Creato da Praj il 30/11/2005
Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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Post n°417 pubblicato il 12 Marzo 2008 da Praj
 

Non c’è nulla dove il Divino non sia. Fermati un attimo e accogli realmente questa verità, perché la mente ha una percezione molto diversa. Se veramente compresa, questa verità cambierà la tua vita. Ogni cosa che vedi, ogni cosa ed ognuno che esiste ed ogni cosa che accade è una manifestazione del Divino.
Il Divino non è solo dietro ad ogni buona azione ma anche dietro a quella cattiva, che è quello che accade quando il Divino è perso nella paura e nell’illusione di essere separato. Il Divino è sia il carnefice che la vittima, colui che ama e colui che odia. Gioca ogni ruolo che sia mai stato giocato perché non c’è nessun altro. C’è solo l’illusione di un altro. Immagina che non ci sia nessun altro! La mente è brava a immaginare ma ha difficoltà a immaginare questo perché va contro la sua programmazione. Così quando si sperimenta l’Unità, come accade per brevi
momenti molte volte al giorno, non viene riconosciuto. Passa inosservato, non apprezzato dalla mente. Peggio ancora!
L’unità viene rifiutata dalla mente egoica perché riconoscerla minaccerebbe la sua esistenza.
L’ego non esiste nell’Unità, può esistere solo nella separazione. E’ creato dalla separazione e la perpetua. Questa è la definizione dell’ego. Dovunque guarda l’ego vede separazione. Traduce tutte le differenze che vede come separazione: vede un albero e poiché l’albero è diverso da come l’ego si immagina si vede separato dall’albero. Ma è vero? Da dove viene questa definizione di sé che vede qualunque cosa diversa come separata da se stesso? E’ la definizione stessa di sè dell’ego che crea l’idea di separazione: diverso uguale a separazione. L’ego vede i confini tra cose e persone. Crea anche dei confini concettualmente in termini di tempo e attaccandosi a particolari credenze. Tutte queste differenze vengono viste dall’ego come potenzialmente pericolose e problematiche. E’ sempre sulla difensiva, cercando di proteggersi da qualunque cosa là fuori diversa da sé. Il suo mondo è pieno di paura, ansietà, gelosia, odio, rabbia e dolore. Quindi questo punto di vista e il senso di separazione è la base di tutta la sofferenza. Ma la realtà non è come la suppone l’ego. Non ci sono confini.
Non c’è un sé separato in opposizione al mondo. C’è solo il Sé, il Divino, che crea fresco ogni momento da se stesso. Ogni cosa è il Divino che si esprime come un albero, un cane, una persona un pensiero, un’emozione, una luce, un suono. Nessun confine. Nessuno. Solo l’Uno. Solo il Divino che crea ed esprime se stesso nella vita.

