Creato da Praj il 30/11/2005
Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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Messaggi di Luglio 2009

Facebook: domani smetto

Post n°658 pubblicato il 29 Luglio 2009 da Praj
 

"Pensi sia solo un gioco e cominci: perché c'è dentro qualcuno che conosci, perché lo fanno tutti. Per curiosità o per necessità, prima o poi è sicuro che ci finisci, e vedi che tutti gli altri sono già lì. A consumare la droga più devastante dai tempi del crack. Su di loro scopri tutto: e-mail, numero di cellulare, cartone animato preferito, voto di condotta delle medie. Nome e cognome veri e soprannome che gli ha dato la compagna di banco all'asilo. E dopo poco tempo ti basta una sola occhiata alla loro bacheca per inquadrarli: il principiante e il fanatico, la sex symbol e la timida, il boss e il pentito. È la prima cosa a cui pensi quando ti svegli, l'ultima prima di addormentarti. La sera non esci perché tutti i tuoi amici sono lì, su Facebook. Il giorno non telefoni, non mandi e-mail, non incontri persone. Tanto c'è Facebook. E se proprio devi uscire di casa per fare la spesa, crei un evento con un inizio e una fine. Questo libro è per te, che avevi una vita più o meno felice fino a quando, un giorno, qualcuno ti ha chiesto: "Ma tu sei su Facebook?". Questo libro ti farà smettere. O quasi."

   
Tratto dalla copertina del libro: Facebook: domani smetto
Autore: Ferrari Alessandro Q. - Editore Castelvecchi  (collana Le Navi)


Conosco poco la realtà di questo social network e domando ad eventuali utenti di Facebook, se aldilà delle lodi che molti ne fanno, crea davvero quella dipendenza descritta dall'autore di questo pamphlet?
Sarei interessato ad avere pareri in merito da chi ha qualche esperienza riguardo l'utilizzo di F.B. 


 


 
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Libro senza brutta copia

Post n°657 pubblicato il 27 Luglio 2009 da Praj
 

La vita è un racconto che dobbiamo scrivere non  sapendo quando lo dovremo riconsegnare. Delle pagine narrate in esso non si può fare una brutta copia e buttarle via: le dobbiamo tenere così come sono scritte, giorno dopo giorno.
Tanto vale allora farle subito in bella copia e crearle il meglio che possiamo.
Questo, non per l'attesa in di un voto che le giudicherà, ma soprattutto per non avere rimpianti, rimorsi e pentimenti, come autori, al momento dell'imprevedibile ritiro del nostro romanzo.
Sarebbe bene consegnarlo con la coscienza in pace, per avere fatto il possibile per renderlo degno di lettura almeno fino a quel punto, raccontando una storia la quale abbia avuto senso per un protagonista che non rivedremo mai più.

 


 

 
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Alchimia Mistica

Post n°656 pubblicato il 24 Luglio 2009 da Praj
 

Le lacrime di disperazione, di tristezza, di dolore, si trasfigurano sempre in lacrime di gioia solo quando ci abbandioniamo fiduciosi all'accoglimento del ciò che E'.
Solo allora la Mistica Alchimia della "non mente" può trasmutare la corrosiva acqua della  negazione nella rigenerante linfa che tutto risana.
La quintessenza dell'Alchimia Mistica è la trasformazione del rifiuto in accettazione totale: il no che diventa Sì.
Tale Opera è però nascosta all'ego che, profano, sconsacra con la sua indomita presunzione ogni cosa della vita che non sa comprendere, costruendo barriere di sofferenza , castelli di sciocco orgoglio e realtà foriere di lacrime.

 

 

 
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Il rifiuto non serve

Post n°655 pubblicato il 23 Luglio 2009 da Praj
 

Anche se può sembrare un normale  atteggiamento il rifiutare ciò che ci capita, considerandolo accidentale,  non cercando di capire il perché ci capita e il perché lo rifiutiamo, contribuiamo a far perdurare la situazione che non vogliamo, creando le condizioni affinché l'evento si ripeta.  
Praj




 
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PUBBLICITA' PROGRESSO della COSCIENZA

Post n°654 pubblicato il 22 Luglio 2009 da Praj
 

Prenditi le ferie dall'ego!
Fatti la miglior vacanza low cost possibile.
Non c'è miglior vacanza da te stesso che la meditazione.
Essa ti offre il massimo del benessere interiore;
non devi andare da nessuna parte per rilassarti
e sganciarti dalle tue ossessioni, manie e abitudini...
Prenota subito la tua liberazione!

