Creato da Praj il 30/11/2005
Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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Messaggi di Aprile 2009

FEBBRE CARNIVORA... INFLUENZA NEFASTA

Post n°611 pubblicato il 29 Aprile 2009 da Praj
 

Anche alla luce dell'ultima vicenda legata all'epidemia della febbre suina, non posso non constatare che gran parte degli essere umani non sono intenzionati a prendere coscienza dell'importanza del divenire vegetariani. Per questo continuiamo a ripetere gli stessi errori, avere gli stessi problemi, gli stessi incubi. Virus nefasti che si propagano come effetto di aberrazioni che stanno a monte: l'allevamento intensivo industriale a scopo di successiva macellazione per fini alimentari.
La mia posizione in merito invece è questa: sono vegetariano ma non integralista, per cui non ho una visione ideologica e dogmatica su questo argomento.
Lo faccio più che per motivi salutistici, che ce ne sono, per non contribuire allo sterminio degli animali, che amo e rispetto e non mi piace considerarli oggetti di uso e consumo, soprattutto nel caso che ne possa fare a meno.
In questa scelta avvenuta parecchi anni fa mi trovo bene, rispecchia la mia sensibilità, ma questo non mi fa demonizzare i carnivori.
Mi piacerebbe solo che riflettessero più a fondo sulle conseguenze che implica la loro scelta di mangiar carne, che porta ad allevare in realtà orrende e ammazzare (macellare) crudelmente gli animali solo per questo scopo.
Questa relativa sensibilità, incapacità di vedere l'aspetto crudele di questo maltrattamenti e brutalità, a mio parere, fa conseguire  tanti altri aspetti negativi nel rapporto tra gli uomini.
Però non generalizzerei, perché anche tra i vegetariani si possono riscontrare tante altre forme d'insensibilità.
Devo dire onestamente che la carne mi piaceva come gusto ma vi ho rinunciato per scelta Etica consapevole e rifiuto di questo sistema alimentare, per essere meno complice a questo trattamento violento diffuso nei confronti di creature sensibili per scopo alimentare o quant'altro.
La carne non mi manca per nulla e se ne può fare benissimo a meno, oltretutto con risvolti benefici per il proprio stato di salute psicofisica.
Qualcuno potrebbe obiettare che anche mangiare i vegetali implica la morte degli stessi...
Però non metterei sullo stesso piano i vegetali e gli animali che si ammazzano per mangiare, avendo delle alternative: mi sembrerebbe una forzatura filosofica, francamente.
E poi questo discorsi sul vegetarianesimo sono ormai triti e ritriti.
Ribadisco, per me, é una questione di sensibilità, di una visione esistenziale che include anche il cercare di ridurre, se possibile, la sofferenza agli animali.
E' una visione non antropocentrica, direi anche spirituale.
Comunque,
sono anche d'accordo con chi un giorno ha affermato che se i mattatoi e gli allevamenti intensivi avessero le pareti di vetro molte cose cambierebbero, qualcuno di sveglierebbe dal suo torpore e indifferenza.