Estratto dal libro: "Radiance: Experiencing Divine Presence" di Gina Lake

 
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Commenti al Post:
bil37
bil37 il 12/03/08 alle 11:34 via WEB
Ciao, mi è piaciuta molto questa frase: "L’unità viene rifiutata dalla mente egoica perché riconoscerla minaccerebbe la sua esistenza". In effetti noi non pensiamo quasi mai per unità, forse perché il pensiero, da solo, non basta a farci vedere le cose nel loro monismo. Paolo
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 12/03/08 alle 11:51 via WEB
Il pensiero proprio non può esprimere l'Unità... perchè è, per definizione, dualistico. Un caro saluto :-)
(Rispondi)
gryllo73
gryllo73 il 12/03/08 alle 11:42 via WEB
il battito d'ali di una farfalla in oriente crea una tempesta in occidente... nel senso buono naturalmente :-) difficile da vivere per tutti anche se squisitamente semplice da capire! Namastè
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Praj
Praj il 12/03/08 alle 11:56 via WEB
Capire intellettualmente è una cosa, realizzarlo esistenzialmente è un'altra. Più semplice è il primo. Se il capire è solo mentale non è vera comprensione, perchè non si traduce immediatamente nel vivere. Dunque è solo un apparente capire. Ha toccato solo un aspessto superficiale, esteriore di noi stessi. Namastè! :-)
(Rispondi)
sofiastrea
sofiastrea il 12/03/08 alle 11:48 via WEB
l'ego traccia i confini e definisce in immagini, concetti...l'ego spazza nella creatività e raccoglie briciole che assembla e dice "io ho fatto questo e quello" l'ego è la finestra su cui affacciarsi, ma non è l'affacciarsi..._/|\_
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 12/03/08 alle 12:02 via WEB
Hai detto bene: l'ego è solo la finestra... definisce confini che non ci sono in realtà più profonde. Ma noi siamo anche l'infinito mutamento che c'è oltre quella finestra ed anche la Coscienza silenziosa di Ciò che E'. Namastè! _/|\_
(Rispondi)
NowHere7
NowHere7 il 12/03/08 alle 13:03 via WEB
In fondo, è il processo del dare nomi alle cose che "crea" le cose...
Senza la conoscenza che abbiamo della nostra quotidianità non ci sarebbero "le cose"...
In fondo però, anche l'attribuire nomi alle cose, questo "conoscere", è un'espressione del sogno, un'immaginazione...
Anche tutto questo voler sfuggire alla sofferenza psicologica che incombe sugli esseri individuati che crediamo di essere è parte del grande sogno della Coscienza, parte di Lila, il Gioco Cosmico... :-D
Solo quando riconosceremo che anche la sofferenza è impersonale, cioè sta accadendo ma non a qualcuno, fluiremo nuovamente come una goccia nell'oceano... una goccia che s'immaginava essere un frammento di ghiaccio/ego, ma era pur sempre restata un'eterna goccia/oceano...
Quella di "passare una vita intera" ad esistere come un frammento di ghiaccio era appunto solo il sogno di un "istante", un sogno che ADESSO ha cancellato... svegliandosi... Namasté!!! :-D
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 12/03/08 alle 13:30 via WEB
Caspita, amico, sei in formissima!! ah ah ah! Un commento da antologia che unirò all'altro precedente in un prossimo post! Che energia, che lucidità, che consapevolezza, caro Stefano! Ti ringrazio per gli stimoli e contributi chiarissimi che offri e che ho il piacere di ospitare, accogliere. Namastè!!! :-D
(Rispondi)
 
 
NowHere7
NowHere7 il 12/03/08 alle 13:52 via WEB
Grazie mille Praj! Sempre onorato!!! Namasté!!! ;-)
(Rispondi)
 
 
 
Praj
Praj il 12/03/08 alle 13:58 via WEB
L'onore è anche "mio". Grazie mille a Te!!! Namastè!!! ;-)
(Rispondi)
 
 
sofiastrea
sofiastrea il 12/03/08 alle 14:06 via WEB
mi intrufolo , bellissimo il commento di Stefano sull'Addesso che scioglie quella goccia di gelo nel momento del Risveglio...:-)))grazie
(Rispondi)
 
 
 
sofiastrea
sofiastrea il 12/03/08 alle 14:07 via WEB
e cancella...fondamentale
(Rispondi) (Vedi gli altri 6 commenti )
 
 
 
NowHere7
NowHere7 il 12/03/08 alle 15:11 via WEB
Grazie Sofiastrea... in fondo il ghiaccio/gelo non era mai esistito... era soltanto immaginato, sognato, dalla goccia/oceano, che immaginava anche di avere una sua storia personale, un passato, ecc ecc!!! ahahahahahahahah!!! Namasté!!! :-D
(Rispondi)
 
 
 
sofiastrea
sofiastrea il 12/03/08 alle 15:22 via WEB
si può dire quindi che il ghiaccio/sofferenza non è mai esistito...era soltanto immaginato, sognato etc.? è l'ego che ha fatto da raccoglitore e archivista :-)
(Rispondi)
 
