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Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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« Nessuno è... separatoLiberazione senza compromessi »

Comprensione radicale

Post n°568 pubblicato il 28 Gennaio 2009 da Praj

Da tutti i numerosi risvegli che mi sono stati descritti risulta chiaramente che una delle prime realizzazioni è che nessuno si risveglia.
Tuttavia, vediamo che la maggioranza degli insegnamenti, tradizionali o contemporanei, si rivolgono sempre a un apparente ricercatore separato (soggetto) e raccomandano, allo scopo di arrivare all’illuminazione (oggetto), di purificarsi, di coltivare la comprensione, di far tacere la mente e l’ego, d’abbandonarsi, d’essere onesti, di dedicarsi a una ricerca sincera, di dedicarsi alle terapie, di non fare niente, d’essere qui e ora e così di seguito… e idee sono così confuse e complicate come la mente da cui emanano.
Queste raccomandazioni vengono dalla credenza che l’ “illuminazione” del “maestro” è stata raggiunta e ottenuta con l’esercizio, lo sforzo, l’accettazione o l’abbandono, che può essere insegnato agli altri .
Evidentemente, non può esserci nulla di male nella ricerca sincera, nella meditazione e nella ricerca di sé e così via. Non è né più né meno di ciò che è. Ma chi è dunque quello che sceglie di fare lo sforzo? Dove conduce lo sforzo dell’apparente cercatore? Dove va a parare se non è che unicità?
Se non è un individuo separato, non c’è volizione. Di conseguenza, come potrebbe un’illusione dissiparsi da sola?
Il concetto d’illuminazione personale appare alla mente che si fabbrica una struttura del tutto inventata, costituita da un io spirituale, o preteso sè superiore che ha adottato o è stato sedotto da tutto un insieme d’ideali professati. Come, per esempio, la necessità della purificazione di sé che, crede, va a finire nella ricompensa dell’illuminazione... si applica perciò a domare il cosiddetto sé inferiore per costringerlo ad azioni che appaiono a quest’ ultimo come contrarie alla sua natura. Ecco l’origine della lotta, della confusione e di senso d’insufficienza e di disincanto che abbondano nella ricerca spirituale. E’ anche la ragione principale per la quale, fino a recentemente, l'apparente liberazione sembrava essere rara. Ma quando la liberazione apparentemente arriva, sembra non esserci nessuna differenza tra l’ addormentamento e il risveglio. Quando questo è realizzato, e lo preciso ancora, da nessuno, allora tutto l’edificio gerarchico di maestri, insegnanti di allievi e discepoli, molto semplicemente si dilegua.
Segue...

di Tony Parson: L'incomprensibile unicità - Seconda parte

Tratto dalla rivista: 3ème Millénarie n. 78
(Traduzione della Dr.ssa Luciana Scalabrini)

http://www.sviluppocoscienza.it/parsons%20unicità.htm


 
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Commenti al Post:
sofiastrea
sofiastrea il 28/01/09 alle 16:17 via WEB
bellissimo...non esiste altro che la realtà...il condividere è solo una sfumatura della stessa realtà...posso essere "nessuno" :-))
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 28/01/09 alle 18:12 via WEB
Sì, il condividere e un fatto naturale, che accade senza scopi reconditi. Ciao! :-)
(Rispondi)
atisha0
atisha0 il 29/01/09 alle 10:01 via WEB
..continua la serie di discorsi per ricercatori evoluti... ottimo, a chi puo servire per togleire le ultime credenze (e qualche comodino):))) .. namastè un abbraccio..
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 29/01/09 alle 10:10 via WEB
Certo, quello che sto evidenziando in questa serie di articoli è il succo, la bevanda mortale per il senso dell'ego del ricercatore maturo. Pochi hanno il coraggio di berlo. Si preferiscono le bibite del mercato spirituale. In realtà quelle parole sono il vero elisir del Risveglio. Buona giornata e Namastè, cara Ati :-)))
(Rispondi)
 
 
sofiastrea
sofiastrea il 29/01/09 alle 10:50 via WEB
con questo post ho compreso una cosa, che non è necessario comprendere con la mente, le parole sono come una buona medicina, scendono ed agiscono da sole...se ti sforzi di comprendere non fai altro che mettere altra distanza . La medicina agisce là dove serve. Non so se ci vuole coraggio, forse ci vuole umiltà nel comprendere che la mente deve farsi da parte, deve farsi ignorante e poi scomparire :-)
(Rispondi)
 
 
 
Praj
Praj il 29/01/09 alle 11:38 via WEB
Hai compreso bene. La mente concettuale non può dare risposte essenziali, comprendere ciò è che oltre la sua stessa natura. Per quelle c'è il Silenzio. Ciò che rimane è la mente pratica, funzionale, l'ordinarietà che, nel rilassamento esistenziale, diventa vita vissuta nella presenza, esperienza naturale e straordinaria. Ciao! :-)
(Rispondi)
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