Creato da Praj il 30/11/2005
Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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« Scolpita nel Cielo L'arresa assoluta »

Un film chiamato vita

Post n°480 pubblicato il 02 Ottobre 2008 da Praj
 

Non basta darsi un copione esistenziale basato su una qualsiasi forma di pensiero positivo, anche se è preferibile rispetto a quello negativo, per gustarsi al meglio la vita, per trovare un senso al non senso.
Sarebbe invece bene ricordare che, comunque, sempre di un copione in continua scrittura si tratta. Di una commedia o dramma eseguiti sulla dettatura ricavata dalle impressioni della mente. Di un copione interattivo fatto con altri soggetti nella stessa condizione coscienziale.
Si dovrebbe anche rammentare che il film che osserviamo, con alterne emozioni, resta sempre una rappresentazione che si svolge sullo schermo della Coscienza Universale, di cui il nostro corpo-mente è strumento particolare soggetto a specifica lettura dando adesione al piano fenomenico.
Inoltre, non andrebbe mai dimenticato che siamo essenzialmente spettatori-creatori di questo film
che creiamo e interpretiamo finché siamo in un corpo.
Questo perché – lo abbiamo dimenticato - noi siamo la coscienza immortale che tutto produce e crea.
Lo siamo, nonostante questa consapevolezza spesso arretri e ci faccia immedesimare negli attori a cui ci leghiamo con il laccio invisibile dell'identificazione e, a volte, dell'immaginazione.
Questa consapevolezza però è sempre presente, e rimane al di fuori della scena in movimento: perché essa è la Luce ed anche il proiettore che illumina il palcoscenico.
Noi, se ci identifichiamo nel veicolo corpo-mente, diveniamo uno degli attori inconsapevoli che entrano nella rappresentazione, nella differenzazione, assumendo la parte che la Coscienza ci assegna, visto che siamo in cerca di una formale identità, non sapendo chi realmente siamo.
Questi attori spesso soffrono e talvolta gioiscono ma, tuttavia, alla fine sempre muoiono, così si spegnendo le luci della loro ribalta, mettendo dunque fine allo spettacolo a cui assistevano e partecipavano come personaggi del sogno.
Allora ci si potrebbe domandare: quanti copioni diversi dovrà ancora crearsi lo spettatore-creatore per non dimenticarsi più che quanto crede d'incarnare sono solo sue proiezioni personali, sogni di una lunga notte, e non la sua reale identità? Quanti films dovremo vedere ancora prima di realizzare che noi siamo quell'Unica Coscienza che tutto crea e tutto distrugge e non l'inconsistente fenomeno che ci assorbe addormentandoci metafisicamente?