 
 
sofiastrea
sofiastrea il 12/03/08 alle 15:28 via WEB
un pò come una puntina rotta in un grammoforo, che quando passa sul disco sempre stona, ma non è rotto il disco e nemmeno è la musica stonata...questa metafora per mettere in evidenza che la puntina va eliminata solo così possiamo davvero ascoltare una musica subblime perchè il disco è perfetto ok?? :-)
(Rispondi)
 
 
 
atisha0
atisha0 il 12/03/08 alle 18:49 via WEB
acc.. a volte le puntine rovinano però il disco... la maggioranza dei casi ;)
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NowHere7
NowHere7 il 12/03/08 alle 15:49 via WEB
Anche il raccoglitore/archivista è stato sognato, e così è stata offerta una possibilità di realtà e di veridicità all'illusione... Quanto è compassionevole la Totalità :-D ahahahahah!!! Namasté!!!
(Rispondi)
 
 
 
NowHere7
NowHere7 il 12/03/08 alle 15:50 via WEB
Sì sono d'accordo con la metafora della puntina!!!
(Rispondi)
stellaserenity
stellaserenity il 13/03/08 alle 10:53 via WEB
La separazione alla base di ogni sofferenza non si può negare e credo che l'ego per quanto possa essere studiato, analizzato e sperimentato avrà ancora un ruolo importante nell'evoluzione umana. Come tante matrioske una dentro l'altra continueremo a tirar fuori di tutto da noi stessi, finché non ci sarà quel riconoscimento del Divino che porterà all'unità con tutto ciò che esiste.Mi piacerebbe chiederti se secondo te l'ego si costruisce di volta in volta o se è un qualcosa che ci appartiene come fosse karma. Un caro saluto! :-)
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 13/03/08 alle 11:38 via WEB
Questa in estrema sintesi è la mia risposta, anche se l’interrogativo meriterebbe un approfondimento. L’ego proviene dall’unica cosa che sia mai esistita: la Coscienza. Nel processo della manifestazione e nella sua attività, la Coscienza si identifica con un organismo individuale affinché l’attività abbia luogo, per rendere possibile il gioco della vita, perché possano prodursi i rapporti di ogni genere: di amore, odio, ecc. La Coscienza impersonale dunque si identifica gradualmente fino a cristallizzarsi con ogni corpo-mente e crea l’ego. L’ego, come noi lo conosciamo, si costruisce attraverso l’aggregazione continua di varie identificazioni con le quali facciamo una sorta d’insieme e nel qual ci riconosciamo e poi che definiamo come: io sono questo, il mio carattere, la mia personalità. Per quanto riguarda il considerare l’ego come un effetto karmico il quale andrebbe poi trasformandosi in questa vita, per correggere, scontare storture o errori passati per, in qualche modo, redimersi ed evolvere, non sono incline a pensarlo. Proprio perché vedo l’ego come un fenomeno illusorio. Perché vedo ormai la vita come un sogno della Coscienza addormentata in noi, dal quale dovremmo e potremmo risvegliarci. Sempre che la Coscienza lo voglia. Quindi non essendoci un ego o agente personale, non vedo come possa incarnarsi di vita in vita un fenomeno che è solo apparente e non sostanziale. Chi si reincarna continuamente è la Coscienza impersonale, non l’ego, non noi. So che per la religiosità popolare che contempla la reincarnazione questa affermazione non è facilmente digeribile e consolatoria, ma dal mio punto di vista, la vedo così. Grazie del bel commento e delle stimolanti domande. Un caro saluto e un sorriso. :-)
(Rispondi)
 
 
ridi_1970
ridi_1970 il 13/03/08 alle 12:31 via WEB
Ciao Praj,questo pezzo per me è interessantissimo,potresti conpletarlo,parlando di "consapevolezza". Namastè Praj.
(Rispondi)
 
 
 
