Praj il 26/07/11 alle 12:11 via WEB
Ciao Lara... certo che mi metto in discussione! Però lo faccio sulle modalità di comunicazione, di comportamento, di relazione, non su quello che è una realizzazione interiore vissuta come incontrovertible e che rinonosco come Essenza e Centro di ognuno. Il problema è nella periferia, nella quale purtroppo siamo costretti ad usare - ancor di più in ambito virtuale - parole e concetti che, come puoi vedere sono elementi che spesso danno un senso di separazione più che di unione. Per quanto riguarda quei che tu chiami "territori spirituali" capisco che possa emergergere un certo sconcerto quando si riscontrano incoerenze, situazioni, che sembrano smentire le belle parole che vengono sparse o conclamate. Non posso quindi rispondere di altri che non conosco, di realtà spirituali che non pratico. Perciò suggerirei, aldilà del fastidio o della delusione che si può provare di fronte ad aspetti che che non ci convincono, che ci lasciano perplessi, di ritornare a noi, a guardare in noi stessi piuttosto che "giudicare". Certo, i fenomeni che tu poni in rilevo esistono, ed esisteranno sempre, fanno parte delle scorie dell'ego spirituale che molti noi conoscono o impareranno a conoscere. Tuttavia, non indugerei su ciò per giustificare il fatto che invece il punto sia sempre il tentativo di sviare il lavoro su noi stessi, dentro noi stessi. Ogni occasione è buona: l'altro, casomai ci fa solo da specchio, non è mai la causa di ciò che ci disturba. Quando l'altro non commette abusi, manipolazioni, prepotenze, coercizioni... siamo sempre liberi di non dare al suo gioco - ritenuto negativo o egocentrico - di non daregli energia, di lasciarlo ai suoi eventuali "deliri". Ripeto: che ci importa se un l'alto di dichiara di essere quello che in effetti non è? Ciò che conta è sempre ciò che succede in noi, cosa impariamo noi da ogni esperienza, da ogni situazione, per crescere. In questi anni ne ho visto e ne ho lette di cotte e di crude, per cui non c'è nulla che mi sorprende, o almeno non mi sorprende più di tanto.
Il contraddittorio è buono, secondo me; dovrebbe però riconoscere la dimensione dell'esperienza vissuta. Riterrei utile avere da parte di chi è all'inizio di un percorso o avendo avuto solo un percorso breve un disponibilità all'ascolto, all'apertura. Sarebbe molto apprezzabile lo stato di ricettività, la quale non pretende di confrontarsi come se questa esperienza differenziante non ci fosse. Ciò non implica nessuna ammissione di superiorità - che in senso esistenziale e spirituale proprio non c'è e non ci può essere - ma solo la presa in carico di un dato di fatto esperienziale. Io non mi metterei mai a discutere con un insegnante di alpinismo, di pianoforte o con chiunque sia abbastanza esperto in un qualsiasi campo, volendo mettermi sullo stesso piano in confronto. L'unica cosa che potrei casomai obiettargli sarebbero i modi con cui mi passa la sua competenza, esperienza, sicuramente più ampia della mia. Infine, sul termine "risvegliati": esso è un termine indicativo che può essere mal interpretato. Diamo comunque il beneficio della obiettiva difficoltà di trasmettere o cercare di comunicare ciò che è quasi impossibile comunicare con le parole a chi non non ne ha fatto esperienza diretta. Siamo quindi in territori "nuovi" con cui ognuno deve imparare a come muoversi, esprimersi. In Fiducia, ti sorrido. :)
(Rispondi)
|
Inviato da: lenteris
il 09/07/2023 alle 12:42
Inviato da: lenteris
il 09/07/2023 alle 12:33
Inviato da: lenteris
il 09/07/2023 alle 12:31
Inviato da: lenteris
il 09/07/2023 alle 12:28
Inviato da: lenteris
il 09/07/2023 alle 12:24