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Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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L'ipocrisia, la zona d'ombra

Post n°689 pubblicato il 28 Ottobre 2009 da Praj
 

Quando ammettiamo che in noi possono albergare tutti i vizi, debolezze e virtù umane abbiamo già fatto il primo passo per liberarci dall'ipocrisia, oltre che dall'illusione di essere migliori o peggiori degli altri. Siamo umani come chiunque, soltanto che abbiamo una storia più o meno fortunata, un destino  particolare.
Dovremmo ammettere che le cadute nelle nostre zone d'ombra, aree di malessere, spesso non si sono evidenziate solo per pura coincidenza o capacità particolare di tenerle nascoste alla altrui visione e riprovazione.
Queste zone d'ombra, private, non sempre hanno l'occasione di emergere, per mille motivi, i più svariati. Tuttavia queste zone grigie e oscure del nostro animo sono presenti e sono solo le circostanze della vita che le mettono in rilievo pubblico.
Noi le conosciamo bene ma non le ammettiamo mai pubblicamente. O lo facciamo molto raramente.
Allora è il caso di smettere di giudicare gli altri con falsi moralismi solo perché hanno messo il piede in fallo mentre a noi è andata finora bene, perché il destino è stato fino ad ora clemente e beffardo con il prossimo.
In noi tutti, volenti o nolenti, albergano sia la luce che l'oscurità. Riconoscerlo e accettarlo è la base per perdonarci e perdonare, per imparare a considerare gli errori nostri e altrui con maggior compassione e valutare gli eventuali sbagli dell'essere umano con sempre minor supponenza e arroganza.
In questo atteggiamento ci sono gli elementi di una crescita e reale cambiamento, non certo nella finzione di essere impeccabili o fuori da ogni contaminazione negativa.
Altrimenti, siamo condannati a restare prigionieri del gioco sporco della mente ipocrita che guarda sempre la pagliuzza che è nell'occhio del nostro simile e non s'accorge della trave che è nel proprio occhio.
Chi è senza peccato scagli la prima pietra, diceva un grande Essere. Purtroppo, ancora oggi, si constata invece che una folla sterminata di ipocriti ha la spudoratezza di lanciarla comunque. Se vogliamo essere sinceri e  onesti con noi stessi piuttosto dovremmo riconoscere che ognuno di noi è portatore di inconfessati comportamenti, pensieri o attitudini che nascondiamo agli altri per vergogna, per apparire migliori o diversi da quello che siamo realmente.
Ciò succede perché vogliamo rappresentarci soltanto come individui univoci e non per quel che siamo nella nostra interezza. La nostra ambiguità e contraddittorietà sta proprio nel non accettarci totalmente, nel rifiutare le nostre debolezze e colpe per vantare solo meriti, capacità.
ll mondo, secondo me, è anche nel disordine proprio per la somma di tutte le nostre falsità , le auto indulgenti idee su noi stessi e la colpevolizzazione spietata delle altrui cadute e debolezze.
Se non riusciamo a comprendere che noi siamo il mondo e che proiettiamo il nostro mondo interiore sugli altri con giudizi e condanne non avremo nessuna possibilità di trasformarlo.
Per cui incominciamo a sbarazzarci dell'ipocrisia lanciatrice di pietre e trasformiamo innanzitutto noi stessi facendo chiarezza con onestà su quel che siamo davvero, liberandoci dalle maschere di comodo.

 


 
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