Vai a Meditationland, la terra che non c'è!


PUBBLICITA' PROGRESSO della COSCIENZA

Campagna patrocinata dai saggi di periferia

   

 
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Rivoluzione copernicana interna

Post n°653 pubblicato il 21 Luglio 2009 da Praj
 

Il nostro senso dell'ego è altrettanto “irreale” quanto la visione del sole che sembra sorgere, attraversare il cielo sopra la terra e tramontare, quando invece è la terra che gli gira intorno.
Questa illusoria percezione, determinata da un punto di vista relativo, reiterata, diventa poi convinzione, falsa realtà, credenza quasi inestirpabile. Una sorta di dogma psicologico.
Per quanto sia stato difficile nel tempo capire sul piano astronomico che eravamo in un sistema eliocentico piuttosto che geocentrico, sul piano metafisico  uscire consapevolmente dal sistema egocentrico mentale è ancora più arduo.

 

 
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Investimenti emotivi intelligenti

Post n°652 pubblicato il 19 Luglio 2009 da Praj
 

Un grande filosofo, lucido e pessimista, sosteneva: siccome la gentilezza é una moneta falsa, è assurdo risparmiarla.
Parafrasandolo, in una logica un tantino più ottimista, mi permetto di aggiungere un "economico" consiglio etico-affettivo: dato che l'amorevolezza è invece una moneta di pregio, il cui valore si moltiplica sempre se la offriamo a bassi livelli d'interesse, è quindi insensato non investire su di essa.


 
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Mozziconi di ragionevolezza

Post n°651 pubblicato il 17 Luglio 2009 da Praj
 

Un esempio di dissociazione mentale è quella del fumatore che da un lato conosce i pericoli che incorre nel fumare e dall'altro non sa smettere.
Non è una sorta di sdoppiamento di personalità anche questo?

Chi è il padrone di casa nella testa del fumatore?
Quando si dicono e ribadiscono ovunque, con campagne pubblicitarie di ogni tipo, con prove inconfutabili, queste informazioni:

il fumo fa male;
Il fumo ostruisce le arterie e provoca infarti e ictus;
Il fumo provoca cancro mortale ai polmoni;
Fumare in gravidanza fa male al bambino;
Proteggi i bambini: non fare loro respirare il tuo fumo;
Il fumo crea un'elevata dipendenza, non iniziare;
Smettere di fumare riduce il rischio di malattie cardiovascolari e polmonari mortali;
Il fumo invecchia la pelle; etc...


L'interrogativo che emerge è perché un individuo non smette o cerca di smettere immediatamente?
Non è padrone di sé? E' un tossicodipendente che non si vuol bene e vuole inconsciamente  e lentamente autodistruggersi?

Non è capace d'intendere o di volere? E' fuori di testa, un disperato... la sua intelligenza, in questo caso, non è in funzione? O che altro?
Che va cercando un individuo quando fuma anche a costo di danneggiarsi?


 
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Siamo un pò tutti portatori di personalità multiple?

