Di fronte a tragedie di ogni tipo, catastrofi naturali, orrori di ogni genere, disgrazie personali e collettive, che si sono sempre verificate nella storia e sono tutt’ora in corso, la mente dell’uomo religioso si fa questa domanda: Dio dov’era, dov’è?
Questa, per me, è una domanda che scaturisce da visione troppo semplicistica, colpevolizzante l'uomo e banalizzante il Divino.
Non mi sembra che faccia onore ad una alta visione di Dio. Dio è anche lo tsunami, il terremoto, la guerra…
E’ pure la mente ed il corpo dell'uomo che lo rifiuta, che lo invoca... è l'uomo che fa il turista, quello disperato, è il bambino rapito e il suo rapitore... è il corpo e l'istinto dei pesci e degli animali, è la linfa delle piante... è Lui che distrugge... distruggendo anche se stesso...che poi ricrea in continuazione... eternamente.
Dio è il Tutto, natura e sue leggi comprese. Vita e morte... lacrime e sorriso... odio e Amore...
Però per me va anche detto che il centro del Tutto non è l'uomo... è oltre... è la Coscienza.
Per quanto se ne dica... Dio non è antropocentrico.
E nell'uomo, è solo la Coscienza Impersonale - il cosiddetto Testimone o Puro Osservatore neutrale - che ognuno dovrebbe scoprire in sè stesso - la sorgente Divina in noi, che è e può essere aldilà del film della creazione e distruzione.
Oltre anche a ciò che la mente vede e il corpo percepisce ogni istante e che la materia vive e subisce trasformandosi, per delle leggi fondamentalmente insondabili anche alla pur evoluta mente dell'uomo identificato con il senso dell’ego, che si sente ancora essere separato da Dio.
E quando vedo tante discussioni su "Dio dov'era?" mi rendo ancora di più conto di quanto si brancoli nel buio rispetto ad una "lettura" profonda del senso" spirituale" della Vita.
Pur rispettandola, la domanda in questione, pur comprendendo il perché la si faccia, la trovo figlia di un pensiero relativo, non metafisico, una concezione e visione del Divino un pò infantile (il Dio padre... il Dio creatore separato dalla sua creazione… Lui in Alto, noi in basso...) ecc.,
Trovo che sia una concezione dualistica che non regge assolutamente se non sulla credenza dogmatica... che non sa dare risposte accettabili, comprensibili...che non sa Essenzialmente essere un Tutt'Uno con Dio, AccettandoLo, AccettandoSi, nella Cocreazione e Codistruzione, nella vita e nella morte, attimo dopo attimo, essendo Fede Cosciente... connessa alla Sua e "nostra" Volontà. Per esempio: In questo momento forse stai calpestando o annegando una formica o un insetto, indaffarato nella sua realtà.
Lo sai di essere per lui (particolare entità vivente) una forza, una potenza superiore (direi Divina) incomprensibile, che non può o non vuole tener presente il suo piano d'esistenza perchè ha la necessità relativa di esprimere i suoi bisogni su un altro piano esistenziale?
Se sei cosciente che il tuo essere uomo non è molto diverso...
puoi contribuire per quel ti compete a creare o distruggere all'interno di un gioco di energie che ti trascendono, momento per momento.
Solo la Consapevolezza Osservante è l'unica realtà che non può essere sopraffatta da nessun evento che appaia sul schermo della mente; nemmeno la morte la può distruggere.
Il resto, fisico e mentale, prima o dopo, in un modo o in un altro, qui o là, sarà spazzato via.
E la Coscienza impersonale è la Dimensione Divina che c'è in ognuno di noi. E non è una questione di fede ma di Comprensione di Chi siamo Essenzialmente.
Le religioni dualistiche di fronte a tali domande non possono dare risposte convincenti perchè sono prigioniere del concetto, frutto
distorto della mente, che Dio sia che ciò l'ego dell'uomo vorrebbe... antropocentrico, a sua immagine e somiglianza. Non è un punto di vista Panteistico ma Non Dualistico: la differenza è fondamentale.
Capisco anche che il punto di vista del credente possa solo concepire la Dimensione Divina in un modo che separa... materia e spirito... bene e male ecc...e che esso, il credente, accettando questo assunto, non possa vedere la realtà per come appare, relativa al suo egocentrismo e, quindi, non sappia accettare la Vita così com'è.
E che, purtroppo, son sappia esprimere gratitudine di Essere questo meraviglioso Mistero dell'Esistenza con il quale e nel quale siamo Uno e Celebrarlo proprio qui e adesso.
