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Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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CREDENTI MA NON PRATICANTI?!

Post n°843 pubblicato il 23 Dicembre 2010 da Praj
 

Mi ha sempre fatto sorridere l'affermazione: sono credente ma non praticante. Quel credere che valore può mai avere se non comporta conseguenze pratiche? Si pensa dunque che possa bastare una mera adesione ideologica ad un sistema di pensiero, ad una qualsiasi credenza, per sentirsi consolati da una formale appartenenza o giustificati dall'ignavia?



 
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Commenti al Post:
seastar17
seastar17 il 23/12/10 alle 14:22 via WEB
fondamentale è differire il credere dalla fede..si può credere in Cristo ed agli svariati Maestri che hanno illuminato la nostra esistenza senza necessariamente aderire al culto che gli uomini hanno creato intorno ad essi.. La fede porta con sè un desiderio di aderire completamente a quel pensiero, con riti, pratiche, ed azioni che vengono ritenute necessarie per l'essere tutt'uno con essa. La libertà della scelta, e di ciò che sentiamo più consono al ns spirito, dà la possibilità di sentirsi estranei alla pratica, pur aderendo appieno al pensiero..questa è pur sempre la mia visione personale della cosa, ed ognuno dovrebbe poter essere libero di viverla e manifestarla come meglio crede.. abbracci e sorrisi ^_^
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 23/12/10 alle 20:45 via WEB
Il Divino che scaturisce dalla nostra interiorità va cercato e ritrovato ... non può esserci impartito o elargito dall'esterno ... è già in noi ... attende soltanto che lo si riscopra. Tuttavia, se poi siffatto straordinario anelito ultraterreno non si manifesta come amore per la vita, compassione per noi stessi e per gli altri, consapevolezza della bellezza e armonia del tutto, gratitudine ... non è possibile sostenere o credere che sia stato ritrovato sul serio. Spesso, ciò in cui crediamo, é soltanto una sua parvenza, un simulacro del Vero. A furia di ripeterne il nome, immaginarlo, evocarlo, è molto semplice che ci si s'illuda d'averlo rinvenuto o persino conseguito. Al contrario, può trattarsi di una semplice e banale proiezione, la rappresentazione immaginifica del film della storia che il tempo ci ha già concesso di vivere innumerevoli volte. Questa é la differenza imprescindibile fra il credere e l'avere fede. Chi ha fede ha trovato ... il Divino in sé stesso. Chi 'crede' soltanto, forse, oltre a non averlo ancora nemmeno rintracciato, si è arenato nel dominio psichico. Ed è per questo che gli uomini di Fede tendono e vogliono incontrarsi, condividere reciprocamente la propria gioia ... mentre i cosiddetti 'credenti', sovente ipocritamente timorati, lottano, combattono sino allo stremo, per affermare e imporre le loro presunte 'verità'; circostanza ritenuta affatto saggia per chi, invece, ha esperito il senso dell'Unità interiore ed esteriore. La Fede è Una, le 'credenze' sono tante. Esse vanno tutte rispettate, sicuramente: sono vie, ma non sono la propria dimora, il tempio. Grazie per il significativo commento, Seastar, che mi trova in accordo e sintonia. Un abbraccio sorridente e Buon feste! :-)))
(Rispondi)
il_parresiasta
il_parresiasta il 09/03/11 alle 12:40 via WEB
Il primo credente non praticante è il demonio: crede che Dio esista, ma non pratica nessuna delle cose che Dio dice.
(Rispondi)
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