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Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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« In equilibrio fra le osc...NE' OTTIMISTI NE' PESSIMISTI »

NEMMENO L'ACCETTAZIONE M'APPARTIENE

Post n°585 pubblicato il 20 Febbraio 2009 da Praj
 

L’immaginare che un giorno troverò conforto, sperare che qualcuno o qualcosa mi sorreggerà, che un evento o una filosofia mi renderà felice per sempre, sono le basi del conflitto, del disagio, del malessere…
Questi scompensi, disequilibri vengono proprio dall’incomprensione del fatto che non posso essere diverso da ciò che sono e che non ho margini reali per l’auto determinazione.
Non essere ciò che sono è impossibile, perché qualunque cosa o situazione che promana dal Tutto si manifesta come una necessità assoluta, come una forza, un’esigenza ineluttabile.
Non ho dunque alcuna scelta, devo attuare la convergenza d'indirizzi e spinte che s'individuano in me.
Questo vale per me come per ognuno, evidentemente.
Il mio destino è questa danza che si mette in azione e che mi sincronizza con la manifestazione diversa che mi sta intorno, la quale va esprimendosi nell'infinità dei fenomeni, momento dopo momento, ovunque.
Partendo dunque da questa primaria sensazione esistenziale nasce il disagio, il quale scaturisce appunto dalla contrapposizione generata dal credermi un qualcuno in grado di fare quello che liberamente vuole e la danza oceanica dell’energia Cosmica che  invece mi “costringe” altrimenti, a passi "obbligati".
Questa mia voglia di danzante indipendenza sorge dal desiderare, funzione intrinseca dell'ego. 
Seppure non c’è alcun desiderio manifesto, in realtà il desiderio è sempre presente.
E’ l’effetto del percepirmi separato, potenzialmente libero. 
 
Sebbene possa  trovare questo determinismo inaccettabile perché sembra neghi la mia irrinunciabile identità e possibilità di scelta, per il Tutto ciò è irrilevante. Questo perché è solo nel Tutto che si trova il compimento della completa espressione dell’assoluta Libertà.
La presunta parte dipende necessariamente dal Tutto: quindi non ha mai potere reale in sé.
Allora non c’è niente da accettare.
Perché anche come ego sono, nei fatti, semplicemente forma del Tutto-Uno.
Quando tuttavia io sono il Ciò che è, dis-identificato, e non ho nessuna considerazione di ciò che sono, o non sono, quando non c’è secondo, io divengo l’accettazione stessa, perché non rimane nulla da accettare.
Non ho perciò niente da aggiungere con una accettazione personale. In questa comprensione, essa diviene chiaramente superflua.
Ogni accettazione secondaria va e viene, non è che un ombra effimera dell’accettazione essenziale.
Per cui se anche volessi sviluppare una modalità di gestione dell’accettazione creerei solo una sorta sovrapposizione mentale inutile.
Nonostante possa credere di poter accettare in quanto persona, in realtà non è mai la mia accettazione che accade. E’ sempre l’accadere impersonale del ciò che è, l’aldilà di un me che non c’è.

 
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Commenti al Post:
eckhart.noor
eckhart.noor il 20/02/09 alle 16:40 via WEB
Un'immagine che sopravveniva nella mente nel leggerti:una barchetta di carta che galleggia ..nè accettare,nè resistere,solo un naturale assecondare l'onda,sempre ad essa aderente, in quanto unico Corpo.Namastè ;-)
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Praj
Praj il 20/02/09 alle 17:58 via WEB
E' un immagine che mi piace e nella quale trovo espresso simbolicamente il 'mio' esistere. Namastè, Eck! ;-)
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atisha0
atisha0 il 20/02/09 alle 17:34 via WEB
interessante esposizione del punto più alto dell'accettazione.. del passaggio dall'io personale all'Io transpersonale.. cioè all'integrazione con il Sè della Mente superiore con il "complesso" istintivo-mentale "inferiore" (cioè identificato) bel pezzo di qualità! bacini e bacetti.. :)
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 20/02/09 alle 18:06 via WEB
Lo so che forse dovrei essere più "concreto", più vicino ad un piano relativo di un comune sentire. Ma, evidentemente, la "vocazione" attuale mi stimola a dire ciò che dico. Ed io vado, come la barchetta immaginata da Eck, dove mi porta l'onda. Grazie, cara Ati. Ricambio bacini e bacetti. ;-) Che bella la serie dei fiori di loto! ...ah ah ah!
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atisha0
atisha0 il 20/02/09 alle 19:42 via WEB
dovresti? nessun dovere.. ho solo tradotto nella lingua più consona al mio attuale sentire.. la mia vocazione è parallela alla tua ma si manifesta con relatività diversa.. non inversa! buon appe...
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Praj
Praj il 20/02/09 alle 19:57 via WEB
Lo so, portiamo avanti un discorso complementare. Questo è interessante, forse utile. Sicuramente è appagante per noi. Augurandomi che ciò risulti soddisfacente anche per qualcun altro. Ciao! :-))
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eckhart.noor
eckhart.noor il 20/02/09 alle 20:40 via WEB
Ehi..ma non è un fior di loto..non lo senti il profumo così poco esotico?E' fiore d'arancia, zagara!Ci tenevo a questa precisazione floreal-folkloristica, ah ah ah!
(Rispondi)
 
 
 
Praj
Praj il 20/02/09 alle 22:15 via WEB
Hai fatto bene a precisarlo. Anche questo è un bellissimo fiore, che tu ben conosci. Adesso che sono attento sento quel profumo nostrano... ah ah ah! Non si finisce mai d'imparare, vero? Grazie, allora! ;-)
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virachandra
virachandra il 22/02/09 alle 00:09 via WEB
si tutto nasce dal disagio generato dalle manifestazuioni della Vita e da quello che credi di poter fare,tutto accade quando comprendi di non poter cambiare quello che sei e lo accetti,sparisce l'osservato e chi osserva emerge la vera natura dell'uomo,da dentro, dal vuoto infinito che c'è in noi,ti senti UNO con tutto,quiete, sono attimi con gli occhi chiusi che diventano parole davanti al pc, mente,cosi mi sembra.grazie.
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 22/02/09 alle 09:46 via WEB
... Così ti sembra, così è. Grazie per il prezioso quanto profondo commento. Un sorriso e Namastè! :-)
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