Però così non é, e allora andiamo avanti...con questo edificante andazzo auto giustificazionista...direi anche abbastanza inconsapevole. Per me, sarebbe giusto per mille motivi smettere di mangiare carne: motivi ecologici, come già è stato detto, economici, filosofici, psicologici e salutistici, ecc...
Oggi come oggi, soprattutto nel mondo avanzato e occidentale, considerare la scelta vegetariana è possibile. Pensiamoci dunque.
Per chi è ancora carnivoro... e si sente anche spirituale e consapevole, vorrei dire che la frase "non importa ciò che entra ma ciò che esce", anche se ha una pretesa alchemico esoterica, oggi, per chi ha le condizioni per fare delle scelte coscienti, responsabili e non obbligate, non ha più senso, almeno secondo il mio modesto parere.
La vera trasmutazione spirituale Consapevole di ciò che entra in noi avviene prima e non dopo aver mangiato... oltre che da "come" si è mangiato.
Riflettiamo: gli animali non contano proprio niente, sono solo capi da macellare per appagare i bisogni alimentari del nostro corpo?
E' questa la considerazione per l'esistenza di questi  spesso indifesi, esseri coabitanti il nostro pianeta?
Sono per noi solo oggetti al nostro servizio da usare e consumare come ci fa comodo, senza comprendere la nostra inconsapevole complicità riguardo al loro dolore, al loro maltrattamento, al loro massacro sistematico?
Ecco perché sono vegetariano e ho fatto questa scelta non solo per motivi riguardanti una forma dietetica favorevole alla salute del corpo... ma soprattutto per motivi più profondi... direi anche "spirituali", questa scelta di non mangiare carne.
Per cui sento di invitare il carnivoro a meditare profondamente sulle sue scelte... poi faccia ciò che vuole... sarà una sua responsabilità essere indifferente a ciò che comporta mangiare carne, soprattutto senza che sia necessario. Di questa scelta non ne faccio questione di orgoglio ne di merito ma di sensibilità... natural-mente evoluta.
Se per ora preferiamo ascoltare il conformismo delle auto giustificazioni sul mangiare carne faccia pure...non  condanno ne giudico...ma ricordiamoci almeno che forse ce la stiamo comodamente raccontando...lo capisco perché anch'io in passato lo facevo...e ora, se vogliamo, pensaci, obiettiva-mente sotto una nuova luce.
Sarebbe importante invece guardare personalmente negli occhi l'animale che si vuole uccidere per mangiare...poi vedere cosa si prova e cosa si sente... allora le cose sarebbero ben
diverse...perché è troppo facile delegare le stragi ai "bruti", spiritualmente  poco evoluti, almeno sotto questo aspetto, la parte più sporca di tutta questa faccenda.
Mi dispiace anche non aver trovato risposte, o solo risposte superficiali, almeno per me, inadeguate, in dottrine e tradizioni (in particolar modo occidentali), che sorvolano o, addirittura, considerano gli animali semplicemente fatti apposta per essere "usati" e asserviti all'uomo.
E' una visione antropocentrica che non condivido.
Sono tradizioni che sotto questi aspetti, e non solo, a mio avviso, devono ancora evolvere... aldilà dei loro pur validi punti di partenza e riferimento.
Per quanto riguarda poi la Visione Impersonale del Tutto, il senso dell'equilibrio, che porta aldilà delle considerazioni etiche relative, potrei essere d'accordo... ma appunto per questo la "mia" sensibilità...mi rende quasi impossibile rendermi complice dello sterminio degli animali...anche se comprendo e non trovo sbagliato il discorso di chi mette in guardia sul dogmatismo riguardo a questo tema controverso.
Per cui concepisco anche che ogni tanto potrebbe essere salutare "sgarrare", per non irrigidirsi e non fare diventare questa questione un fatto di orgoglio ideologico... nascostamente carico di giudizi di condanna verso la momentanea altrui scelta... 
da cui potrebbe nascere un nuovo trip di superiorità per l'ego. Sto esprimendo solo uno stato di Consapevolezza rispetto al "problema"... più interessato alla condizione dei miei fratelli animali che alla salute o al benessere del mio corpo... che comunque non trascuro.
Ce ne sarebbe molto da dire riguardo al vegetarianesimo Consapevole... che poi diventa un discorso anche sulla salute, sull'ecologia, sulla politica economico-ambientale... ecc... sul nostro vivere. 
Comunque pur sapendo benissimo che è tutto un film che accade nella Coscienza, senza essere identificato in questa filosofia vegetariana... accade qualcosa al mio corpo-mente libero da questo rito sarcofagico... che dalla Coscienza Impersonale sorge un canto che dice: Non uccidere! Rendi più armonico il gioco e l'armonia del Tutto ciò che E'.
Fai la Tua parte... nel rendere più bello esteticamente l'Universo che stai creando, vivendo, "sognando".

