essere insegnato o appreso, sembra molto diffuso.
Il concetto di aspirare ad un livello di comprensione a partire dal quale il cosiddetto saggio può accettare il dualismo della vita e vivere in pace con se stesso e gli altri, sembra essere l’obbiettivo percepito. Però, questo genere di percezione non potrebbe essere più lontana dalla liberazione che porta con sé la realizzazione che non c’è nulla né persona che diventa libera.
Il tipo d’insegnamento che si basa su uno sforzo personale è un insegnamento alienante semplicemente perché rinforza l’idea del saggio, ricercatore e del ricercato. L’idea stessa che vi siano approcci diversi dall’ Advaita viene da un’ignoranza fondamentale della sua essenza… Come sarebbe possibile avvicinarsi direttamente o indirettamente a ciò che già c’è? Chi farà questo approccio e chi è avvicinato?
Qual è dunque la differenza fondamentale tra una percezione personale e una impersonale? Il termine Advaita significa non due. Esprime presso a poco la percezione che tutto ed ogni cosa non sono che uno e che non c’è niente altro che questo.
Quando questo è chiaramente visto da "nessuno", questo rivela chiaramente che la nozione di soggetto e oggetto non è che un semplice concetto illusorio dentro il sogno ipnotico dell’illusione.
Di conseguenza l’idea secondo la quale un apparente individuo separato (soggetto) può aspirare all’illuminazione (oggetto) perde ogni fondamento. Diventa altrettanto chiaro che ogni pratica o sforzo per seguire una via, che conduce verso uno scopo futuro vanificano il senso della ricerca personale e costituiscono una diretta negazione dell’unicità eterna.
Ogni idea che presuppone la possibilità che pratiche dualiste possano condurre l’apparente ricercatore a una percezione non duale è come quella che pretende che con uno sforzo sufficiente e con forte determinazione un cieco possa imparare a vedere. Le dottrine, processi e vie progressive alla ricerca dell’illuminazione, non fanno che esacerbare il problema rinforzando l’idea che il sé apparente possa trovare una cosa che presume di avere perduto. E’ proprio questo sforzo, questo investimento nell’identità del sé, che ricrea continuamente l’illusione della separazione dall’uno. E’ il velo dell’esistenza , a cui crediamo fermamente, il sogno dell’individualità.
Segue...

di Tony Parson: L'incomprensibile unicità - Prima parte

Tratto dalla rivista: 3ème Millénarie n. 78
(Traduzione della Dr.ssa Luciana Scalabrini)

http://www.sviluppocoscienza.it/parsons%20unicità.htm

 
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