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Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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« La parole non c'entranoRincorrere l'ombra »

Si parla di mappe... non di territori

Post n°341 pubblicato il 04 Ottobre 2007 da Praj
 

C’è chi dice che non ha senso scrivere di certe cose spirituali, che non serve a nessuno, che ciò non comunica niente… e che l'azione di voler trasmettere la propria personale esperienza spirituale è un' azione egoica, e non ha è non può avere nessuna funzione sull'altro... è sostanzialmente spazzatura per l'altro.
Per fortuna sembrerebbe che per qualcun'altro non è così... e c'è chi ha un pò più fiducia ed è un pò più aperto... disponibile all’accoglimento almeno di certe ipotesi e riflessioni.
Ed è solo per costoro che forse vale la pena di continuare... anche se agli scettici quella "trasmissione" può dare fastidio, annoiare, sembrare spazzatura.
Ma, come si sa, ci sarà sempre qualcuno a favore e qualcuno contro, come in ogni manifestazione della vita.
Puntualizziamo. E' evidente che quando si parla di ricerca interiore si parla sempre di mappe... perché il territorio, volenti o nolenti, lo dobbiamo scoprire da soli. L'illusione di base sta, per me, nell'identificazione con la mente che fa immaginare che ci siano "nemici" interiori che si debbano affrontare, che ci sia una lotta fra luce e oscurità... che ci sia una parte di noi che deve combattere contro un'altra, che ci sia una divisione.
Un dualismo che in realtà invece solo apparente, inventato dalla mente.
Questa aspirazione a diventare diversi da ciò che si è, è sostenuta dal credere che ci sia ancora un "io" che può scegliere... cos'è la realtà e cosa è l'illusione, quando invece è proprio il soggetto stesso che dovrebbe scegliere l'effetto dell'illusione stessa, del sogno costante.
I concetti che riguardano l’essere avanti o indietro in questo campo... per me sono balle mentali... dinamiche oniriche che appartengono al sogno del sognatore spirituale, teso eroicamente ad un arrivismo celeste, alla ricerca di di una consolazione, di un compenso psicologico.
Dunque, non si può sentire che sta arrivando il momento della liberazione da questo inganno mentale... perché quel momento è da sempre qui.
Quando si crede di sentirlo arrivare… inavvertitamente lo si sposta nel divenire e lo si perde ancora. E con questa continua perdita, la battaglia interna si alimenta all'infinito.
Diciamo allora che é necessario un viaggio "iniziatico" per arrivare a comprendere che non c'è mai stato quel "qualcuno" che credeva di averlo intrapreso.
Il punto di contestazione di questo "ambiguo" o contraddittorio messaggio però mi sembra di capire sia questo: è utile rivelarlo a chi, in quel momento, non può capirne il senso profondo, che non c'è un viaggio da intraprendere... che tutto è già qui? Serve a qualcosa, a qualcuno, dire che non c'è una meta da raggiungere... se colui che lo sente dire non se ne fa niente di questa affermazione?
Io stesso sto imparando a capire, o almeno mi sembra, quando, come e a chi è utile rivelare certi "segreti". Mi sto pian piano raffinando, gestisco meglio le mie passioni "spirituali".
L'esperienze insegnano, anche ai duri di comprendonio come me.
Dai e dai... qualcosa imparo cammin facendo. ... ah ah ah!
Rido, in questo caso, non per il contenuto di un qualche film comico, o barzelletta, ma perché dopo aver pianto e sofferto durante la visione del film drammatico, ha volte tragicomico, della mia vita, ho "scoperto" che non era altro che una proiezione nella quale mi ero identificato totalmente, e non era affatto la realtà che ora vedo con occhi e cuore nuovi.
Questa " illuminazione" istantanea  ha creato l'inevitabile scoppio della risata liberatoria... ed il successivo silenzio interiore, anche se spesso è coperto dalle parole esteriori che galleggiano sull'oceano samsarico, nel chiacchericcio mondano.