 
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LA PRUDENZA E LA FIDUCIA

Post n°610 pubblicato il 27 Aprile 2009 da Praj
 

E’ possibile riconoscere un vero Maestro spirituale? Non è facile e non possibile  in modo assoluto.
Quello che per alcuni è un Maestro per altri può essere un impostore, un imbroglione.
Però il senso della fiducia è fondamentale… se si vuol crescere in un rapporto con un Maestro che non sia un ciarlatano. Bisogna solo stare attenti.
Comunque un Maestro vero, fisico o non, è quello che ti fa sentire che stai crescendo, maturando e che, in uno spirito ed in condizioni di libertà, rende sempre più chiara la tua consapevolezza e ti aiuta ad aprire il cuore. Però, il riconoscimento di un vero Maestro spirituale dipende, anche o molto, dagli schemi culturali di riferimento.
In contesti diversi alcune aspre metodologie, tecniche finalizzate ad un processo decondizionamento, per la liberazione da incrostazioni psicologiche, ecc... potrebbero essere considerati o scambiati per abusi di potere... condizionamenti mentali, al limite di plagi veri e propri.
E' una faccenda delicata che si presta a molte ambiguità, a molti equivoci.
Però si deve fare attenzione a non buttare il bambino con l'acqua sporca, alle prime difficoltà, di fronte alle normali resistenze dell'ego che emergono con con chi sta cercando di aiutarci a riconoscerle, a superarle.
Questo accade spesso. E' sbagliato a mio parere accettare acriticamente, fideisticamente, dogmaticamente gli insegnamenti... come è altrettanto ingiusto essere sempre sulla difensiva, dominati dalla diffidenza e dalla paranoia.
E', dunque, molto difficile poter parlare di questo argomento senza entrare in contrasto con la visione soggettiva che, la persona appena incamminata nel sentiero della ricerca, ancora non ha ben chiaro.
E' tutto molto relativo.
Tutto ciò che contribuisce a farti crescere, ad avere un senso della vita più espanso, gioioso, fiducioso, amorevole, libero consapevole va bene.
E se a questo contribuiscono anche persone fisiche che in certi momenti della vita ti possono aiutare con la loro esperienza, fare da maestri, ben venga.
Quello che conta è come tu vivi, eventualmente, queste relazioni.
L'importante è crescere, imparare, sperimentare... Comprendere, senza mai divenire dogmatici, settari e dipendenti. Se ciò non accade...allora non hai trovato la strada giusta...
Si può riprovare e cercare con un spirito maturato dall'esperienza, senza mai chiuderci però.
Perchè con la chiusura mentale ed emotiva, a mio parere, non si va molto avanti.
Non va mai dimenticato però che il senso dell'umorismo, condito da una certa ironia ed autoironia, a mio avviso, è fondamentale per una sana crescita spirituale.
E' un basilare antidoto alla seriosità proselitistica, settaria e fanatica dei vecchi e nuovi presunti emancipatori dell'umanità, venditori di fumo e false promesse.
Spesso intorno a noi si sentono personaggi che predicano con toni rivestiti da una certa presunzione, con un paternalismo frutto d'ideologie missionarie, per me, ancora permeate da egoiche visioni, anche se dissimulate da servizio all'altrui bisogno evolutivo, spirituale e umano.
.


 
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DOMANDE E RISPOSTE EVANESCENTI

Post n°609 pubblicato il 24 Aprile 2009 da Praj
 

Domande, domande, domande… infinite domande
Risposte, risposte, risposte… infinite risposte
Sono solo evanescente memoria planetaria incasellata
memoria universale annusata e codificata
velature d’oscurità mercificata e distribuita…
in un fantasmagorico mercato d'identità
che si confrontano per auto confermarsi…
e tutto ciò per non avere il coraggio di dire
di fronte allo specchio umano sperduto:
non so, non posso sapere, posso solo vivere…
quel che mi è dato vivere per morire a me stesso
E vivendo conoscere la vita istante dopo istante
fino al momento in cui si aprirà il cancello
dell’infinito di fronte al quale pieno di meraviglia
innocente e senza involucri illusoriamente confinanti
riderò delle mie domande e delle mie e tue risposte.
.

