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Creato da Praj il 30/11/2005
Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram
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Messaggi di Ottobre 2012
Quando si dice "non sono il corpo" e "non sono la mente", ci si augura che ciò poi venga inteso come un "consiglio" a non identificarsi con essi per non spegnere l'intima coscienza di Sè. Non è quindi auspicabile che quelle affermazioni portino invece a negare o combattere questi preziosi strumenti dello spirito umano, in nome di concetti metafisici che, se mal interpretati, distorcono e banalizzano il pur veritiero principio.
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Essere in uno stato d'amore cosciente non vuol dire che si ama anche ciò che non ci va, che si ami tutto indistintamente, ma piuttosto che s'accetta anche il fatto di non amare qualcosa o qualcuno... e lo si ammette come dato di onestà, espressione di libertà, senza infingimenti moralistici o scusanti di alcun genere. Questo perchè il senso di non separazione profonda può anche includere il temporaneo senso di separazione superficiale.
La meraviglia della coscienza unitaria non ha paura della divisione, del conflitto, del distacco, perchè li ritiene fonti e motori di quel dinamismo necessario al percorso di auto scoperta di Sè.
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E quando c’è attesa, c’è desiderio di arrivare, di ottenere… La coscienza rivolta verso l’oggetto esterno oscura il discernimento. L’essere non vive più libero da ciò che arriva, da ciò che desidera e che attende.
Finché c’è un io e un oggetto d’amore, c’è desiderio di possederlo, di unire l’io all’oggetto. Vivere l’Amore, la Pace profonda, la Pienezza, è non essere più separati, è realizzare che lo spazio tra l’io e l’oggetto è sofferenza o piacere, e ciò non è che una formazione mentale. Quando la mente tace, lo spazio, l’io, l’oggetto, sono assorbiti nella Pace.
L’ego riconosce che si sente pronto a lasciare la sofferenza, ma non è lo stesso per il piacere. Non c’è da fare lo sforzo o da accettare di staccarsi dalla sofferenza o dal piacere, perché quello non sarebbe che controllo. C’è semplicemente da restare tranquilli, senza aspettativa, senza volere; lasciare fiorire la Grazia. E’ il nostro vissuto della Pienezza, della Pace, dell’Amore che tutto riempie, che assorbe ogni attaccamento.
L’ego ha associato la sua ricerca d’amore al piacere e questa confusione del piacere-attesa che è legato al bisogno di essere amato, di essere riconosciuto, rinforza l’attaccamento al piacere. E’ quando viviamo la Pienezza che realizziamo che il piacere appartiene alla mente. Per molti è l’attaccamento più profondo e l’ego a volte crede di liberarsene rendendolo più sottile. Dietro il piacere la sofferenza è sempre in agguato. Il piacere associato al bisogno d’amore non può essere permanente e noi ne conosciamo la fragilità. Quando viviamo una totale espansione interiore, l’Amore assorbe il piacere. Non possiamo né desiderarlo, né cercare di appagarlo. Perché, pieno d’Amore, è scomparso. Ma non restano che parole quando è la mente che ascolta. E’ sperimentando, vivendo la nostra vera natura che conosciamo la Sorgente di ogni cosa.
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L'albero non fa niente: basta un soffio di vento, qualcosa che accade... e la foglia secca semplicemente si stacca. L'albero non si accorge nemmeno che la foglia secca sia caduta.Non fa rumore, non pretende niente, proprio niente.
La foglia secca cade semplicemente, e non fa altro che frantumarsi sul terreno. Proprio così...
Quando, attraverso la comprensione e la consapevolezza, maturerai, e avrai realizzato davvero che l'ego è la causa di tutta la tua sofferenza, un giorno vedrai semplicemente cadere quella foglia secca.