Post n°650 pubblicato il 16 Luglio 2009 da Praj
 

Forse siamo un pò tutti portatori (sani?) delle cosiddette personalità multiple, in forma più o meno accentuata. Ma non ce le riconosciamo, tanto meno lo ammettiamo pubblicamente. Non sempre ci rendiamo conto di averle e quando lo sappiamo le giustifichiamo e rimuoviamo il fenomeno, raramente cercando di capire a cosa sono ancorate, il perché sono sorte...
Quando invece la personalità multipla la riscontriamo negli altri la condanniamo, perché la vediamo come una sorta di falsità rispetto all'immagine univoca che vorremmo avere di loro, dimentichi e incoscienti delle nostre divisioni, delle nostre maschere. 
Per ogni occasione diversa ne mostriamo una: infatti scatta in automatico la particolare rappresentazione fittiziamente idonea a farci sentire meglio in apparenza e a nostro agio nel momento specifico. E' un fenomeno inconscio che coattamente si manifesta in base agli imput emotivi e intellettuali che ci vengono dati dall'esterno.
Il guaio è che queste personalità sono tutte o molto scollegate tra loro: da questo deriva la confusione che ci portiamo dentro e contribuiamo a portare in giro quando ci facciamo conoscere con una sola di queste personalità.
Non c'è un centro di consapevolezza che sia in grado di gestire queste piccole grandi schizofrenie che dominano il nostro vivere quotidiano, per renderle innocue, integrate e consce. E siccome, pochi hanno questo centro, quasi tutti sono in una condizione psicologica di divisione inconsapevole, e vengono guidati dalla personalità che emerge di volta in volta.
Ecco, secondo me, uno dei motivi della difficoltà nelle relazioni interpersonali, nei rapporti comunicativi in generale, della maggioranza delle incomprensioni reciproche.
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Quando sei veramente nessuno, allora nessuno ti può comperare

Post n°649 pubblicato il 15 Luglio 2009 da Praj
 

Si abbocca all’amo o si cade nella rete dei persuasori occulti di ogni tipo - commerciali, politici, religiosi, affettivi, erotici… - solo quando si hanno desideri e ambizioni che ci bruciano dentro, quando si ha una sete continua e divorante di oggetti o posizioni.
Questa condizione permanente di ambizione e avidità ci rende disponibili anche a vendere l’anima al diavolo, ci rende esposti alle seduzioni dei venditori di sogni. E il diavolo psicologico, maestro e signore di tutti gli ego desideranti, conoscendoli a perfezione, sa come trattare queste richieste e voglie basate sull’avere, sul potere.
Perciò appena sente l’odore sulfureo del desiderio egocentrico diffondersi nell’aria compare puntualmente, pronto a truffarci, a manipolarci, sedurci ogni volta. Si dice anche che ognuno di noi ha un prezzo con cui è corruttibile e il diavolo questo lo sa perfettamente.
Ciò può essere vero però solo se in qualche maniera si è in vendita sul mercato delle aspettative, dei desideri, delle brame…
E’ soltanto chi conosce veramente se stesso che non è più in vendita su quei mercati, in quelle vetrine accattivanti dove si svolgono le trattative: ormai non è più merce per il persuasore di turno.
Non avendo più un prezzo, essendo ormai nulla e nessuno, non volendo altro che quel che ha, nulla e nessuno lo può comperare.


 
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Chi si droga o beve non lo fa per dimenticare ma per “ricordare”…

Post n°648 pubblicato il 13 Luglio 2009 da Praj
 

Coloro che fanno uso abituale di droghe o alcool, a livello profondo, non cercano l’evasione, ma l’inclusione, anche se attraverso la con-fusione occasionale, vanno cercando l’accoglimento, l’unità, l’amore… la fusione con un qualcosa più grande di loro.
Il fatto però che non siano consapevoli di questa ricerca inconscia fa sì che i fantasmi mentali che vanno ad evocare con lo “sballo” vengano scambiati per reali riconoscimenti, mentre invece sono solo distorsioni ,fenomeni coscienziali che svaniscono appena gli effetti dello stupefacente cala e passa. Da qui il desiderio coatto della ripetizione dello sballo, la crescente dipendenza, ovviamente dettata dalla dall’evanescenza dell’esperienza. Invece costoro probabilmente cercano la meditazione, la contemplazione, senza saperlo, cercando però scorciatoie impossibili.
Lo sballo invece non fa altro che allontanarli – anche se apparentemente sembra gratificarli - ancor di più dalla sorgente del loro Essere, invece che avvicinarli a sé stessi, come la loro Essenza anelerebbe che accadesse.  Questo però è possibile che nello stato meditativo, contemplativo della propria natura interiore. Quindi, per me, è assolutamente insufficiente la lotta tradizionale alla droga: bisogna comprendere piuttosto la causa primaria che anima questo bisogno, quasi irrefrenabile, di sballare… cercare dimensioni vagamente transpersonali.
E’ quasi inutile, non molto efficace, accanirsi nel offrire solo risposte terapeutiche ai consumatori di alcol e droghe, basate su cause secondarie: sociologiche, psicologiche, biochimiche…
La causa fondamentale della ricerca del “paradiso artificiale” è la ricerca nostalgica della pace e della beatitudine che la scaturisce dal ritrovamento della propria anima dispersa nell’attaccamento agli oggetti dei sensi, smarrita nel labirinto delle rappresentazioni mentali. Il vero e radicale richiamo è la nostalgia del Paradiso spirituale perduto che l’Essere ha in sé, di cui ha memoria ancestrale.
Non ci si droga o si beve dunque per dimenticare, ma per “ricordare” quello che è l’indirizzo di della nostra Casa interiore. Il problema è che non lo si sa e si va cercarlo illusoriamente dove non sta scritto e non si può trovare, entrando  e perdendosi inevitabilmente nei vicoli ciechi dell’inconsapevolezza.

