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Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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« COMPRENSIONE & COMPASSIONEESPERIENZA MISTICA »

ABBANDONARSI AL MISTERO...

Post n°1885 pubblicato il 11 Marzo 2013 da Praj
 

"Non devi fare nulla, ma abbandonare la tua volontà alla propria disposizione. Le tue cattive qualità si indeboliranno e ti tufferai con la tua volontà nell'Uno dal quale uscisti in principio.
Tu giaci prigioniera delle creature: abbandona la tua stessa volontà e morranno in te le creature e le loro cattive inclinazioni, che ti trattengono perché tu non vada a Dio".
 
(Jakob Böhme, Dialogo tra un'anima illuminata e una priva di luce, n. 48)




 
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Commenti al Post:
Praj
Praj il 11/03/13 alle 20:09 via WEB
L'Uno, il "Sì", è puro potere, è la vita e la verità di Dio, o Dio stesso. Dio però sarebbe inconoscibile a Se stesso e in Lui non vi sarebbe alcuna gioia o percezione, se non fosse per la presenza del "No". Quest'ultimo è l'antitesi, o l'opposto, del positivo o verità; esso consente che questa divenga manifesta, e ciò è possibile solo perché è l'opposto in cui l'amore eterno può divenire attivo e percepibile. (Jacob Böhme)
(Rispondi)
Praj
Praj il 11/03/13 alle 20:10 via WEB
Sebbene possa trovare questo determinismo inaccettabile perché sembra neghi la mia irrinunciabile identità e possibilità di scelta, per Dio ciò è irrilevante. Questo perché è solo in Dio che si trova il compimento della completa espressione dell’assoluta Libertà. La presunta parte (me) dipende necessariamente da Dio: quindi non ha mai potere reale in sé. Allora non c’è niemmeno la possibilità di abbaondonarsi come volontà personale. Perché anche come ego sono, nei fatti, semplicemente forma e espressione di Dio. Quando tuttavia io sono il Ciò che è (Dio), dis-identificato, e non ho nessuna considerazione di ciò che sono, o non sono, quando non c’è secondo, io divengo l’abbandono stesso, perché non rimane nulla a cui abbandonarsi. Non ho perciò niente da aggiungere con un abbandono personale. In questa comprensione, esso diviene chiaramente superfluo. Ogni abbandono secondario va e viene, non è che un ombra effimera dell’abbandono essenziale. Per cui se anche volessi sviluppare una modalità di gestione dell’abbandono creerei solo una sorta sovrapposizione mentale inutile. Nonostante possa credere di potermi abbandonare in quanto persona, in realtà non è mai il mio abbandono che accade, perchè anch'esso è nient'altro che la Volontà di Dio.
(Rispondi)
Praj
Praj il 11/03/13 alle 20:11 via WEB
Anche il fatto che tutto ciò che viene espresso e allude all'abbandono... restino delle semplici parole al vento e mero cibo per la mente di molti e non si traduca in Mistica Comprensione è anch'esso Volonta del Divino. Ecco perchè si dice che la Fede (Abbandono, Resa) è dono della Grazia. Con la mente non si può che girare in tondo, a vuoto, rispetto alla comprensione, continuamente.
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 11/03/13 alle 20:13 via WEB
Infatti non si può afferrare con la mente. Essa è l'ostacolo all'abbandono... alla Fiducia, al lasciarsi andare al Mistero dell'inconoscibile. A quel punto, non c'è più alcuno che abbia dei bisogni di definire alcunchè. Nella Resa ll senso di separazione scompare, pur mostrandosi come forma nella danza Cosmica che si esprime in rappresentazioni apparentemente differenziate.
(Rispondi)
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