 

 
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I DANNI DELLA SERIOSITA' AGGRESSIVA

Post n°608 pubblicato il 22 Aprile 2009 da Praj
 

La mancanza di senso dell'umorismo, l'incapacità di fare autoironia, il prendersi troppo sul serio, per me manifestano nell'uomo un pericoloso atteggiamento che può nuocere.
Io credo che un uomo di spirito che sia religioso, filosofico o ideologico, non possa fare a meno di osservare con un senso di apertura, di buon umore, con il sorriso, i lati tragicomici, ambigui, contraddittori, del nostro essere sul palcoscenico della vita e averne amabilmente Compassione.
Permettersi la risata verso se stessi e le cose, seppur spesso terribili, del mondo è un grande toccasana: la medicina per molti disagi della mente, dell'anima.
La rigidità, invece, di certe posizioni palesemente moralistiche, dottrinalmente schematiche, non indulgenti verso la precarietà delle espressioni umane è, di fatto, la via che porta nel vicolo cieco del dogmatismo, del fanatismo: quindi dell'odio, del rifiuto della diversità, dell'intollenza aggressiva, con le infauste conseguenze che derivano per tutti.

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LEGAMI IMMAGINARI

Post n°607 pubblicato il 20 Aprile 2009 da Praj
 

Lui mi disse: non credere di avere una coscienza
dentro in un corpo...
ma il tuo corpo esiste, così come il mondo
solo nella Coscienza.
Sbalordii!
non mi sembrava possibile...
contro ogni logica indagai con tutto
me stesso, capovolsi ogni visione...
ricercai con fiducia oltre i confini della mente
fino al momento in cui scoprii,
tra il riso ed il pianto,
che era Vero:
Tutto l‘universo, appare e respira
in ogni istante nella Coscienza.
Solo Lei E'... nè mia nè tua... impersonale
senza tempo, infinita.
Da quel lampo
sono libero dal sogno di diventare libero,
avendo visto che le catene
che mi tenevano erano soltanto
anelli di fumo, pensieri intrecciati
che nascevano nel braciere
della passione di credermi ombra
riflesso di un identità effimera.

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PER UNA SPONTANEA CRESCITA INTERIORE

Post n°606 pubblicato il 18 Aprile 2009 da Praj
 

C'è chi vuole e pensa sia giusto insegnare una religione, per il suo bene, per la sua crescita educativa e formazione morale, ad un bambino. Io rispondo che, a mio parere, si dovrebbe invece lasciarlo giocare. In realtà, lui sta bene così: sa tutto quello che gli serve al momento.
Non gli si dovrebbero dare risposte se non fa delle domande spontanee ... che nascono dalla sua curiosità e dalla sua naturale intelligenza.
Noi abbiamo, purtroppo, la curiosa abitudine a dare delle risposte a chi ancora non ha fatto domande.
Poi man mano che cresce e vuol comprendere come funzionano le cose intorno a lui, ecco che allora è nello stato psicologico per poter assimilare con interesse gli insegnamenti della religione, della scienza, spiegati in modo adeguato alla sua capacità ricettiva, sia intellettuale che emozionale ...
Riguardo invece alle specifiche risposte religiose ... è meglio per me non fornirgliele prefabbricate, confezionate, derivate dalle nostre convinzioni e fedi.
Gli va lasciato uno spazio di ricerca che nasce dal suo stesso anelito di Conoscenza, al suo bisogno di Comprensione.
Gli si può indicare, in modo semplificato ed obbiettivo, quali sono state le varie risposte che sono state date nel tempo dagli uomini che l'hanno preceduto (una vera storia delle religioni).
Quello che è importante, per me, è non condizionarlo ... per cercare di farlo aderire ad una religione dominante o a forzarlo verso qualsiasi organizzazione religiosa più o meno conosciuta.
Se intorno a sé, il bambino, invece può respirare una atmosfera di apertura, di libertà, di esempio, di dialogo e confronto positivo ... troverà liberamente da sé la Via che gli può interessare e che gli da il senso della genuina ricerca.
Ciò è  importante per affrontare questo viaggio misterioso che è la Vita. Man mano troverà lungo il percorso indicazioni sempre più sentite nel cuore e nella intelligenza ... tutto verrà da sé ... e libera-mente potrà ritrovare Sé stesso, il Divino o come altro vorrà chiamare la Sua Essenza.