 


 

 
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Cieca non è la fortuna ma la persona che la cerca

Post n°647 pubblicato il 11 Luglio 2009 da Praj
 

Quella che viene chiamata Fortuna in realtà sè solo un insieme di situazioni, episodi, occasioni, avvenimenti favorevoli. Spesso ben circoscritti nel tempo.
Quando ci capitano ci riteniamo fortunati. Crediamo di essere stati baciati dalla dea bendata.
Si dice che essa non veda perché sembra che ci tocchi casualmente. Ma questa impressione è solo un effetto della prospettiva limitata da cui guardiamo e leggiamo i fenomeni che ci succedono.
Se guardassimo da un punto di vista più ampio, panoramico, vedremmo il movimento delle cose, degli eventi che si susseguono e avremmo modo di osservare come tutto continuamente cambia e che ci accadono dei fatti cose perché ci devono capitare, dato le linee di movimento e orientamento che stiamo perseguendo e che s'incrociano con altri inevitabili appuntamenti.
Ogni cosa che ci accade però è soggetta a mutamento. Per cui anche ciò che in un dato momento sembrava fortuna - una situazione favorevole - può trasformarsi nel suo contrario, anche improvvisamente: ciò che poi viene  letta come sopravvenuta sfortuna, la quale cambia il corso e lo stato della realtà presente.
Ecco perché colui che ha l'occhio dello spirito visionario sa che in se la fortuna e la sfortuna non esistono. Egli sa cogliere ogni attimo della vita come gli si presenta, non aspettandosi altro, e lo gode appieno, anche se a volte è un dono dal sapore amaro, per ciò che ha da offrirgli e insegnargli, accettando le indicazioni che l'esperienza gli da come possibilità di apprendimento. E da quest'ottica egli sa guardare anche i flussi e cicli di fortuna-sfortuna altrui.
Non si lamenta se il momento è sfavorevole, gli da comunque il benvenuto, anche perché sa che oltretutto è un ospite passeggero.
Dunque, non è la fortuna ad essere cieca, ma lo è la persona che non sa guardare oltre la relatività di un frangente o periodo in cui le cose non vanno secondo le aspettative o desideri  o che si attacca ad esse quando gli sono  favorevoli.    Abbandonando questi attaccamenti e aspettative, si comprenderà che la fortuna e la sfortuna sono mere illusioni, idee senza significato e valore duraturo per se stesse, se non interpretate da un livello di Coscienza più elevato.
L'accedere a questo genere di Comprensione, questa sì, è vera Fortuna.

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Esorcizzare la credenza nel diavolo

