Creato da Praj il 30/11/2005
Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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Essere nel mondo, ma non del mondo

Post n°525 pubblicato il 03 Dicembre 2008 da Praj
 

Per l'individuo che vuole avviarsi in un cammino di ricerca interiore, l'inizio è il mettere in discussione la mente, unitamente all'intenzione di andare oltre essa. Sto parlando in maniera estremamente sintetica di un cammino di Consapevolezza e non di credenza in un qualche dogma religioso. Dopo averlo iniziato, per il ricercatore, sorgerà la legittima domanda sul cosa troverà aldilà della mente, perchè ancora non sa che potrà fare l'esperienza diretta dell'amare, essere e comprendere. Uno stato di Coscienza che ora gli sembra impossibile, dato che non lo conosce e avendone al massimo sentito solo parlare. S'interrogherà poi necessariamente anche sul come fare ad andare in uno spazio che di definisce aldilà della mente.
Allora cominciamo col dire che il punto d'arrivo è unico ma i punti di partenza sono molteplici. La via che suggerisco agli spiriti intuitivi è: iniziare con il provare a rinunciare ai frutti delle azioni. Cercando di agire disinteressati, proseguendo con l'abbandono dei pensieri e infine dei desideri. Il fattore basilare di questa via è l'abbandono interiore degli attaccamenti. E' importante anche imparare ad ignorare o rimanere distaccati da tutto ciò che ci capita di fare, pensare o desiderare e focalizzarsi sul puro senso di Essere. Per questo giova molto la pratica della meditazione senza oggetto.
Dopo un bel pò di seria pratica si giunge al restare imperturbabili testimoni consapevoli, psicologicamente liberi e tranquilli, del fatto che tutto ciò che percepiamo è impermanente, transitorio... e solo l'Osservatore neutrale permane.
Alcuni però si potrebbero giustamente domandare se queste pratiche meditative possano ostacolare i doveri, gli impegni, che la vita mondana richiede. In realtà bisogna sempre badare alle proprie istanze quotidiane; non si deve negarle o fuggirle. Ma si dovrebbero affrontare però non coinvolti emotivamente, con un'azione semplice e volta alla soluzione positiva delle problematiche. L'efficienza e la vigoria nell'atto possono esserci comunque, anche se non si è vincolati agli scopi e si ha una consapevolezza che riflette il momento presente senza aderirvi e identificarsi in esso.
L'individuo che realizzerà questa lucida consapevolezza e apertura non sarà perfetto ma sarà totale. Avrà imparato, in maniera progressiva, lungo il percorso, a stare di fronte agli eventi, pur vivendo emozioni con pienezza e distacco contemporaneamente. Con vitale totalità. sarà nel mondo ma non più del mondo. 
L'aspetto nuovo che emergerà sarà il fatto che qualsiasi sentimento, che sia di gioia o di rabbia, sarà subito riconosciuto e dimenticato, lasciato andare. Questa capacità di ritrovare una "verginità" interiore in modo sempre più veloce, è ciò che differenzia colui che conosce se stesso in senso profondo da colui che rimane identificato con la sua mente, con il suo corpo, con le sue azioni e pensieri.