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SORRIDERE DEL MONDO ... DI SE'

Post n°605 pubblicato il 16 Aprile 2009 da Praj
 

Sorrido di me ... che sorride del mondo, che a sua volta ride e piange senza un consapevole senso, incapace di specchiarsi, semplicemente sincero, di fronte alla notte oscura delle parole, alla fantasmagoria delle speranze che ogni giorno pungono il cuore degli uomini.
Parlo del non comunicabile, come un folle inebriato da un elisir creato dal vuoto e venduto in lontani universi, in sconosciuti mercati di poetiche perle.
Questo nettare cade in gocce su palati acuti e gole sensibili, s’instilla in calotte craniche nostalgiche del vero, e va aldilà dello scontato e decantato amore a
ridestare spiriti immemori di sorgenti celestiali, di immacolate comprensioni. 

Questo accade non perché sono saggio ma perché sono solo un visionario, un mistico realista fuori dal coro, vagante da un tasto all'altro, da una testa all'altra, invisibilmente, errante di testo in testo, pericolosamente. 
So che forse mi possono capire in pochi … ma bastano per stimolare le mie non pretese connessioni, la voglia di ammiccare con i lampi dell'intuizione da cui qualcuno forse saprà farsi fecondare ...
pur se non saprò mai quando, non saprò mai dove, ciò accadrà.
Anche se il tempo lascia qualche velo discorsivo che opacizza i miei occhi davanti a questo altare di liquido cristallo, messaggero moderno di segni ultramondani nel quale folle di spiriti sconosciuti fra loro bevono inconsapevolmente, 
sento di Vedere lontano, molto lontano, sento di Vedere il profondo nella superficie.
Senza domande tese a richiamare altre domande mi esprimo perché per me è da fare, così per me è da dire, e non so il perché, mentre ancora sorrido, e forse scioccamente, sorrido di me, sorrido per me.
E se vuoi sorrido anche di Te ...
 tanto è solo un Gioco, un meraviglioso tragicomico Gioco, che lo perde di sicuro soltanto chi non accetta che lo Sia.
.


 
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L'INFINITO NELLA MANO APERTA

Post n°604 pubblicato il 14 Aprile 2009 da Praj
 

Sospeso fra pensieri scintillanti
e gocce d'amore sorridenti
poso l'ascolto
su ogni sussurro
che si alza dal mio cuore
gravido di gratitudine
e serena allegria.
Vele incantate
mi conducono
in quei mari
dove ondeggiano
parole calate dalle stelle.
Non chiedo di più
di quel che ho.
Una volta prenotai l'infinito,
ed ora proprio qui
l'accolgo nella mano aperta.
 
.