Praj
Praj il 13/03/08 alle 15:10 via WEB
Ciao Ridi, ma non ho capito bene, in senso specifico, la tua domanda. La richiesta di parlare di "Consapevolezza" in generale, senza un riferimento a qualcosa, non miconsente di darti una risposta soddisfacente. Questo io credo. Prova, se vuoi, a riformularmi, la curiosità, l'interrogativo. Un caro saluto e grazie... Namastè! :-)
(Rispondi)
 
 
stellaserenity
stellaserenity il 13/03/08 alle 16:14 via WEB
Grazie per la tua risposta,molto stimolante e su cui dovrò meditare un po'. L'argomento è interessante perché credo che capirlo possa aiuntarci, anche se poco, ad avvicinarci a quella Coscienza impersonale di cui hai parlato. Un abbraccio e un sorriso! :-))
(Rispondi)
 
 
 
Praj
Praj il 13/03/08 alle 18:04 via WEB
Avvicinarci alla Coscienza impersonale non è possibile perchè essa è sempre in noi. Quella coscienza Siamo noi nella nostra Essenza. Non possiamo avvicinarci ad una realtà che è già lì. Essa è lì come lo è il cielo anche quando è coperto dalle nuvole che sono i pensieri. Il fatto di voler cercare di capire con la mente ci rende la cosa impossibile. Perchè questo processo appartiene alla stessa dimenensione del pensiero discorsivo, il quale è sovrapposizione alla Consapevolezza, come lo sono le nuvole al cielo. Il pensiero concettuale transita sullo sfondo della pura Consapevolezza impersonale, immobile ed eterna. Quindi anche i pensieri sul karma, sull'ego, ecc... sono inconsistenti. Sono vuote nuvole di passaggio, impermanenti, sulle quali noi cerchiamo un improbabile quando fittizio ancoraggio. Ricambio abbraccio e sorriso, amica Stella! :-)
(Rispondi) (Vedi gli altri 2 commenti )
 
 
 
stellaserenity
stellaserenity il 14/03/08 alle 11:23 via WEB
Condivido il fatto che voler capire con la mente ci oscura la vista di una realtà già a nostra disposizione. Quello che intendevo è che in seguito ad alcune meditazioni mentali la mente si calma e lascia che da noi riemerga quella consapevolezza che non è fatta di idee ma di stati d'essere.In questo senso intendevo l'avvicinarsi...certo anche uno stato d'essere può essere un'illusione, ma almeno c'è un movimento, un cambiamento che è ciò che la natura umana deve vivere prima di accorgersi e svegliarsi dal sonno. Grazie ancora per le tue parole! :-)
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Praj
Praj il 14/03/08 alle 11:52 via WEB
Certo, calmare la mente predispone al salto quantico... nel ciò che è sempre lì, presente. Può essere un utile esercizio, non dico di no, che forse faciliterà il Risveglio. Il quale Risveglio non è la conseguenza lineare, diretta, dello "sforzo" meditativo, del nostro impegno. La tecnica meditativa, se fatta nel dovuto modo e spirito, crea solo il terreno affinchè possa sbocciare il Fiore della Consapevolezza. Grazie a Te per il contributo interessante che sempre mi regali. Un sorriso :-)
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ridi_1970
ridi_1970 il 13/03/08 alle 17:40 via WEB
Scusa Praj mi spigo meglio. Tu dici che l'ego proviene dalla coscienza,coscienza,che crea tutto,cio' che siamo cio' che pensiamo,e cio' che ci cirgonda. L'ego come dici, è una sorta di matita che pretende di disegnare tutto' cio' che ci riguarda,(nell'identificazione io sono)dal carattere, al desiderio di posssso,ecc. Poi quando parli di reincarnazione,mi tracci una strada nuova,nel senso che forse hai ragione nell'affermare che se cè una reincarnazione,questa non coinvolge,l'io identificato,cioè un "ego",bensi solo lo stato di coscienza,"raggiunto". Coscienza legata ad una coscienza superiore. Questo mi fa' supporre,che ci puo' essere gia' in questa vita,una conprensione maggiore,(Illuminazione) aldila'di un piccolo e mentale vivere nell'ego,(o vivere egoicamente). Ma reincarnazione a parte volevo sapere che rapporto dai alla consapevolezza in un contesto di cui sopra.(coscienza/ego) scusa ancora.
(Rispondi)
 