Post n°646 pubblicato il 09 Luglio 2009 da Praj
 

Guardando una trasmissione televisiva alquanto bizzarra che parlava di esorcismi per scacciare il diavolo, ho sentito ribadire la nota frase usata per spaventare i non credenti: "l'astuzia del diavolo consiste anche nel far credere che egli non esiste".
A mio avviso, invece, è proprio questa frase che è psicologicamente malefica, diabolica: perché, se accettata, t'intrappola in una logica perversa che non ha senso. Si vuole forse affermare che chiunque non creda nel diavolo, in qualche modo, sia posseduto o stato indotto dalla sua abilità di fargli credere alla sua non esistenza?
Mi sembra una tesi piuttosto aberrante, non degna di un'intelligenza spirituale evoluta.
Secondo me, il diavolo - così come l'angelo all'opposto - è soltanto una forma simbolica, un principio e archetipo del negativo, del male  complementare al bene nella Coscienza-Una.
Questi sono due aspetti parziali, relativamente interconnessi, della manifestazione che non possono sussistere l'uno senza l'altro.
E' tuttavia un dualismo che si può trascendere quando si accetta la propria interezza, includendo entrambe le polarità all'interno della visione del mondo e di noi stessi.
Il diavolo è solo una manifestazione dell'inconsapevolezza e del senso di divisione creato dall'ego, il quale prospera sul principio di separazione.
Il suo influsso diabolico, separativo, si dissolve in noi quando questa divisione e inconsapevolezza cessano e ci apriamo al senso di Unità.
Il Diavolo è dunque un costrutto mentale, un metaforico  principio diventato l'icona che personifica il male, che ha potere su di noi  però solo nella misura in cui siamo presi dall'energia che questa idea evoca.
Il pensiero del diavolo può dominarci solo se siamo identificati con l'immaginario relativo ad esso,  e ne restiamo posseduti  in maniera antagonistica, facendone una sorta di ossessione contro cui lottare utilizzando ogni forma di superstizione, sia sacra che profana.
Si tratta sempre e comunque di una dimensione mentale oscura sulla quale non abbiamo fatto luce. Fondamentalmente inconscia. E proprio per questo ambiguo e tenebroso aspetto che molti lo aborrono ed altri ne subiscono il fascino deteriore seducente.
In realtà è solo una abnorme proiezione dell'ego, un oblio della nostra Reale natura Divina. Se ci riconosciamo in  questa natura  facciamo  il vero esorcismo contro ogni credenza nel diavolo.
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Contagio a doppio senso

Post n°645 pubblicato il 08 Luglio 2009 da Praj
 

"Secondo un team di studiosi dell'Università di Dusseldorf, coordinati da Bettina Pause, coloro che hanno paura sono in grado di ''contagiare'' chi li circonda trasmettendo la stessa sensazione.
Pubblicato su PLos One, lo studio ha preso in esame un gruppo di circa 50 studenti impegnati in esami. E così emerso che, in caso di ansia e paura, queste si trasmettono inconsapevolmente ad altri soggetti attraverso i feromoni.
Per giungere a tale incredibile conclusione, i ricercatori hanno prelevato un po' di sudore agli studenti prima e dopo un esame. Dopo averlo fatto annusare ad altri studenti, gli studiosi hanno potuto osservare reazioni diverse a livello cerebrale, documentate attraverso la risonanza magnetica funzionale. Pur non avvertendo differenze a livello olfattivo, esisteva dunque una ''comunicazione'' a livello chimico. Ora dobbiamo chiederci quali altre sensazioni, oltre alla paura, riusciamo a trasmettere agli altri."

tratto da: http://www.intopic.it/salute/ansia/

E' una incredibile conclusione solo per chi ha una visione materialistica e meccanicistica dell'essere umano. Da sempre, chi ha esplorato lo spirito dell'uomo conosce questa realtà comunicativa.
Non ha bisogno di conferme bio-chimiche per saperlo: lo sperimenta direttamente, nel dare e ricevere, con la sua sensibilità, nella vita di ogni giorno, ogni tipo di vibrazione energetica.
Ovviamente per lui è normale che lo stesso valga per ogni tipo di emozioni. Bisogna solo affinare la propria ricettivività per rilevare con chiarezza questi fenomeni.
Ecco il motivo per cui si cerca di propagare l'opposto delle senzazioni negative e di comunicare quelle benefiche: ciò al fine migliorare l'ambiente psico spirituale in cui viviamo.
Dunque, ora che anche la scienza ce lo ribadisce, contagiamoci con il buon odore-umore, gioiosità, entusiasmo, benevolenza e fiducia reciproca. Il nostro e altrui benessere ha solo da guadagnarci.


 
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Quando il blog è mera vanità, bisogno...