 
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L'ULTIMO SOGNO

Post n°603 pubblicato il 08 Aprile 2009 da Praj
 

Gli insegnamenti cosiddetti segreti non sono tali giacché qualcuno abbia mai inteso occultarli, ma perché in genere non siamo pronti a riceverli, riconoscerli ed accettarli. Questo é il caso del mitico "Risveglio": la liberazione dalla sofferenza e dalla rinascita; esperienza che molte scuole e tradizioni di ricerca spirituale definiscono "Realizzazione".
Vuoi realizzare l'identità con Dio, la fusione con l'Assoluto, la resa al "Tutto", come hanno fatto gli Illuminati di ogni era? Chi deve conseguire ciò, tu? Ma chi sei tu? Liberarsi ... e perché, da che cosa? ... un giorno vedrai l'assurdità di questa impossibile ricerca. Potrai tentare di tutto, ricorrere persino ad un impegno sensazionale, stupefacente, prodigioso, per ottenere la liberazione, ma ti sarà sempre negata: infatti non ci sarà giammai "Risveglio" finché persisterà l'Ego!
Le discipline spirituali, lo studio delle dottrine religiose, le pratiche devozionali, ti daranno forse un po' di fede o una conoscenza teorica ed intellettuale, ma si tratterà soltanto di nuove maschere che si aggiungeranno immancabilmente alla tua già ricca collezione. Solo nell'abbandono repentino del personale fardello d'illusioni mentali (identificazioni), ovvero la rinuncia consapevole al tuo "Ego", ti sentirai finalmente libero, spontaneo, sereno.
Tuttavia ciò accadrà in genere unicamente quando sperimenterai l'apice della meditazione, la "testimonianza silente" e diverrai come uno specchio che non giudica mai. Quando riuscirai, altresì, a osservare lucidamente qualunque fenomeno in tutta la sua primigenia purezza. Tale osservazione, apparentemente mera o banale, ma di fatto essenziale, consiste nel vedere e sentire chiaramente che il soggetto e l'oggetto delle nostre visioni sono già, di per se, un'unità inscindibile.
Questa illuminazione ti rivelerà il grande mistero: "tu sei quello"! Qui ed Adesso! Tu sei ... coscienza! Il soggetto e l'oggetto della ricerca coincidono. Chi cerca è già colui che è cercato.
Dopo tale macroscopica, inequivocabile e limpida esperienza, dopo cotanta estasi trasformatrice, il più grande dei tabù, la falsa e mediocre realtà dell'ego, sarà rimosso; e la "tua" vera "identità" risulterà evidente.
Morirai a te stesso. Trascenderai l'illusione. Ormai arreso all'evidenza, agirai consapevolmente sapendo che non sei più "tu" ad agire, ma é il Tutto ad operare attraverso te. La Grazia Divina, in un incredibile appuntamento del Destino, ti ha baciato; sentirai di esserti destato da un lunghissimo sonno; comprenderai che tutto va bene così com'é.
Eri il Sé, ma lo avevi dimenticato: credevi di avere una realtà personale. Hai fatto un grande sogno, immaginandoti agente separato, come un attore identificato con il proprio ruolo. In realtà era il Tutto (Dio) che manifestava la Sua Volontà, il Suo Amore misterioso, imperscrutabile per il tuo povero ego.
Alla luce di questa "realizzazione", se avrai il dono del carisma, diverrai uno strumento di trasmissione della "comprensione": saprai come comunicarla. Se ciò non ti é dato, fluirai ordinariamente, ma in modo creativo, nell'eterno presente; sarai aperto e compassionevole verso gli altri, coloro ancora dipendenti dal pensiero automatico, dominati da paure e ansie, desideri e speranze.
Come esprimere in modo semplice ed autentico tutto ciò? Non è nulla di speciale, ma è straordinario; é una grande benedizione ... una gioia intima che vorresti tutti avessero.
In piena accettazione di ciò che accade intorno a te, paradossalmente, senza più l'esigenza d'importi a chicchessia, ti trasformerai in un vero individuo. Rinascerai e forse comprenderai che l'accettazione totale e l'illuminazione spirituale sono due facce della stessa medaglia, i risvolti del medesimo frammento di conoscenza, l'esperienza della "verità". E per te l'esistenza si rivelerà un gioco cosciente, le cui uniche regole saranno gratitudine e celebrazione!
Questa é la Via che io prediligo e ho scelto di seguire; ma ce ne sono tante e diverse ... l'importante é incamminarsi ... mossi da un sincero anelito al Risveglio.