 
 
Praj
Praj il 13/03/08 alle 18:17 via WEB
Cerco di spiegarmi al meglio, come mi è possibile. L’idea che l’apparente personalità separata può scegliere di fare uno sforzo per arrivare a qualcosa chiamato non dualismo con l’esercizio, le tecniche, la purificazione, la comprensione o qualsiasi cosa che possa essere insegnato o appreso, è l'idea prevalente nell'ambito della ricerca spirituale. Il concetto di aspirare ad un livello di comprensione a partire dal quale il cosiddetto ricercatore può accettare il dualismo della vita e vivere in pace con se stesso e gli altri, sembra essere l’obbiettivo che più interessa. Però, questo genere di percezione non potrebbe essere più lontana dalla liberazione che porta con sé la realizzazione che non c’è nulla né persona che diventa libera. Il tipo d’insegnamento che si basa su uno sforzo personale è un insegnamento alienante semplicemente perché rinforza l’idea del ricercatore e del ricercato. Quando questo è chiaramente visto da “nessuno”, questo rivela chiaramente che la nozione di soggetto e oggetto non è che un semplice concetto illusorio dentro il sogno ipnotico dell’illusione. Di conseguenza l’idea secondo la quale un apparente individuo separato (soggetto) può aspirare all’illuminazione (oggetto) perde ogni fondamento. Diventa altrettanto chiaro che ogni pratica o sforzo per seguire una via, che conduce verso uno scopo futuro vanificano il senso della ricerca personale e costituiscono una diretta negazione dell’unicità eterna, sempre presente. Ogni idea che presuppone la possibilità che pratiche dualiste possano condurre l’apparente ricercatore a una percezione non duale è come quella che pretende che con uno sforzo sufficiente e con forte determinazione un cieco possa imparare a vedere. “Le dottrine, processi e vie progressive alla ricerca dell’illuminazione, non fanno che esacerbare il problema rinforzando l’idea che il sé apparente possa trovare una cosa che presume di avere perduto E’ proprio questo sforzo, questo investimento nell’identità del sé, che ricrea continuamente l’illusione della separazione dall’uno. E’ il velo dell’esistenza, a cui crediamo fermamente, il sogno dell’individualità. Un abbraccio sorridente. Ciao! :-)
(Rispondi)
ridi_1970
ridi_1970 il 13/03/08 alle 20:28 via WEB
Come dire, consapevolezza è, ...."guardati dalla ricerca". Certo hai ragione,basta poco (a me è successo)per buttarla sul mentale,e perpetuare un giro vizioso,che ci distolgie dalla via. ciao:)...e grazie.
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 13/03/08 alle 21:18 via WEB
... la mente è sempre pronta a strumentalizzare ogni tipo d'indicazione. E' solo la "realizzazione" intuitiva profonda che ci può far uscire da questo circolo vizioso. L'ego non fa altro che questo gioco della finta comprensione per perpetuare il suo dominio. Si racconta che tutto va bene così com'è... non sapendo, essendone inconsapevole, che è tutto vero però se non è lui a dirlo... ah ah ah! Grazie a Te, Graziano. ;-)
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angela.luce33
angela.luce33 il 14/03/08 alle 01:11 via WEB
Ciao. Penso che l'utilizzo dell'ego come l'utilizzo delle varie tecniche e/o discipline siano fondamentali per chi si affaccia alla ricerca. Attraverso di esse impari a conoscere te stesso, il funzionamento dei vari sistemi ecc. ma soprattutto ti riequilibri. Quindi credo che non si debba demonizzare questo tipo di lavoro perchè anch'esso serve, anzi, è proprio attraverso questo primo approccio che, nel tempo, si va sviluppando l'intuito. Quando siamo in grado di percepirlo, di vivere in esso, allora, è fondamentale buttare a mare tutto perchè ciò che fino a quel momento ci aveva aiutato diventa il più grosso limite. E allora inizia la vera ricerca interiore che consiste nell'imparare a lasciare fluire se stessi. Ma in effetti a questo punto si parla di ricerca solo per convenzione perchè chi vive nell'intuito è. Namastè.
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Praj
Praj il 14/03/08 alle 09:38 via WEB
Sono d'accordo che l'ego non deve essere nè demonizzato nè combattuto... Va solo capito per ruolo che ha e fargli fare solo la parte che gli spetta. Esso come elemento funzionale, come mente funzionale, deve esserci. La causa della sofferenza è l'ego in quanto mente concettuale che si pensa agente dell'azione e si preoccupa delle conseguenze. Dunque combattere l'ego è una sciocchezza. Perchè l'ego è l'espressione individuale della Coscienza impersonale. L'ego non va combattuto, ma semplicemente testimoniato. Non è un nemico o un ostacolo. E' una finzione. Perchè lottare contro una finzione, una illusione? Un sorriso e Namastè! :-)
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angela.luce33
angela.luce33 il 14/03/08 alle 10:15 via WEB
Sono d'accordo come sempre con quanto dici ma la mia voleva essere una riflessione di altra natura. Finchè asseriamo che c'è qualcosa da capire, secondo me, ci illudiamo. Quando si fa un certo tipo di percorso è naturale, ad esempio, non capire il vero significato dell'io sono ed è altrettanto naturale attraversare quel passaggio in cui il nostro ego va a mille ma è proprio in virtù di questo che ad un certo punto arriveremo a lasciarlo andare, naturalmente poichè, anche se inconsapevolmente, quell'io sono nel tempo ci trasforma a livello sottile attraverso un processo alchemico. Ecco allora che "sentiamo" che siamo e non più "capiamo" che siamo. Namastè! :-)
(Rispondi)
 
