Creato da Praj il 30/11/2005
Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

Area personale

 

Ultime visite al Blog

lenterisZanzarina11gocciadiluna_1964SemidiluceeamorePrajcassetta2magdalene57moon_IDesert.69antonella.2009Arianna1921chirizzi.interfruttaDoNnA.Sil_tempo_che_verraLavoro_Rino
 

FACEBOOK

 
 

FACEBOOK

 
 

Ultimi commenti

Archivio messaggi

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 
Citazioni nei Blog Amici: 154
 

 

Disclaimer:

 

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica poiché viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62/2001.
Le immagini pubblicate e i video tutte tratti da internet e quindi valutate di pubblico dominio. Questo vale anche per alcuni brevi estratti di testo presi da alcune pubblicazioni, di cui però è sempre citata la fonte.
Qualora il loro utilizzo violasse i diritti d’autore, lo si comunichi all’autore del blog che provvederà alla loro immediata rimozione.

 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

 

« CASA DI VETROAVIDITA' »

SPECCHIO UMANO

Post n°1044 pubblicato il 11 Luglio 2011 da Praj
 

Non prendertela con chi ti fa boccacce e ti insulta più tu l'insulti. Non sentirti adulato da chi ti fa moine accattivanti alle quali replichi con immediato piacere.
Non vedi sciocco amico che sei di fronte solo ad uno specchio di cornice umana che ti riflette?



 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Commenti al Post:
spersadiillusioni
spersadiillusioni il 11/07/11 alle 09:59 via WEB
e quindi prendiamocela con noi stessi..Frantumiamo lo specchio in modo che ciò che vediamo e sentiamo siano la stessa cosa di ciò che siamo e diciamo. ;-) Buona giornata Praj
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 11/07/11 alle 11:34 via WEB
... non occorre però romperlo, basta essere consapevoli di questa realtà: ciò che vediamo e sentiamo è un riflesso di un noi a livello più profondo. Allora cambiano inevitabilmente parecchie cose... inizia una trasformazione. Buon inizio settimana, Ester! :-)
(Rispondi)
 
 
spersadiillusioni
spersadiillusioni il 11/07/11 alle 20:28 via WEB
Vero non ci ho riflettuto abbastanza, rompere lo specchio è come rifiutarsi di guardare se stessi..allora dobbiamo pulirlo bene in modo che anche il più piccolo alone sparisca, così..si ecco così ora possiamo vedere se vogliamo tutti i più piccoli nostri nei. ;-)
(Rispondi)
 
 
 
Praj
Praj il 11/07/11 alle 20:47 via WEB
... supplementare e ottima riflessione, cara Ester. Dolce serata. :))
(Rispondi)
lenteris
lenteris il 11/07/11 alle 10:30 via WEB
Quando mi arrabbio, se reagisco malamente è sempre perché c’è un qualcosa da risolvere, in me, non in qualcun altro. Deleghiamo agli altri il nostro benessere e le nostre soluzioni. Stiamo di fronte all’oggetto della nostra rabbia (che poi non è quasi mai la causa ma forse l’occasione, semmai, di superamento) come di fronte ad uno specchio. Ci siamo noi lì davanti. Quella parte di noi che chiede aiuto e attenzione. L’altro, l’oggetto della nostra rabbia, sta operando per noi, anche se non lo sa o chissà... magari ci sta irritando volutamente, ci sta solo insegnando, ci sta aiutando a crescere. Alla fine, se fossimo saggi, dovremmo ringraziarlo... Io invece adesso ringrazio te Praj per tutti questi spunti appassionanti:):)
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 11/07/11 alle 11:39 via WEB
Grazie anche a Te, che mi offri l'opportunità di esternare e condividere queste tematiche appassionati per un sincero ricercatore di sè. Per quanto mi riguarda, una volta, quando sorgeva in me l'aggressività, ciò era quasi sempre accompagnato dal pensiero che fosse l'altro ad aggredirmi. Poi ho imparato ad osservarmi con più attenzione. Infatti ora noto, dall'aspetto dei miei pensieri, quando mi sento arrabbiato o minacciato, che essere aggressivo e sentirmi aggredito sono un'unica cosa nella mia mente coinvolta in quel processo. Per cui ho capito che se sono in grado di sentire la mia aggressività è molto più difficile che sia aggressivo. E' stato veramente importante imparare a non reagire immediatamente all'aggressione dell'altro con un'altra aggressività. Ho compreso che quando sono pienamente presente sento molto meglio la mia reattiva aggressività. Posso allora sentire l'altro dentro me, sentire la sua sofferenza di sentirsi a sua volta minacciato. Percepisco maggiormente la sofferenza dell'essere aggressivo. Per cui tendo a rispondere alla sofferenza del mio interlocutore piuttosto che alla sua aggressione. Come accusatore invece sono portato a sentirmi aggredito senza sentire la mia aggressività. Interpreto il mondo come ostile invece che come sofferente. Questa interpretazione mi spinge a costruire un mondo effettivamente aggressivo poiché la maggior parte dei miei interlocutori tende a reagire altrettanto automaticamente con aggressività alla mia aggressività. E' come un oggetto nello specchio che si riflette all'infinito in una sala di specchi: questo è il meccanismo di fondo dell'aggressione generalizzata. Ora non reagisco più in questo modo. Posso soffrire sentendo la sofferenza di chi mi aggredisce, cercando di evitare di venire rinchiuso nella trappola dell'ostilità senza poterne trovare l'uscita. Quando sono consapevole posso anche avere pensieri aggressivi ma, per l'appunto, li riconosco subito come tali. Non do loro più energia, alimentandoli con la giustificazione. So che si tratta di semplici pensieri, non sono portato ad obbedire loro meccanicamente. Inoltre, la conoscenza che ho dei miei pensieri arrabbiati, mi permette di comprendere empaticamente i pensieri di chi mi aggredisce con parole o con azioni, perché capisco che egli non sta vedendo i suoi pensieri con la stessa consapevolezza che ho io in quel momento. L'errore che posso invece compiere quando sono aggressivamente inconsapevole è il non mettere spazio tra me e le mie emozioni. Credere che il mondo ostile che proietto sia reale. Piuttosto di provare compassione per la sofferenza dell'altro, m'immagino che egli gioisca per la mia, il che mi fa arrabbiare ancora di più. Anche se l'irritazione a tutt'oggi è sempre possibile, invece di accusare l'altro della mia sofferenza e aggredirlo, trovo molto meglio far sorgere in me una sana risposta alla rabbia, attraverso la coltivazione della calma e della compassione, che poi sono i frutti primari della presenza della consapevolezza. L'importante è dunque comprendere con chiarezza che non vi è consapevolezza reale senza compassione, come non vi è compassione senza consapevolezza. Un sorriso e buona giornata :-)
(Rispondi)
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963