Però, cari amici.. guardate che la Risata Suprema, non esclude le altre... eh eh eh! Per cui amo anche i film comici proiettati nelle sale cinematografiche... però senza popcorn... ma con le mentine... ah ah ah!
L'importante è ridere... lasciarsi andare alla risata che, comunque sia, è sempre liberatoria di tensioni e induce al rilassamento... e che se è profonda e totale porta anche al piccolo silenzio. Il che non è male.
E' bello ridere, come è bello piangere... perché è bello lasciarsi andare alle emozioni... con passione e compassione, umanamente.
Il Grande Silenzio che c'è in noi osserva "amorevolmente" queste stupende onde della vita. Una delle più grandi contraddizioni mentali è il volersi dimostrare come assoluto quando si è nel relativo e parlare del relativo quando si è nell'assoluto, nella Contemplazione non mentale.
L'assoluto e il relativo sono sempre compresenti... ma uno è evidente quando l'altro non è. Il renderci conto delle contraddizioni di noi stessi e volerle eliminare è davvero esilarante. E' proprio vero… non c'è via d'uscita... se non nel grande Silenzio.

 
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Commenti al Post:
sofiastrea
sofiastrea il 04/10/07 alle 15:01 via WEB
Forse è spazzatura per chi non comprende…Chi comprende? Certamente chi possiede la capacità di vedere, un dono che nasce da una Coscienza che vuole guardare dentro di sé. Chi continua a speculare sul buono o cattivo, o sull’utile e inutile, o sul bello e brutto forse non si rende conto che nel suo impegno quotidiano di spaccare in due perde il senso dell’unicità. Questi scritti in fondo sono solo mappe come ben dici, poi sta in noi individuare la via. La Coscienza parla in mille modi attraverso un blog, una poesia, uno scritto su un libro, se solo smettiamo di analizzar-lo, se solo ci lasciamo coinvolgere passivamente ecco che qualcosa si svela. La luce comincia a farsi strada ed inonda il cuore. Noi siamo il nostro nemico e noi siamo il nostro amico. “Questa aspirazione a diventare diversi da ciò che si è, è sostenuta dal credere che ci sia ancora un "io" che può scegliere... cos'è la realtà e cosa è l'illusione, quando invece è proprio il soggetto stesso che dovrebbe scegliere l'effetto dell'illusione stessa, del sogno costante." Illuminante questa tua frase.
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 04/10/07 alle 15:11 via WEB
Non aggiungo altro a questo tuo commento, perchè è chiaro ed esaustivo. E' in sintonia con quanto volevo esprimere... e tu, ancora una volta, lo hai colto bene. Grazie, cara Paola, della vicinanza, dell'empatia che mi mostri con le tue splendide osservazioni e acuti rilievi, le quali mi fanno piacere e mi stimolano a proseguire... Un abbraccio. Ciao! :-)
(Rispondi)
shaoyung
shaoyung il 04/10/07 alle 17:32 via WEB
Qualcuno potrebbe anche ritenerla spazzatura; ma che importanza ha? Se questo qualcuno è un individuo insensibile al "risveglio interiore", non ha importanza: il messaggio è come un seme che attecchisce nel terreno, se è fertile da frutto, se è arido no. Se invece è qualcuno cui l'argomento interessa ma che è talmente preso dal proprio cammino da non volere ascoltare altre voci che non la propria, la cosa non cambia di una virgola. Poi ci sono quelli che percepiscono in sé una nostalgia che non hanno ben focalizzato e quelli che invece sono in cammino: per questi il messaggio è importante e in esso si specchiano come sulla superficie mobile di un lago: in parte vi si identificano o vi si riconoscono e in parte no. Io penso che principalmente scriviamo per noi stessi: perché scrivere "senza spirito di profitto" costituisce un processo di chiarificazione delle proprie idee che, se uno vuole, può valer la pena percorrere; poi scriviamo perché siamo esseri sociali e magari crediamo che la "salvezza" (oppure chiamiamola "illuminazione", "consapevolezza") non sia individuale ma collettiva, allora, pur sapendo che il nostro cammino è valido solo per noi stessi e non costituisce un modello trasferibile ad alcuno, lo facciamo perché comunicando facciamo crescere collettivamente l'idea del "risveglio interiore" e partecipandovi cresciamo e mutiamo noi stessi. Un caro saluto, ciao, Giuliano :)
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 04/10/07 alle 17:51 via WEB
Caro Giuliano, anche il tuo commento rivela la qualità del tuo animo e della tua intelligenza. Non posso che condivere la sostanza di quel che hai detto, in modo così chiaro e lineare, a cuore aperto. Grazie, davvero. E' bello sapere che nel cammino si possono incontrare anche pellegrini come Te. Con stima... un abbraccio e un caro saluto ricambiato. :-)
(Rispondi)
niedda
niedda il 05/10/07 alle 18:21 via WEB
Vedi la maggior parte delle persone, cosidette "normali"vede spazzatura, tutto ciò che non riflette, i loro schemi prestampati mentali.