 
 
Praj
Praj il 14/03/08 alle 10:36 via WEB
Mi trovo in sintonia con quello che dici. Dunque comprendo e sento quello che vuoi dirmi. Non intendevo però una comprensione solo intellettuale, mentale, ma di tutto il nostro essere. In questo senso comprendere, per me, era anche sentire. L'essere dalle mille sfaccettature è il nostro ego che va verso inesorabilmente verso il suo destino, la sua morte. Noi riscopriamo un grado di consapevolezza elevato proprio grazie a lui, grazie alla sua incessante sofferenza alla ricerca dell'unità. La sua ingombrante presenza, fatta di molteplici aspetti, è stata la radice che ha alimentato la nostra Essenza. Perciò è bello avere compassione di lui e offrirgli la mano in segno di pace. La farfalla non ha repulsione del bruco che l'ha generata. Grazie tante dei preziosi e acuti commenti. Namastè! :-)
(Rispondi)
gardenparks
gardenparks il 01/06/12 alle 17:25 via WEB
Kelly Klein: The former Mrs. Klein seems to have hermes lindy bag switched teams and is now batting for Hermes. She was seen sporting a powder blue Birkin to complement her casual uniform of jeans (Calvin Kleins?), black riding boots and jacket, and a black turtleneck.
(Rispondi)
gardenparks
gardenparks il 01/06/12 alle 17:35 via WEB
Handbags are very important accessories for women and some would not consider their wardrobe Hermes Wallets complete without a handbag. Fashion evolves by the day and in the modern world, it is important to keep up with the changes in the fashion world. This is why women are always out hunting for the latest designer handbags. Top on this list are the Hermes handbags, a loved designer bag brand, which lets women pair their handbags with their outfits by producing unique and exclusive handbag designs.
(Rispondi)
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