Leggo da tempo toni allarmistici in merito al fatto che dal 1° Maggio 2011 i cittadini europei subiranno il più micidiale attacco alla loro libertà personale che la storia ricordi: la fine della possibilità di curarsi con prodotti erboristici dall'utilizzo millenario.
Ho cercato di capire se ciò fosse vero e vedo che la cosa sostanzialmente riguarda la documentazione bibliografica o le certificazioni di esperti comprovanti che il medicinale in questione o un prodotto corrispondente ha avuto un impiego medicinale per un periodo di almeno trent'anni anteriormente alla data di presentazione della domanda, di cui almeno 15 anni nella Comunità.
Dato per scontato che la medicina ufficiale e le case farmaceutiche siano d'accordo con tutto ciò, ovviamente, mi domando cosa comporta questa nuova direttiva per l'utente che fa uso di questi prodotti consapevolmente? Non penso che sarà la mancanza sull'etichetta delle indicazioni terapeutiche del prodotto che non glielo farà usare, almeno lo spero.
Io credo che, come sempre, non tutti i "mali" vengano per nuocere.
Probabilmente sarà necessario che chi vuole usare questi prodotti acquisisca più consapevolezza di quel che fa: informandosi, documentandosi in proprio, acculturandosi e poi, assumendosi la responsabilità, facendone uso comunque, aldilà di ogni controindicazione o qualsivoglia boicottaggio. Per alcuni aspetti potrebbe addirittura essere un fattore di crescita, di maggior consapevolezza delle proprie scelte terapeutiche. Non credo che sarà proibito acquistare prodotti erboristici, o no? Già per i prodotti omeopatici sulle confezioni non ci sono le etichette che dichiarano effetti tereapeutici, mi sembra. O no?
Quando non si è daccordo con un principio o una idea non la si scavalca, pur stando nella legalità, facendo controinformazione, controcultura? Non si fa ciò anche in altri campi dove vige una egemonia: nella religione, politica, informazione, spettacolo..?
Se però ci sono altri motivi importanti (commerciali o di altro ordine) che mi sfuggono mi piacerebbe che qualcuno me li mostrasse, aiutandomi a capire meglio la problematica tanto discussa e controversa che, a dire il vero, conosco poco.
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Praj il 01/05/11 alle 13:27 via WEB
LA LEGGE E' ENTRATA IN VIGORE PROPPRIO OGGI!
Ecco, tra i punti controversi, il punto 5 della direttiva stessa, tratto dal link ufficiale del portale europeo legislativo:
(5) La lunga tradizione di un determinato medicinale consente di ridurre la necessità di una sperimentazione clinica, se e in quanto l'efficacia del medicinale risulta verosimile in base all'esperienza e all'impiego nel lungo periodo. Non risultano necessarie prove precliniche qualora il medicinale, in base alle informazioni sul suo impiego tradizionale, dimostri di non essere nocivo nelle condizioni d'impiego indicate. Tuttavia, poiché neppure una lunga tradizione consente di escludere eventuali timori circa la sicurezza del prodotto, le autorità competenti dovrebbero avere la facoltà di richiedere tutti i dati necessari per la valutazione della sicurezza. La qualità di un dato medicinale non è determinata dal suo impiego tradizionale. Pertanto non dovrebbero essere concesse deroghe all'obbligo di effettuare le necessarie prove chimico-fisiche, biologiche e microbiologiche. I prodotti dovrebbero soddisfare le norme di qualità contenute nelle monografie della farmacopea europea pertinenti o in quelle della farmacopea di uno Stato membro.
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A quanto sembra, obiettivamente, non sembra una forma di controllo così liberticida.
Dopodichè, vorrei sapere se comunque potrei usarlo, aldilà di queste sperimentazioni che, ovviamente, si rifanno ai paradigmi della farmacopea ufficiale, convenzionale, che non sono obbligato a seguire. credo. Resta da vedere se anche un prodotto che non abbia quei parametri valutativi, sia comunque sul mercato per chi, comunque, volesse farne uso, sotto la sua personale responsabilità e convinzioni.
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Buon 1° Maggio! Ciao :-)
(Rispondi)
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il 09/07/2023 alle 12:42
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