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Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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« Breve testamento spiritu...Sulla paura del vivere e... »

Testamento biologico - Appendice

Post n°578 pubblicato il 09 Febbraio 2009 da Praj
 

Preferirei morire un giorno, se fossi irrimediabilmente malato e sofferente, lasciando serenamente un corpo sostanzialmente spento, piuttosto che morirne, sopravvivendo, centomila da macchina.
Per me, non è la vita di per sè che è sacra, ma lo è la Luce dello Spirito
che l'illumina.  Questa Luce risplende sia sulla vita che sulla morte, ed è oltre e al di sopra di entrambe.  
La Nostra essenza, per me, è questa Luce.                     
Il corpo è un tempio solo quando c'è la consapevolezza di abitarlo. Altrimenti è, a mio avviso, un semplice involucro  costituito di materia organica.
Comunque, non vorrei mai che questa scelta valesse per chi non la condivide; ma auspicherei che chi non è d'accordo non me la impedisse in nome di valori che non mi appartengono, che sono pur sempre relativi. 

 
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Commenti al Post:
atisha0
atisha0 il 09/02/09 alle 13:33 via WEB
mah.. capisco il tuo dire, spiritualmente parlando, per ciò che ci hanno insegnato non fa una piega.. ma fino a che non ne faremo anche lì l'esperienza diretta, temo restino tutte belle parole, idee.. chissà se un corpo attaccato ad una macchina, a livello coscienza non possa trovare lo stesso il suo modo ed adattamento alla vita.. mi ricordo rosanna benzi, la sua solarità e la sua voglia di vivere, amare.. certo non è il caso in questione.. ma parlando di "macchine".. siamo macchine già qui e ora e non lo sappiamo.. mentre con la coscienza attiva, dilatata, chissà... (vabbè vabbbè..:)) mi assumo la responsabilità nel caso, di darti un bel colpo in testa.. :P ma se capitasse prima a me, te lo saprò indicare al momento, troverò il metodo giusto... ) ciaoo ;)
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 09/02/09 alle 13:53 via WEB
Cara Ati, comprendo ogni punto di vista e lo rispetto. Che ognuno sia sempre libero di scegliere dunque, quando è possibile. Per cui, non c'è problema per gli altri. Se qualcuno vuole affidarsi alla speranza più estrema che gli sia sempre data ogni opportunità di sopravvivenza. Per me, chiedo molto meno. Chiedo solo di poter lasciare il corpo, se e quando dovessi trovarmi in particolarissime e sfortunatissime condizioni biologiche. Chiedo che mi sia permesso di lasciare il corpo quando queste condizioni, di sofferenza e di stato meramennte vegetativo, non coincideranno più con la mia personale e soggettiva visione. Visione non le ritiene più "degne" del senso del vivere mondano. Tutto ciò in Fiducia totale nell'infinità compassione e misericordia di un eventuale "Giudizio Divino". Ciao! ;-)
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sofiastrea
sofiastrea il 09/02/09 alle 14:05 via WEB
se non siamo consapevoli, che ci importa di voler mettere a dimora un corpo.Non è forse esaudire il desiderio di mettere fine alla sofferenza più che voler morire? quello che fa paura? ed è di questo che si tratta è proprio di essere consapevoli in un involucro che non risponde ai nostri comandi...che ne facciamo? lo buttiamo, lo teniamo e se non siamo in grado di parlare chi decide per noi? come già detto la sacralità della vita non può non comprendere la morte.Che avvenga per un accidente o per consunzione comprende anche quella. Secondo il mio parere è legittimo sia voler morire che voler vivere.Non sono nè meglio nè peggio
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 09/02/09 alle 14:31 via WEB
Sono d'accordo: non c'è un meglio o un peggio in quel senso. Appunto per questo lascerei ad ognuno la possibilità della scelta, senza giudicare. Che la scelta si faccia anche perchè si vuol mettere fine alla sofferenenza, non devono essere altri ad impedirlo. Che si voglia sopravvivere solo perchè si ha paura di morire, non devo essere io giudicare... In ogni caso auspico la libertà di scelta per tutti, attraverso un testamento biologico legale. Ciao! :-)
