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Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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Miraggi che si autopercepiscono

Post n°661 pubblicato il 25 Agosto 2009 da Praj
 
Tag: Credenze, Io

Noi esseri umani siamo strutture macroscopiche in un universo le cui leggi risiedono a livello microscopico. In quanto esseri che cercano di sopravvivere, siamo indotti a cercare spiegazioni efficaci che si riferiscono soltanto a entità del nostro stesso livello. Perciò tracciamo confini concettuali attorno a entità che percepiamo con maggior facilità, e nel far questo ci ritagliamo su misura quel che ci sembra essere la realtà. L'io che ciascuno di noi crea per sé stesso è un esempio per eccellenza di una tale realtà percepita o inventata, e riesce così bene a spiegare il nostro comportamento che diventa il fulcro attorno a cui il resto del mondo sembra ruotare. Ma questa nozione di ”io” è soltanto una formula abbreviata per indicare una gran quantità di fermento e agitazione di cui siamo necessariamente inconsapevoli.
...

Alla fine noi, miraggi che si autopercepiscono, si autoinventano, si autoconsolidano, siamo piccoli miracoli di autoreferenza. Crediamo in biglie che si disintegrano non appena ci mettiamo a cercarle, ma che, quando non le cerchiamo, sono reali come qualsiasi autentica biglia. E' la nostra stessa natura a impedirci una piena comprensione della loro natura. Sospesi a metà tra l'inconcepibile immensità cosmica dello spazio-tempo relativistico e il guizzare elusivo e indistinto di cariche quantiche, noi esseri umani, più simili ad arcobaleni e miraggi che ad architravi o macigni, siamo imprevedibili poemi che scrivono sé stessi – vaghi, metaforici, ambigui, e a volte straordinariamente belli.
Probabilmente, vedere noi stessi in questa maniera non è così rassicurante come credere in ineffabili aure ultraterrene, dotate di esistenza eterna, ma ha le sue compensazioni. Ciò che si perde è quella intuizione infantile che ci porta a credere che le cose sono esattamente come appaiono, e il nostro io, apparentemente solido come una biglia, è la cosa più reale al mondo; ciò che si guadagna è la consapevolezza di quanto impalpabili e rarefatti siamo nel cuore stesso della nostra interiorità, e di come siamo radicalmente diversi diversi da ciò che sembriamo.

 

Dal libro: Anelli nell'io ( Cosa c'è al cuore della coscienza? ) di Douglas Hofstadter – Mondadori editore



 
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