Praj il 20/12/07 alle 20:17 via WEB
Sono d'accordo che la vita va vissuta pienamente e che nulla va negato dell'esperienze umane. Mettevo solo l'accento sulla identificazione e riconoscimento dei meccanismi egoici che sottendono alle percezioni del dolore e piacere. Per trovare la giusta via di mezzo, la quale non è segnata dall'insensibilitò nè dalla mancanza di dinamismo emotivo, ma dal bisogno di accompagnare ogni esperienza piacevole o dolorosa con la Consapevolezza. Questo per non perdersi poi nel vortice degli attaccamenti.
A proposito di Shopenhauer... non intendo addentrarmi, non ne sarei all'altezza, in una dissertazione di carattere filosofico e, nella fattispecie, del suo pensiero.
Ma mi piace esprimere un passaggio ed il cambiamento nel mio modo di Vedere e Vivere la vita riguardo alla sua concezione filosofica.
E' stato un grande pensatore che, in una particolare fase della mia esperienza umana, leggendo alcune delle sue opere, mi ha fatto molto riflettere: mi riconoscevo nella sua visione pessimista e fatalista.
Trovavo nelle sue argomentazioni giustificazioni per il mio stato psicologico ed esistenziale di allora.
Ma poi, non sentendomi soddisfatto di questa visione, la mia ricerca, fortunatamente, è proseguita.
E' proseguita con l'approfondimento delle dottrine filosofiche orientali, che tra l'altro, lo stesso Shopenhauer stimava, le quali mi hanno aperto altri orizzonti oltre quello un pò cupo e rassegnato del grande filosofo.
Ho scoperto i grandi insegnamenti tradizionali delle Upanishad, dello Zen, dell'Advaita, ecc...che sono l'aspetto in positivo, compiutamente realizzato del suo pensiero...la trasmutazione della rassegnazione in Accettazione.
Il punto di comprensione di Shopenhauer, benché altissimo, però, a mio modesto avviso, non era stato portato a compimento. Mancava dello stadio finale.
Il suo fondamentale no alla vita che scaturiva nel sentire in ogni manifestazione dell'esistenza quella Volontà della natura impersonale che ci fa sentire "burattini" e che comporta un profondo senso d'impotenza, di noia, d'inutilità, di pessimismo per l'io, negli insegnamenti trascendentali e metafisici delle filosofie orientali non dualistiche, viene trasformato, invece, in un "sì", in Liberazione, proprio su questa terra, permettendo il Rinascere, se profondamente comprese e realizzate, ad una nuova Coscienza.
Il grande pensatore, a mio parere, aveva trovato la serratura giusta ma girava la Chiave in senso opposto.
La sua lettura del senso dell'esistenza, per quanto frutto di profonda osservazione dei fatti della vita, della storia e dell'animo umano, era condizionato da un senso dell'ego non superato, che gli ha creato un pesante senso di rassegnazione, di chiusura , intrappolandolo in un mondo interiore dominato da un grande egocentrismo con conseguente interpretazione della realtà fenomenica come fatto esistenziale fondamentalmente infelice da subire e assolutamente ingovernabile per l'uomo.
Questa sua condizione psicologica, combinata alla sua grandissima intelligenza, carattere e cultura, gli ha permesso di scrivere delle importantissime e monumentali opere filosofiche che hanno contribuito allo sviluppo del pensiero umano ma mancano della Comprensione Ultima del senso della vita e della morte, della Vera Volontà del Tutto (...).
Un caro saluto :-)
(Rispondi)
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il 09/07/2023 alle 12:42
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