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joiyce
joiyce il 09/02/09 alle 15:32 via WEB
I fanatici della “vita” che affoghino nelle acque paludali della loro mancanza di pudore, spariscano nella loro mancanza di carità cristiana, non basteranno milioni di miliardi di bottiglie d’acqua a lavare le loro pruriginose coscienz
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 09/02/09 alle 17:51 via WEB
Io preferisco rispettare la loro posizione etica e ideologica. Però apprezzerei che non la volessero imporre a chi non la condivide, come se fosse una verità assoluta, discesa dal cielo. Perchè essa non è altro che una visione umana, come tutte le altre, chhecchè ne dicano. La Volontà Divina è oltre ogni diatriba... oltre ogni dottrina che presuntuosamente crede d'interpretarla. Sarebbe importante avere l'umiltà di non presumere d'essere realmente portavoce di essa. Piuttosto accettiamo onestamente la nostra ignoranza, arrendendoci fiduciosamente al Mistero della vita e della morte... che ci accade... che sono sempre espressione della Sua impercrutabile Volontà. Un sorriso :-)
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angela.luce33
angela.luce33 il 09/02/09 alle 17:38 via WEB
Comprendo e condivido il tuo pensiero ma al contempo non mi sento di esprimere un qualsiasi tipo di scelta. Perchè? Credo che qui valga come in ogni caso il lascia che sia. Se poi si vuole entrare nella comprensione delle motivazioni... beh... Hai ragione, il nostro corpo non è altro che un tempio ma al contempo mi viene da dire che Tutto è quell'essenza, tutto è attraversato dall'essenza, anche ciò che apparentemente è inanimato, semplicemente cambia la forma; per me la vita pulsa anche in un camion, tanto per dire. Cosa fa la differenza? La capacità di discriminazione? la consapevolezza? E questa differenza che vogliamo percepire in quanto identificazioni non è poi quella che in effetti ci separa dal tutto? E chi ci dice che quel corpo spento non sia semplicemente un pretesto per coloro che vivono intorno a questa storia? Ecco... per questo dico.. lascia che sia... e tutto si muoverà esattamente come deve essere. Un abbraccio. :-)
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Praj
Praj il 09/02/09 alle 18:06 via WEB
Sono d'accordo con quanto hai detto: soprattutto sul principio del "lascia che sia"... che poi tutto poi si manifesterà come deve essere. Mi sembra altresì 'giusto' che ognuno santifichi il corpo come sente di fare, in base alle sue convinzioni e sentimenti, in modo che possa offrire al Destino il più ampio spettro di possibilità per riscoprire e sperimentare in se stesso i valori che più gli stanno a cuore. Il dilemma forse si risolve nel grande oceano della libertà personale, illuminato dal cielo della responsabilità coscienziale. Il tutto chiaramente regolamentato sul piano umano e civile, per proteggerre deboli e inermi da ogni genere di abuso e violenza strumentale ad altri fini che non siano la pietà e la compassione verso il sofferente, il malato in stato vegetativo. Ricambio l'abbraccio, Angela Luce. Un sorriso :-)
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violette51
violette51 il 09/02/09 alle 21:41 via WEB
credo che questo"lascia che sia"valga appunto quando ci sia coscienza..altrimenti..invano...perche' si sa gia' la" fine."...di queii casi....Pura sofferenza ...anche cristianamente ..la sofferenza è concepita' e ci si sacrifica quando si è coscienti..e quindi vittime in prima persona...ma nn si puo' nn rispettare chi al contrario nn accetta di vivere senza coscienza!ciao vio....
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Praj
Praj il 10/02/09 alle 09:02 via WEB
Il rispetto sempre, innanzitutto. Evitando dunque giudizi e condanne. Ciao! :-)
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incantodivenere
incantodivenere il 09/02/09 alle 22:56 via WEB
concordo pienamente e non aggiungo altro.
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Praj
Praj il 10/02/09 alle 09:03 via WEB
Grazie della condivisione. Un sorriso :-)
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