 
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FRA ROVINE E CANTI

Post n°602 pubblicato il 06 Aprile 2009 da Praj
 

Di fronte a tragedie di ogni tipo, catastrofi naturali, orrori di ogni genere, disgrazie personali e collettive, che si sono sempre verificate nella storia e sono tutt’ora in corso, la mente dell’uomo religioso si fa questa domanda: Dio dov’era, dov’è?
Questa, per me, è una domanda che scaturisce da visione troppo semplicistica, colpevolizzante l'uomo e banalizzante il Divino.
Non mi sembra che faccia onore ad una alta visione di Dio. Dio è anche lo tsunami, il terremoto, la guerra…
E’ pure la mente ed il corpo dell'uomo che lo rifiuta, che lo invoca... E' l'uomo che fa il turista, quello disperato, è il bambino rapito e il suo rapitore... è il corpo umano, l'istinto degli animali, la linfa delle piante... è Lui che distrugge... distruggendo anche se stesso... che poi ricrea in continuazione... eternamente. Dio è il Tutto, natura e sue leggi comprese.
Vita e morte... lacrime e sorriso... odio e Amore... rovina e canto.
Però per me va anche detto che il centro del Tutto non è l'uomo... è oltre... è la Coscienza.  Dio non è antropocentrico.
E nell'uomo, è solo la Coscienza Impersonale - il cosiddetto Testimone o Puro Osservatore neutrale - che ognuno dovrebbe scoprire in sè stesso - la sorgente Divina in noi, che è e può essere aldilà del film della creazione e distruzione.
Oltre anche a ciò che la mente vede e il corpo percepisce ogni istante e che la materia vive e subisce trasformandosi, per delle leggi fondamentalmente insondabili anche alla pur evoluta mente dell'uomo identificato con il senso dell’ego, che si sente ancora essere separato da Dio.
E quando vedo tante discussioni su "Dio dov'era?" mi rendo ancora di più conto di quanto si brancoli nel buio rispetto ad una "lettura" profonda del senso spirituale della Vita.
Pur rispettando la domanda in questione, pur comprendendo il perché la si faccia, la trovo figlia di un pensiero relativo, non metafisico, una concezione e visione del Divino un pò infantile: il Padre in alto, i figli in basso... il creatore separato dalla sua creazione… ecc.
Trovo che sia una concezione dualistica che non regge assolutamente, poggiando soltanto sulla credenza dogmatica... che non sa dare risposte accettabili, comprensibili, convincenti... 
Non lo può fare
perchè è prigioniera del concetto  che Dio sia che ciò l'ego dell'uomo vorrebbe: che fosse  antropocentrico, una ingenua e gigantesca proiezione a propria immagine e volontà.

 
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IL CASO E' SOLO APPARENTE

Post n°601 pubblicato il 04 Aprile 2009 da Praj
 

Niente succede per caso. Proprio niente.
Ogni atto, ogni cosa, ogni fenomeno anche il più insignificante che possa sembrare è interconnesso, è interdipendente ad infinite altre cose, atti, fenomeni in una miriade di eventi incalcolabili e inimmaginabili, la cui origine si perde nella notte dei tempi.
Causa ed effetto sono un tutt'uno in una visione più ampia. Non si può sapere dove cominci la causa e dove finisca l'effetto. E' soltanto la mente dualistica che separa la causa dagli effetti, non essendo in grado, per sua intrinseca natura, di cogliere L'Uno, l'intero, nella sua infinitudine.
Solo se la mente tace  lo spazio ed il tempo si dissolvono ed appare l'istante nella sua forma di Destino come espressione del Tutto in quel punto sconfinato che è il nostro essere nel mondo.                      
Chiamiamo caso un effetto la cui origine non sappiamo trovare e possiamo; e chiamiamo causa una realtà di base che vogliamo fissare mentalmente, per non ammettere l'ignoranza di fronte ad un mistero che ha radici ancor più profonde ed insondabili, abissali.
Il magico gioco che accade a noi ciò che percepiamo come caso: coincidenze, occasioni fortuite... è invece creazione continua, incessante di una Coscienza che Tutto E', Impersonalmente Osservante, assolutamente armonica in Sè stessa.
Essa si offre alla nostra mente manifestandosi come separata dandoci l'allucinazione della casualità e nel contempo una nostalgia più o meno intensa di un ritorno alla Sorgente, che ognuno, ogni forma d'intelligenza, raccoglie in modo differenziato, fino alla realizzazione stupefacente e meravigliosa che nulla è mai stato separato, che tutto è Uno, che noi siamo quest'Uno.
Questo gioco di apparenze, di destini, di creazione e distruzione non è altro che il Gioco Divino della Coscienza, che noi Siamo… ma che abbiamo dimenticato d’Essere.  

 
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LASCIATI ANDARE...

Post n°600 pubblicato il 01 Aprile 2009 da Praj
 

Lascia la presa… non puoi trattenere
ciò che non t’appartiene, che non sarà mai tuo.
Lascia la presa… altrimenti sarai posseduto
da ciò che tieni stretto e ti legherai ad una croce.
Lascia la presa… qualsiasi sia l’oggetto
del tuo desiderio, lascialo volare nel vento.
Lascia la presa… se ami la vera libertà
se vuoi giocare sorridente con il mondo intero.
Lascia la presa… e potrai Amare serenamente
con il cuore aperto ai segreti della Vita.
Lascia che Sia… che sia il Ciò che E’
lascia anche il lasciare… lasciati andare…
alla naturale Felicità.

 
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