Post n°644 pubblicato il 06 Luglio 2009 da Praj
 

Il blog personale è molto spesso un trip (viaggio psicologico egocentrico) che mostra sempre una qualche nostra vanità. E' basilare che lo si sappia. Poi, può anche avere un qualche valore indiretto per qualcun altro ma solo se ciò lo facciamo chiaramente intendere e non ci illudiamo che stiamo facendo un servizio.
Si ammetta apertamente che non stiamo prodigandoci nel donare la nostra arte, la nostra disponibilità umana... ma ci stiamo solo godendo una nostra presunzione talentuosa. Dunque, il blog personale è innanzitutto una espressione di vanità, non raccontiamoci che sia altro! E' un nuovo e originale trip dell'ego in cerca di nuovi territori per affermarsi. Alcune forme espressive sono particolarmente abili nel dissimulare questo desiderio di protagonismo, di apparizione.
Niente di sbagliato, ma è bene esserne consapevoli. Se non si è consapevoli di questo, il nostro blog, come una cangiante bolla d'illusione scoppia prima o poi senza lasciare segni; svanisce come un sogno di seduzione di cui non si ricorda più nulla al mattino quando ci si sveglia. Se non si è consapevoli della nostra vanità, del nostro orgoglio che cerca una qualche forma di applauso, si rischia di scivolare in una coatta masturbazione mentale quotidiana, in una nuova dipendenza psicologica che spacciamo come bisogno originale di espressione creativa.

Il blog è una mera estensione virtuale
del nostro ego dalla quale emana proiezioni intellettuali, immaginative, avidamente proteso a rincorrere approvazioni e consensi variamente qualificati per alimentarsi d'energia psichica ed emotiva. Se l'operazione non ha riscontri e conferme ben presto è destinato a deperire, a consumarsi nella stanchezza delle riproposizioni, nella ripetizione stantia del proprio impotente narcisismo.

Occhio dunque alle motivazioni che stanno dietro al bisogno di farsi un blog: in esse si nascondono vuoti e e mancanze  reali di cui dovremmo prendere coscienza, prima di scaricarli nel mare delle speranze perdute, dei sogni traditi, dei rimpianti mai riconosciuti, cercando sensazioni, stimoli e affetti compensativi.

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Leader di noi stessi

Post n°643 pubblicato il 05 Luglio 2009 da Praj
 

C'è bisogno di leader esteriori nella misura non scopriamo il nostro leader interiore.
Il leader esterni sono solo stampelle provvisorie utili fino a che non impariamo a camminare sulle nostre gambe. Prima ce le togliamo meglio è: prima possiamo camminare, correre, saltare...
Ognuno può  ritrovare il proprio leader interno solo se si convince che esiste davvero, non facendosi condizionare da chi glielo nega.
Tanto più ridimensioniamo l'immaginario che ci siamo fatti sul leader esterno tanto più sarà possibile e facile vedere di non averne realmente bisogno.
Quando diventiamo leader di noi stessi aiutiamo anche altri a poterlo diventare.
Quanti più leader di se stessi ci saranno in circolazione, più occasioni d'incontro e scambio fra esseri liberi accadranno, con beneficio generale.

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Voci di un altro mondo

Post n°642 pubblicato il 04 Luglio 2009 da Praj
 

Ieri sera, in occasione del Festival musicale del Mediterraneo, un evento organizzato dall'associazione Echo Art di Genova dedicato alla world music, ho potuto assistere con grande appagamento all'esibizione di due vocalist femminili d'eccezione: Sheila Chandra (Indiana) e Yungchen Lhamo (Tibetana).
La prima, che già conoscevo, mi è piaciuta molto, ma la sorpresa devo dire è stata la Yungchen Lhamo che non avevo mai sentito nemmeno nominare.
In quella magica atmosfera, ho constatato cos'è l'energia spirituale che si può percepire quando si ascolta cantare con grazia, ispirazione e animo devozionale.
La sua voce, strumento raffinatissimo, esprime un forte e dolcissimo canto dell'anima come raramente si può ascoltare.
I movimenti delicati del suo corpo sono sempre in carismatica armonia con la melodia paradisiaca che evoca. Essa ha una presenza affascinante di rara bellezza interiore, capace di coinvolgere anche il pubblico a salmodiare gioiosamente mantra tibetani sui quali fa danzare la sua fantastica ugola, il suo meraviglioso spirito, la sua purificante energia.

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Yungchen Lhamo

 
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Nascondendoci giorno dopo giorno...