![](http://z.about.com/d/urbanlegends/1/0/T/5/tsunami_sm.jpg)
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paralotti il 02/02/10 alle 19:25 via WEB
Ciao Praj:-) Come mi ritrovo in ciò che scrivi, temi a me molto cari e che ho posto all'attenzione di chi legge anche nel mio blog su Gesù. Nelle tue parole ritrovo esattamente il vero messaggio di Jeshua, di cui sto trattando ampiamente in questi giorni. L'illusione della vita contrapposta alla Realtà senza fine delle Spirito. Mai più dualità, Dio lassù in cielo e noi quaggiù, in ginocchio e sofferenti nell'attesa di essere un giorno redenti ed in eterna contemplazione! A questo punto sorge spontana la domanda: chi ci mettiamo in mezzo fra il noi e Dio? ma gli "intermediari" e chi sono gli intermediari? Ma tutte le istituzioni religiosi del mondo, fonte prima del dolore e della sofferenza che attanaglia l'uomo da oltre duemila anni!. Caro Pray, è stato fatto scempio del vero senso della parola "religiosità" che viene dal latino "legare". ( Ti consiglio di vedere il video nel blog Alf cosmos, Prepariamoci) Restando nel tema del post, ti cito il presidente Nelson Mandela che nel suo discorso di insediamento nel 1994 disse: "La nostra più profonda paura è quella di essere potenti ogni oltre misura. E' la nostra luce non la nostra oscurità a spaventarci di più. Siete figli di Dio. Interpretare una piccola parte non serve al mondo. Siamo nati per manifestare la gloria di Dio che è dentro di noi". Come aveva ragione! Tempo fa scrivevo... Invece la nostra salvezza è vista soprattutto come sforzo teso a placare un Dio lunatico o a mantenere buoni rapporti con Gesù nella speranza che ci avrebbero dato accesso a quel regno dopo la morte, in altre parole obbedienza e ricompensa, invece di viaggio, saggezza ed evoluzione. Vorrei precisare una cosa, nessuno vuole attaccare la Chiesa, sto semplicemento scrivendo che essa ha perso il contatto con la realtà. Un passaggio fondamentale verso il ritorno alla nostra fonte di saggezza è che dobbiamo superare la polarità o dualità. Il bene ed il male, positivo ed il negativo, il maschile ed il femminile, nero e bianco e tutte le altre polarità. Invece la maggior parte delle religioni insegna esattamente l'opposto, perchè ciò che predicano con tanta convinzione è che si deve lottare contro il male e l'ingiustizia e l'odio e naturalmente, lottando in quel modo si dà più FORZA A CIO' CUI CI SI OPPONE! Questo è un modo di inculcare la dualità, non di superarla. Viviamo in un Universo che ora sappiamo essere stato creato dal Pensiero e che il carattere di ciò che manifestiamo dipende esattamente dai nostri pensieri. Noi siamo ciò che pensiamo e siamo stati creati con ugual dignità. Non c'è quindi alcuna base nella visione della realtà per distinzioni basate sul colore, sul genere o la razza o il nostro credo. Non c'è dunque spazio in questa visione delle cose, per un Universo il cui Dio sia un potere separato e passivo, questo vuol dire che non c'è spazio per un clero che cerchi di insinuarsi come intermediario tra l'individuo e tutto il suo Dio. Quando le religioni diventeranno i portavoce dell'anima conquisteranno il cuore degli uomini e delle donne, il tutto sarà basato sulla crescita interiore e non nel creare paura che blocca questa crescita. Siamo su questa terra per favorire la nostra crescita livello dopo livello, nascita dopo nascita ed è ovvio che nessuno può farlo al nostro posto, è una cosa inevitabilmente personale. Nessuno può farlo, così come nessuno può nascere per noi, crescere o mangiare il nostro pasto. Accettare Gesù come nostro Salvatore non serve a nulla, nessuno può redimerci, perchè non c'è nulla da cui essere redenti! Nessuno ci ha portati dove siamo, tranne noi stessi e nessuno tranne noi ci porterà fuori. La nostra vita non è un periodo di prove ma un'opportunità per far nostro quello di cui facciamo esperienza, è questo il modo responsabile di avanzare spiritualmente attraverso la vita. Ci sono soltanto io nella mia vita e devo riconoscere che ogni circostanza personale l'ho causata io. Quando questo si verifica si crea la profonda e oscura notte dell'anima, perchè non cè nessuno contro cui puntare il dito. (Passatempo che è tanto delizioso per noi). Quando diventiamo consapevoli di questo, ecco che cominciamo ad avanzare, vuol dire che finalmente abbiamo cambiato direzione e abbiamo smascherato le nostre ombre e possiamo liberarci delle nostre maschere e comprendiamo che ciò che emaniamo verso i cosidetti altri infallibilmente torna a noi. Questa è la legge quantistica della Creazione e mi vengono in mente le parole di Gesù che sono la realtà assoluta e che dicono: "Fate agli altri quello che vorreste fosse fatto a voi". Scusa la lunghezza del commento, ma hai toccato un tema che mi farebbe parlare o scrivere per ore:-)))
Otto
(Rispondi)
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il 09/07/2023 alle 12:42
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