Creato da Praj il 30/11/2005
Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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A CHI GIOVA?

Post n°796 pubblicato il 09 Settembre 2010 da Praj
 
Tag: Blog

Dopo una pausa di riflessione, che è stato anche un viaggio nel mondo di Facebok, mi domando: a chi, a quanto e cosa può servire meditare, dialogare, su argomenti riguardanti la ricerca spirituale, il viaggio interiore, in uno spazio virtuale come quello di un Blog?
Lungi da me essermi fatto delle aspettative... però mi piacerebbe avere un feedback (un riscontro scritto) da chi legge, alla domanda che ho posto, ammesso che ritenga interessante ed opportuno rispondermi.
Gradirei delle osservazioni sul tema, come fareste davanti ad uno specchio...che vi riflette senza nessun giudizio... fiduciosa-mente.
Con una relativa esperienza condotta in anni di frequentazione della
  blogsfera - in particolare nel spazio di Libero Blog- ho ricavato queste impressioni che sono chiaramente soggettive, generiche e parziali.
ll blog personale è molto spesso un trip (viaggio psicologico egocentrico) che mostra sempre una qualche nostra vanità. E' basilare che lo si sappia. Poi, può anche avere un qualche valore indiretto per qualcun altro ma solo se ciò lo facciamo chiaramente intendere e non ci illudiamo che stiamo facendo un servizio.
Si ammetta apertamente che non stiamo prodigandoci nel donare la nostra arte, la nostra disponibilità umana... ma ci stiamo solo godendo una nostra presunzione talentuosa. Dunque, il blog personale è innanzitutto una espressione di vanità, non raccontiamoci che sia altro! E' un nuovo e originale trip dell'ego in cerca di nuovi territori per affermarsi. Alcune forme espressive sono particolarmente abili nel dissimulare questo desiderio di protagonismo, di apparizione.
Niente di sbagliato, ma è bene esserne consapevoli. Se non si è consapevoli di questo, il nostro blog, come una cangiante bolla d'illusione scoppia prima o poi senza lasciare segni; svanisce come un sogno di seduzione di cui non si ricorda più nulla al mattino quando ci si sveglia. Se non si è consapevoli della nostra vanità, del nostro orgoglio che cerca una qualche forma di applauso, si rischia di scivolare in una coatta masturbazione mentale quotidiana, in una nuova dipendenza psicologica che spacciamo come bisogno originale di espressione creativa.
Il blog è una mera estensione virtuale del nostro ego dalla quale emana proiezioni intellettuali, immaginative, avidamente proteso a rincorrere approvazioni e consensi variamente qualificati per alimentarsi d'energia psichica ed emotiva. Se l'operazione non ha riscontri e conferme ben presto è destinato a deperire, a consumarsi nella stanchezza delle riproposizioni, nella ripetizione stantia del proprio impotente narcisismo.
Occhio dunque alle motivazioni che stanno dietro al bisogno di farsi un blog: in esse si nascondono vuoti e e mancanze  reali di cui dovremmo prendere coscienza, prima di scaricarli nel mare delle speranze perdute, dei sogni traditi, dei rimpianti mai riconosciuti, cercando sensazioni, stimoli e affetti compensativi.

 

 
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