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Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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La danza della diversità nell'Unità

Post n°622 pubblicato il 28 Maggio 2009 da Praj
 

Il senso dell’ego non può coesistere con il senso dell’Unità, può esistere solo nella illusoria
visione separata, nella dualità. E’ fondato necessariamente su una percezione di separazione. Dovunque guarda l’ego vede separazione. Interpreta ogni differenza che osserva come separazione.
Ma è reale ciò? Da dove deriva questa interpretazione di sé che vede qualunque cosa diversa come separata da se stesso?
L’ego vede i confini tra cose e persone e s’inventa, per auto confermarsi, anche particolari barriere promuovendo e sostenendo diversificate ideologie che sono affini alla sua presunta identità individuale. Tutti queste differenze vengono
visualizzate dall’ego come potenziali pericoli da combattere o problemi da rifuggire. Questo lo mette in un atteggiamento sempre difensivo pronto a proteggersi da qualunque cosa esterna diversa da sé. Il suo universo psicologico è carico di emozioni negative, stati di disagio.
Questa ottica che supporta l’illusorio senso di separazione è la fonte primaria della sofferenza psichica. In realtà non esiste un sé separato in opposizione a ciò che sta fuori di noi. C’è solo il Sé, l'Uno, il quale crea ogni nuovo istante da se stesso. Ogni cosa è il Sé che si esprime come un fiore, un pesce, un uomo, un pensiero, una sensazione, un colore, un rumore... una stella.
Il Sé però non può essere riconosciuto soltanto attraverso i buoni comportamenti ma anche dietro a quelli malvagi, che è ciò che si verifica quando il Sé identificato in un corpo mente è perso nell’ipnosi che lo rende impaurito dal sentirsi separato.
Il Sé è sia il bruto che l’assassinato, colui che è nella gioia e colui che è posseduto dalla cattiveria. Esso riveste ogni parte che sia mai stata espressa nella manifestazione perché non c’è nessun altro.
C’è soltanto l’ipnosi Divina che ci fa credere che ci sia di un altro. La mente è specializzata ad illudere ma ha difficoltà a comprendere che non ci sia qualcun altro, perché ciò é in contrasto con la sua disposizione meccanicistica, programmata per identificarsi con un organismo corpo-mente.
Così quando si sperimenta l’Unità, come accade per fugaci istanti, anche più volte al giorno, essa non viene riconosciuta. Passa inosservata e non viene colta. L’unità viene respinta dalla mente identificata nell’ego perché riconoscerla minaccerebbe la sua esistenza.
Non è nella sua natura riconoscersi come Unità.
Perciò dobbiamo sapere e sperimentare, mediante un percorso meditativo, che non c’è nessuna barriera se non nelle proiezioni distorte del nostro ego. Esiste soltanto l’Uno-Tutto che crea, gioca ed esprime se stesso in ogni forma che vediamo apparire nell’esistenza.
Mentre invece non c’è nessun luogo o fenomeno dove il Sé non sia. Proviamo a riflettere un momento e cerchiamo di accogliere realmente questa ipotesi di verità. Nonostante la mente abbia una sensazione molto diversa, se veramente compresa, questa ipotetica verità può trasformare la nostra vita.
Ogni cosa che vediamo, ogni cosa ed essere che esiste, ogni fenomeno che accade è una manifestazione del Sé. Se questo lo realizziamo come Verità, come esperienza diretta, la nostra vita interiore avrà un incredibile cambiamento.
Non ci sentiremo più separati, ma percepiremo per sempre in noi un meraviglioso senso di Unità che ci fare godere la Vita che ci sta accadendo.

 
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