 
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Commenti al Post:
graziano2008
graziano2008 il 03/12/08 alle 23:33 via WEB
La via diretta.secondo me. La via diretta,comunque,e per quanto mi concerne,non è proprio cosi' diretta,ma è quella che preferisco,che sento a me piu' congeniale. Voglio precisare che cosa è la via per me.La via è il riconoscersi per cio' che non si è,di modo che si possa avere un'autocertificazione di tutto cio che non ci appartiene,e da li essere. La via indiretta,sarebbe impossibile per me come la via diretta è impossibile per altri. Aggiungo che via diretta o indiretta,non vuol dire una via piu' breve o una via piu' lunga.Non è di tempo che stiamo parlando,ma di un diverso tipo di comprensione di accettazione. Ciao Praj grazie del bel post.
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 04/12/08 alle 09:04 via WEB
Infatti, la tua Via è quella della discriminazione: lo spogliarsi graduale dai concetti e dalle identificazioni (Neti Neti per l'Advaita Vedanta). Insomma, quello che metaforicamente chiamato "sbucciare la cipolla". Sono anche d'accordo che la Via diretta sono sia legata a brevità di tempo, ma quella che punta all'esperienza Essenziale del Riconoscimento di Sè. Cosa è resa appunto possibile, come tu ben dici, dalla preliminare accettazione del ciò che è. Grazie a Te, caro Graziano. E' sempre un piacere vederti e rispnderti. Un sorriso :-)
(Rispondi)
atisha0
atisha0 il 04/12/08 alle 08:59 via WEB
iniziare con il provare a rinunciare ai frutti delle azioni... di che azioni parli? della borsa? perchè mi sa tanto che la rinuncia stia toccando molti individui.. che sia l'inizio del risveglio di massa??! ahahah.. scherzo.. Molto chiara la tua esposizione.. direi che sintetizzando hai offerto l'essenza del "lavoro" vero e unico da fare.. i miei complimenti.. namastè :-)
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 04/12/08 alle 09:17 via WEB
Rinunciare al frutto delle azioni ma anche delle obbligazioni... ah ha ah! scherzo anch'io, naturalmente. ;-) Sì, purtroppo, si dovranno vedere tante rinuncie involontarie, che non so se porteranno a una nuova consapevolezza del nostro modo di vivere. Ci auguriamo di sì. In questo post infatti è un pò racchiuso il nucleo del "lavoro" di un ricercatore spirituale che ha scelto come Via quella della Meditazione e dell'Amore. Poi, ognuno deve modulare i suoi passi secondo le sue attitudini, le sue capacità e la sua passione. Ma un serio percorso di ricerca va fatto, prima di scoprire che quello che cercavamo era già dentro di noi. Se non lo facessimo, saremmo illusi di aver compreso, sarebbe solo un capire intellettualmente, ma non lo avremmo Realizzato pienamente. Graie... un abbraccio e Namastè! :-)
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zeamays2
zeamays2 il 04/12/08 alle 15:28 via WEB
Sono giunta a te da Savitri ^_^ Leggo qui tante cose belle per tutti e scrivo sotto questo post perchè io qui mi ci riconosco...Quante volte ci si sente strani,diversi ma poi.... và bene così ^_^ Grazie per tutta questa gioia e serenità che mi porto via!Buona serata!Amore*Pace*Luce a te* ^_^
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 04/12/08 alle 21:12 via WEB
Benvenuta, Zeamay2! E' con contentezza che accolgo il tuo prezioso commento. Mi piace sempre incrociare nuovi pellegrini che si unisconono alla carovana dei ricercatori della Pace e della Luce. Noto che, anche in un ambiente come questo, seppur in uno spazio virtuale, la schiera dei viandanti che osano guardare oltre, s'ingrossa ogni giorno di più. Buona serata sorridente anche a Te. Namastè! :-)
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verdiana.ad
verdiana.ad il 06/12/08 alle 18:23 via WEB
Quello che dici è assolutamente condivisibile ma difficile da mettere in pratica, da circa 2 anni pratico la meditazione tutte le settimane qualche passo verso la consapevolezza l'ho fatto ma la mia mente non ne vuole sapere di acquietarsi, avvolte facciamo delle lotte che non ti dico! A livello razionale quello che dici è di una semplicità, ma poi... NAMASTE'
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Praj
Praj il 06/12/08 alle 19:35 via WEB
Forse è la meditazione che non è fatta nel nello spirito giusto... perchè ancora si cerca, si vuole ottenere, un qualcosa che invece è proprio l'ostacolo dello stato meditativo, in quanto la meditazione, essenzialmente, è pura Osservazione senza oggetto. La meditazione ha una sua ragion d'essere profonda quando è in sostanza la scoperta del Testimone: ovvero l'osservatore impersonale, neutrale, che c'è in noi. Scoperto questo, la consapevolezza, è presente... all'accadere degli eventi che fluiscono nel grande gioco della vita. Quando è presente, la Vita si mostra diversa da quando invece è filtrata dalla dimensione mentale. Un saluto sorridente. Namastè! :-)
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