Si poserà a terra, morirà per conto suo, senza che tu abbia fatto nulla, senza la pretesa di essere stato tu a farla cadere. Ti accorgerai che l'ego è semplicemente scomparso, e in quel momento emergerà il vero centro. Questo vero centro è l'anima, il sé, dio, la verità o qualsiasi altro nome gli vogliate dare. E' senza nome, per cui gli si può dare qualunque nome. Puoi dargli tu stesso il nome che preferisci.
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... se non abbiamo mai sviluppato un nostro modo di chiedere aiuto, l'idea di avere bisogno di qualcun altro ci imbarazza o ci fa nascere dentro un senso di umiliazione che può darsi negheremo finché sarà possibile di avere bisogno di aiuto.
Di fatto, trovo, è quando le persone c'è una vera resa e disponibilità che cominciano a dissolversi i ruoli di "colui che aiuta" e "colui che riceve aiuto", ad annullarsi i confini fra "chi può" e chi è impotente.
Le situazioni in cui diventiamo dipendenti possono trasformarsi in esperienze di trasformazione per ognuna delle parti coinvolte.
Se ci permettiamo di rivelare i nostri bisogni, diamo a chi ci sta intorno l'opportunità di rendersi utile per davvero, bisogno fondamentale che condividiamo tutti; e, ancora, restando aperti alla nostra dipendenza possiamo aiutare chi ci sta intorno a liberarsi dalla propria personale paura della dipendenza.
dal libro: "Cambiamenti" di Ram Dass - Ediz. Corbaccio
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Non c'è insegnamento religioso, filosofico o psicologico che sostanzialmente non sia già stato detto o scritto.
In questa era di comunicazione virale, allora non resta che tentar di riproporre in rete - in forma diversa e personale - ciò che si ritiene meriti essere ribadito. E' sempre bene condividere tutto ciò con chiunque: perché da qualcuno non è mai stato ascoltato o letto; o fors'anche perchè non colto al meglio; oppure perchè questo, a volte, può anche essere espresso con sfumature e interpretazioni che lo arricchiscono. Questa è la grande meraviglia della nuova intelligenza globale e forma di connessione di cui ci si può avvalere positivamente e creativamente come mai è stato possibile prima d'ora.
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Questa identificazione è deleteria perchè nega la possibiltà di scoprire l'ente testimoniante, la nostra pura natura essenziale.
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In quest'ottica psicologica, ogni osservazione "critica" la cogliamo come minaccia, anzichè coglierla come opportunità per verificare una eventuale identificazione egoica. Così facendo si perde il punto nell'autoconoscenza.
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Ame Adriano piace molto, soprattutto quando canta, ma quando parla mi faun pò "pena", devo ammetterlo. Non è una novità per tanti suoiestimatori.
Egli insiste con questastoria del sermone che nongli riesce... e lì sbaglia e ri sbaglia. Fondamentalmente non èapprezzato nelle performance oratorie da prete che parla di politica.Come pseudo messia è banale, oltre ad essere esageratamentesemplicistico.
Poi resta un personaggio carismatico, amato, ancheper le sue capacità di veggente, capace di cogliere punti criticiimportanti della società. Le sue vecchie canzoni ecologiste lotestimoniano.
Poi il nostro ammette, tra il serio e il faceto, quasiad esorcizzare una verità, che è duro di comprendonio: e lo si vedequando continua a volere fare il predicatore. E' una veste che non gliè consona: anche perchè ha bisogno del gobbo, non sapendo esprimersispontaneamente e compiutamente sui temi importanti che gli stanno acuore.
In quelle situazioni allora copre la sua goffaggine con ilmestiere, con una sorta di disinvoltura studiata. Troppi sorrisetti,ammiccamenti sciamanici al pubblico, silenzi evocativi e bevute d'acquafarciscono i suoi spettacoli-evento che sono densi di musichesuggestive e scenografie coinvolgenti. In questo gioco che carica l'attesa del pubblico invece egli è maestro. In questo meccanismo seduttivo è un istrione.