Non tutti Vedono la vera Essenza...
l'energia che scaturisce una parola o discorso scritto in questo caso,un'altro nuovo modo di "vedere" ciò che ci circonda.
nelle parole che leggiamo, ma che "SOPRATUTTO SENTIAMO" c'è l'infinito essere...quella energia che sale..e che si espande , e illumina tutto intorno...
il silenzio è un'altro suono dello spirito che danza dentro.
mi sa che mi son persa..come faccio sempre io..non farci caso ^_^
Un salutone...
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 05/10/07 alle 20:11 via WEB
Non ti sei persa, cara Niedda... ho ben capito cosa mi hai detto e concordo pienamente. Un salutone e un abbraccio :-)
(Rispondi)
warda22
warda22 il 07/10/07 alle 15:11 via WEB
As salamu alaykum Splendente Praj...Quando pratichiamo la danza mawlawiyya come punti evolviamo lungo un cerchio immaginario: il punto ruota ritornando verso se medesimo Quando il punto se ne e' tornato al suo punto di partenza, tutte le branche scompaiono da se stesse...e' il senso profondo del tuo dire! :°) Domenica radiosa. salam karima
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 08/10/07 alle 08:55 via WEB
E' il comprendere, realizzandolo, che Colui che viene Cercato è il Cercatore stesso. Ovvero, Tu sei già, ora, Colui che sta cercando. Lo sei sempre stato. Buona settimana, Karima e grazie... Un sorriso :-)
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violette51
violette51 il 07/10/07 alle 16:40 via WEB
certo che bei percorsi quelli da fare...e spesso si incontra il silenzio ..riconoscendolo!!grazie..vio
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 08/10/07 alle 09:00 via WEB
E' un percorso indispensabile: Non si può riscoprire la naturale e principiale identità, che non è mai mutata e mai può mutare, senza prima averla smarrita nel mondo delle forme. Questo cammino appartiene al destino di ogni uomo. Il come e il quando avverrà questo riconoscimento della suprema Identità in noi stessi, è un Mistero che non è dato a sapere alla nostra mente. Buona settimana, Vio. Ciao! :-)
(Rispondi)
stregabianca3
stregabianca3 il 09/10/07 alle 16:25 via WEB
possiamo scoprire chi siamo solo nel momento che scopriamo cosa siamo e dove la nostra luce è più intensa. (per me certo non è la matematica) Ma ogni percorso ha salite e discese, proprio come la Terra. Ed ogni territorio che attraversiamo sarà sempre molto diverso dalla mappa proprio come in ciò che vediamo. Un territorio sarà più erto, un 'altro più pianeggiante. M ala nostra anima, non è montuosa o pianeggiante, o paludosa, essa è come la Terra, è l'insieme di tutto di ogni piccola parte e di ogni cambiamento. Namastè
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Praj
Praj il 10/10/07 alle 12:10 via WEB
Per mappe intendo le riflessioni e osservazioni intorno alle cose metafisiche, spirituali, psicologiche; il territorio invece è l'esperienza pratica, diretta, la realtà stessa delle cose, non la mera lettura o interpretazione. Namastè :-)
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