Creato da Praj il 30/11/2005
Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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Il diavolo veste alla moda

Post n°751 pubblicato il 10 Marzo 2010 da Praj
 

La moda ricorre alla “parola mitica” per equiparare il nostro bisogno di beni con il bisogno dei beni di essere consumati. Per questo i suoi inviti sono esplicite richieste a rinunciare agli oggetti che già possediamo, e che magari svolgono un buon servizio, perché altri nel frattempo ne sono sopraggiunti, altri che ”non si può non avere”. In una società opulenta come la nostra – in cui l’identità di ciascuno è sempre più consegnata agli oggetti che possiede, i quali non solo sono sostituibili, ma “devono” essere sostituiti – ogni motivo della moda è un appello alla distruzione.
Si tratta di una distruzione che non è la fine naturale di un prodotto, ma il suo fine, perché sopravanzando le sue creazioni la moda rende obsoleti suoi prodotti, la cui fine non segue la conclusione di un’esistenza, ma fin dall’inizio ne costituisce lo scopo. In questo processo la moda usa i consumatori come suoi alleati per garantire la mortalità dei suoi prodotti, che poi è la garanzia della sua immortalità.

In un mondo dove gli oggetti durevoli sono sostituiti da prodotti destinati all’obsolescenza immediata, l’individuo, senza punti di riferimento o luoghi di ancoraggio per la sua identità perde la continuità della sua vita psichica, perché quell’ordine di riferimenti costanti, che è alla base della propria identità, si dissolve in una serie di riflessi fugaci, che sono le uniche risposte possibili a quel senso diffuso d’irrealtà che la cultura della moda diffonde come immagine del mondo.
Là infatti dove un mondo fidato di oggetti e di sentimenti durevoli viene via via sostituito da un mondo popolato di immagini evanescenti, che si dissolvono con la stessa rapidità con cui appaiono, diventa sempre piùdifficile distinguere tra sogno e realtà, tra immaginazione e dati di fatto.
Declinandosi sempre più nell’apparire, l’individuo  impara sempre più a vedersi con gli occhi dell’altro. Impara che l’immagine di sé è più importante della sua personalità. E dal momento che verrà giudicato da chi incontra in base a ciò che possiede e all’immagine che rinvia, e non in base al carattere o alle sue capacità, tenderà a rivestire la propria persona di teatralità, a fare della sua vita una rappresentazione, e soprattutto percepirsi con gli occhi degli altri, fino a fare di sé uno dei tanti prodotti di consumo da immettere sul mercato.

Tratto dal libro: "I miti del nostro tempo" di Umberto Galimberti - Feltrinelli Editore


 
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Commenti al Post:
MaggaBaba
MaggaBaba il 10/03/10 alle 13:45 via WEB
hahaha.. mi hai tratto in inganno, stavo pensando azz, che bell'articolo ha fatto oggi Praj!.. e poi guardo in fondo... ma siamo un tutt'Uno è chiaro che Galimberti riassume anche il tuo ( e mio) pensiero.. Bello! un sorriso nevoso e gioioso :)
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 10/03/10 alle 14:11 via WEB
Eh eh eh! Anche a me piace attingere ogni tanto da buone fonti... Questo libro è una di quelle. Wow... un sorriso nevoso e gioioso, non mi era mai stato fatto... lo accolgo con brivido di piacere. ah ah ah! Ciao! :-)))
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sacasama
sacasama il 10/03/10 alle 15:34 via WEB
molto vero, ohimè, e molto bello (anche i giochi di parole...)!un saluto...riverente...:-)
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 10/03/10 alle 18:13 via WEB
Sì, mi sembra un pezzo che fa riflettere sui meccanismi che stanno dietro alla moda. Ricambio il saluto sorridente :-)
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TheWildCreature
TheWildCreature il 11/03/10 alle 09:40 via WEB
“Mr Daniel are you crazy?” Lo sguardo sorpreso, mentre mi viene incontro sorridendo. “Perché hai gettato, nella spazzatura, queste scarpe?” Cerco di fare mente locale. Ricordo, in effetti, che la sera prima mi ero liberato di un paio di scarpe. Gli faccio notare che sono rovinate. Lui mi guarda esterrefatto con l'espressione che ha l'adulto nei confronti di un bimbo viziato. Non posso fare a meno di notare ciò che indossa ai piedi. Il rimedio all'imbarazzo è più che evidente. “Johnstone, se vuoi sono tue, pensi che ti andranno bene?” - “Certo, sono nuove!” Da Gachoka Six No Reply
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andy571
andy571 il 11/03/10 alle 09:57 via WEB
Sono innumerevoli i richiami, le sirene, che ci spingono ad uscire dal nostro centro per conformarci a quello che il mondo vuole da noi, a questo meme collettivo che fagocita le ndividualità (e non le personalità) in nome del controllo e del profitto. La moda è una di queste. Ma in fondo qualunque cosa, anche il commento di un amico che sgrana gli occhi e ti dice " Non conosci questa pubblicità? Ma in che mondo vivi ?" è una sottile, inconscia spinta ad uniformarti, a fare non ciò che l'anima ti chiede, ma quello che fanno tutti. Per sentirsi accettato. L'antidoto è, ancora una volta. la Consapevolezza. Bello comque il pezzo e bravo Galimberti. Un abbraccio caldo e sorridente, amico :-))
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