 
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Commenti al Post:
papera48
papera48 il 02/10/08 alle 15:48 via WEB
Dio accese la luce e tutte le forme che pensò volteggiarono nell'etere Poichè la luce si diffuse ovunque ideò l'oscurità che permettesse di godere la visione. Non credendo che gli attori si prendessero sul serio avviò il film della vita...... ed eccoci qua a recitare le nostre parti finchè non appare la parola the end e si ritorna nel teatro del regista a discutere una nuova ipotetica trama con finale sicuramente diverso
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Praj
Praj il 02/10/08 alle 18:42 via WEB
Anche alla mia consapevolezza risulta così, come hai ben espresso. Verificando comunque che anche ciò non sia parte del sogno, a quel punto non dico di più di quel che mi spetta, lasciando che il gioco continui e mi affido al Mistero che crea e sostiene questa ineffabile quanto meravigliosa Magia. Un caro saluto sorridente, Papera. :-)
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eckhart.noor
eckhart.noor il 02/10/08 alle 16:43 via WEB
E' proprio qui,non altrove la Divina Commedia, eh eh eh !Chiedi quante puntate ha il serial.. non saprei.. ma ho intravisto il Proiettore :-)))
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Praj
Praj il 02/10/08 alle 18:36 via WEB
Potrebbe essere un serial alla Dinasty infinito. Ma, qualche volta accade, che qualcuno spinto dalla noia o dal dolore o non si sa bene da cosa, guardi dietro, o meglio dentro, che intravede e poi scopre Chi è il Gran Regista che crea tutta questa messa in scena. Da non credere la risata che ne consegue... ah ah ah! Ciao :-)))
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atisha0
atisha0 il 02/10/08 alle 17:36 via WEB
ottimo post hai "partorito" oggi caro Praj!.. un ulteriore modo d'indicare stettacolo, spettatore e regista.. Bel film! :))) un bacione
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atisha0
atisha0 il 02/10/08 alle 17:37 via WEB
spettacolo, non stettacolo.. (gli occhiali ati.. gli occhiali! ahahahah)
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Praj
Praj il 02/10/08 alle 18:27 via WEB
Ed io che credevo che tu vedessi con il terzo occhio... ah ah ah! In quello non ti possono mai mancare le diotrie. Tieniamolo sempre aperto, tanto non si usura mai. ;-)Namastè!
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Praj
Praj il 02/10/08 alle 18:29 via WEB
Sempre a quella trinità metafisica - una e trina - si allude, come tu ben dici. Appunto: attore, spettatore, creatore o regista. Gran bel film, sempre irripetibile! Grazie del bacione che prontamente ricambio. Ciao! :-)
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dianavera
dianavera il 02/10/08 alle 22:56 via WEB
Gli dèi sono saggi e immergono nella notte più profonda gli eventi del domani e ridono se un mortale fugge ansioso dove non potrà mai fuggire. Non dimenticare che è signore di sé e felice solo chi può dire ogni giorno: "Ecco, ho vissuto". Domani salirà al cielo nel buio delle nubi o nel sereno, e non sarà mai sterile. Nulla di ciò che resta dietro di lui si dilapiderà; non verrà reso vano ciò che ha portato con sé nell'ora fuggitiva. Per quel che mi riguarda non mi umilierò nella preghiera e se la mia vela urla alla tempesta, non pattuirò voti con gli dèi. Quinto Orazio Flacco dal libro III, c. 29 dei Carmina
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Praj
Praj il 03/10/08 alle 08:27 via WEB
Grazie... Un sorriso :-)
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salvatore.ravas
salvatore.ravas il 03/10/08 alle 15:15 via WEB
"Scendiamo dal palcoscenico e ci mettiamo ad osservare la recita da spettatori." Un caro saluto e un buon fine settimana.:-))) Namasté SalvatoreR.
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Praj
Praj il 03/10/08 alle 17:54 via WEB
Sì, con la consapevolezza scendiamo... ci mettiamo ad osservarci come attori sul palcoscenico... ah ah ah! Un abbraccio, caro Salvatore, e sereno week end anche a Te. Namastè :-)))
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skarma64
skarma64 il 03/10/08 alle 22:43 via WEB
quando abbandoni l'identificaz. tutto si ridimensiona ed appare da altra prospettiva. cosa abbiamo da perdere, che niente è veramente ns.. le crisi diventano opportunità insolite e fanno meno paura. cambia l'atteggiamento nei confronti della vita: sembra che non ci si prende sul serio. invece è il frutto di un attento lavoro sulla ns consapevolezza. uno spogliare che costruisce. nel tuo blog trovo molte riflessioni interessanti. grazie:-)
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Praj
Praj il 04/10/08 alle 08:07 via WEB
La chiave è appunto l'abbandono delle identificazioni. Da lì incomincia il viaggio che ci porterà a scoprire chi siamo veramente. Grazie dell'acuto commento che condivido e per l'apprezzamento del blog. Un sorriso e buon week end. :-)
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sofiastrea
sofiastrea il 04/10/08 alle 09:02 via WEB
dal dietro le quinte, comunque fa parte della commedia :-))un caro saluto ciao
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Praj
Praj il 04/10/08 alle 09:14 via WEB
Tutto fa parte della commedia. Pure l'osservatore, se si crede tale e separato da essa. Ciao e buon fine settimana. :-))
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sofiastrea
sofiastrea il 04/10/08 alle 09:27 via WEB
quale osservatore? ho avuto un educazione buona, ma chi doveva imparare non ha studiato bene...:-)))
(Rispondi)
 
 
 
Praj
Praj il 04/10/08 alle 09:59 via WEB
L'osservatore e l'osservato sono Uno. Non c'è un soggetto osservante separato da ciò che osserva; quindi: l'osservatore - l'ego usando la mente - non può credere di essere un ente distinto da ciò che osserva... tocca... ama... perchè non c'è dualità, se non nell'immaginazione di essere separati. Ciao! :-)))
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sofiastrea
sofiastrea il 04/10/08 alle 11:28 via WEB
intendevo che si può aver compreso senza la rete dei concetti...tu mi hai proposto concetti per spiegare ciò che ho compreso ;-)
(Rispondi)
 
 
 
Praj
Praj il 04/10/08 alle 13:39 via WEB
Sì, certo che si può aver compreso senza la rete dei concetti... mentre io ti ho proposto concetti per spiegare ciò che avevi già compreso. Hai ragione, con te era superfluo. Mi è scappato... è una delle mie debolezze il non contenermi... ah ah ah! Ciao!;-)
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