Post n°641 pubblicato il 03 Luglio 2009 da Praj
 

Nascondendoci giorno dopo giorno
in cerca di approvazioni e tetti d'amore
abbiamo spesso indossato smorfie accattivanti
parole che non ci appartenevano
ipocriti vestiti d'ordinanza.
Quando però sotto un cielo stellato
un cuore sincero ci chiede
per poterci amare
di mostrare il nostro volto originale
non sappiamo più dove trovarlo
come cercarlo.
Allora ci sentiamo smarriti e confusi.

E' questo il guaio emotivo, la perdita basilare
la caduta rovinosa
che può costarci un amaro destino
sempre che non riscopriamo quel volto
che abbiamo dimenticato
nascondendoci giorno dopo giorno.
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Cronaca stupefacente

Post n°640 pubblicato il 02 Luglio 2009 da Praj
 

Le notizie di cronaca che i mass media ci passano giornalmente sono molto sproporzionate a favore delle brutte notizie.  Lo sono a tal punto dal meravigliarmi del fatto che la depressione non abbia contagiato ancora tutta la popolazione. Ma non mi stupisce che la gente viva un un perenne stato d'ansia e preoccupazione e faccia un grande uso di psicofarmaci per sopportare questo clima psicologico creato ad arte da un certo genere d'informazione giornalistica.
Quando s'insiste nel propagare, perla morbosa curiosità del pubblico ormai assuefatto, resoconti e discussioni quasi soltanto riguardanti fatti negativi, senza bilanciarli con fatti positivi è come somministrare una sorta di droga quotidiana che instilla una dipendenza, un bisogno artificiale, un vizio... una aspettativa malefica, angosciante. Ci dicono che si vendono solo le notizie che suscitano curiosità, che si vende solo la notizia dell'uomo che morde il cane perché il suo opposto è scontato. Anche se ciò può essere vero non è detto che però sia giusto. E' moralmente scorretto approfittare di questa debolezza umana per imbottire senza ritegno il pubblico di cronaca spazzatura.
Continuando in questo modo ammaleremo sempre più di disagio esistenziale generazioni dopo generazioni... ci intossicheremo fino a credere che non ci sia altro da fare che prendere atto di questa deriva decadente e disperante.
Sprofonderemo nella spirale del cinismo e dell'apatia, nell'indifferenza o nella violenza.
Non dico di non raccontare i fatti negativi, che comunque succedono, ma almeno di non enfatizzarli e, soprattutto, di bilanciarli con altrettanti fatti ed episodi positivi che accadono ogni giorno e ovunque, in modo che la gente abbiamo modo di trovare spunti di speranza, motivi per sentimenti positivi, percezioni di equilibrio e di verità descrittiva del mondo in cui viviamo.
Spingere solo sulla patologia, sulla devianza, sull'anomalia mi sembra un modo poco educativo ed etico di fare giornalismo, anche se è redditizio per gli editori.
Descrivendo il reale, con completezza e obiettività, si venderebbero sicuramente meno giornali, almeno inizialmente, e forse tanti giornalisti dovrebbero cambiare modo di fare giornalismo, ma in compenso si andrebbe gradualmente verso una società psicologicamente più sana, fiduciosa e ottimista, si contribuirebbe certamente a renderla migliore.

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L'ego è solo un ombra

Post n°639 pubblicato il 01 Luglio 2009 da Praj
 

Quando ci è dato di Comprendere chi siamo veramente non abbiamo nemmeno bisogno di combattere l'ego, perché vediamo chiaramente che è un'ombra che ci accompagna e che esiste solo nella misura in cui ci identifichiamo in essa. Diventa ovviamente superfluo.
In assenza di questa Comprensione, invece siamo guidati da quell'ombra che scambiamo per noi stessi, piuttosto che dalla Luce che la permette e restiamo così incantati dal riflesso piuttosto che dal Reale.
Quando questa prospettiva che fa riferimento ai riflessi è dominante, vediamo ovunque solo il molteplice e la separazione e non percepiamo che invece ognuna delle forme che ci appaiono, compresa la nostra, è un entità indipendente attraverso le quali l'Uno si manifesta ed esprime.
Le ragioni nascoste - ultra umane - di tale espressioni ci sono celate in quanto individui, ma ci sono rivelate quando il Silenzio della mente si fonde con l'Essenza, quando l'ente indipendente riconosce l'Unità sottostante di cui prima non era consapevole.
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