E'possibile però che non capisca che l'arma vincente del suo messaggio accade quando la veicola con la musica, con l'arte e non con le parole parlate?
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Il blocco che separa la cosiddetta normale coscienza umana dalle radici della cosiddetta coscienza impersonale, è semplicemente un'inflazione o iperattività del sistema psicologico di sopravvivenza.
L'effetto di questo esagerato senso di difesa è di focalizzare la coscienza così rigidamente sul fatto di assicurare il proprio futuro che la coscienza universale sottogiacente, con la sua felicità sempre presente, la sua pace e senso di meraviglia, viene messa da parte. La sola gioia che può entrare nel campo della coscienza è quella che proviene dalla soddisfazione dei bisogni (o presunti bisogni) individuali del corpo-mente. Il dolore, invece, diventa una sofferenza negativa piuttosto che un segnale che aiuta ed esalta la vita. E questa disfunzione di base si manifesta nel fatto che morire, che nella natura fa parte del grande flusso della vita (o del gioco derivato chiamato manifestazione individuale) diventa l'oggetto di paura e terrore senza speranza.
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Ho piuttosto chi mi considera virtualmente amico, fino a prova contraria, e mi fa piacere. Detto ciò, so che tutto passa o muta.
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Le nubi vanno e vengono, i pianeti nascono e scompaiono, le stelle nascono, le stelle sorgono per poi morire e quel cielo rimane intatto, identico a se stesso, immacolato, limpido. Quel cielo interiore è chiamato Sakshin, il Testimone.
Entra in te e godi quel cielo interiore. Ricorda: tutto ciò che puoi vedere non sei tu. Puoi vedere i tuoi pensieri, dunque non sei i tuoi pensieri, puoi vedere i tuoi sentimenti, dunque non sei i tuoi sentimenti; puoi vedere i tuoi sogni, i desideri, i ricordi, le immaginazioni, le proiezioni, dunque non sei nulla di tutto ciò.
Vai avanti, eliminando tutto ciò che sei in grado di vedere. E un giorno sorgerà un istante incredibile, l'istante più ricco nella vita di un uomo, l'istante in cui non resta più nulla da scartare.
Tutto ciò che può essere visto è scomparso: solo il Veggente rimane. Colui che vede è il cielo vuoto. Conoscerlo rende liberi da ogni timore, conoscerlo rende ricolmi d'amore, conoscerlo significa essere Dio, Essere immortali." (OSHO)
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E' un paradosso del vivere in consapevolezza: se prima non abbracciamo il nostro passato non lo possiamo lasciar andare; o come ha detto una volta un saggio: "non possiamo trasformare ciò che prima non abbiamo benedetto".
(Ram Dass)
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Non credere che l'altro centri in tutto ciò, perchè egli ha solo sfiorato, forse involontariamente, il pulsante della polveriera emotiva che c'è in te. Piuttosto ringrazialo per il fatto che ti ha dato l'occasione di divenirne consapevole.
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Questo succede ad un'amica animalista e vegana che racconta di quel che le capita sulla sua pagina di F.B.
Dice: non ci siamo con gli algoritmi di Facebook, mi mettono annunci sponsorizzati su cui clikkare del tipo: "Partecipa all'Evento "1000- Spiedi", organizzato da macellai di non so dove ... bohhh? ...
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Una mia considerazione. Ci sarà pure l'intelligenza artificiale, ma noto che c'è pure la stupidità artificiale che impazza nel marketing telematico.
Questa ottusità telematica non può cogliere certamente le 50 sfumature di clickl!... ahahah!
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Inviato da: lenteris
il 09/07/2023 alle 12:42
Inviato da: lenteris
il 09/07/2023 alle 12:33
Inviato da: lenteris
il 09/07/2023 alle 12:31
Inviato da: lenteris
il 09/07/2023 alle 12:28
Inviato da: lenteris
il 09/07/2023 alle 12:24