Creato da Praj il 30/11/2005
Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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Messaggi di Luglio 2011

MURI SORDI

Post n°1083 pubblicato il 31 Luglio 2011 da Praj
 

C'è una parte che dice: più tagli alla spesa pubblica e chi si oppone a ciò dicendo più tasse ai ricchi... Nessuno fa un passo indietro o un passo in avanti... e i paesi del mondo occidentale, dal più grandi ai più piccoli, nel frattempo rischiano di affondare e trascinare nel baratro l'economia mondiale. Possono definirsi davvero individui responsabili coloro - maggioranze e opposizioni - che governano queste navi sociali che sono gli stati moderni? Sembra che piuttosto preferiscano lasciarle affondare che venirsi incontro con intelligenza, cooperare con apertura e buon senso e salvarsi dal disastro, dal possibile tracollo. Se andiamo avanti con queste logiche ottuse di muro contro muro, con questo partigiano e avido egoismo distruttivo, in cui la speculazione rapace affonda i suoi macabri artigli, altro che immaginario sarà un futuro catastrofico!


 
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UN UOMO FELICE

Post n°1082 pubblicato il 30 Luglio 2011 da Praj
 

 

Non so se sia l'uomo più felice del mondo, come lo hanno definito i giornalisti, anche perchè non è possibille stilare classifiche in merito. Fatto sta che ha trovato la sua strada alla felicità, come altri, e di questa ne ha fatto una sana "abitudine".

 
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ESPANDERE LA COMPRENSIONE

Post n°1081 pubblicato il 30 Luglio 2011 da Praj
 

Il mondo non va ristretto fino ad adeguarlo alla comprensione... è la comprensione che si deve espandere e aprire fino a includere l'immagine del mondo così come in effetti è. (Sir Francis Bacon)


 
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NON CERCARE...

Post n°1080 pubblicato il 29 Luglio 2011 da Praj
 

Più ti cerchi più t'allontani...
più t'allontani più ti cerchi.

Non cercare allora di tingere di rosso il tuo cuore.
Non cercare di smussare gli spigoli della tonda natura.
Non cercare traguardi che impediscono, che negano
d'essere già ora dove dovresti andare.
Non cercare nemmeno di non cercare...
Sii ciò che sei: é tutto quì.
Se non ti basta e non ti piace quello che sei,
quello che hai, il mondo com’é,
allora fai... quel che senti, ma non cercare
vie d’uscita dal presente: sono impossibili.
I frutti s'addolciscono quando la stagione arriva.
Di permanente, in te, c’é solo l’osservarti
in questo palcoscenico.
Goditili lo spettacolo ed accetta la tua parte,
esprimila al meglio: lo stai già facendo,
non lo vedi? Non cercare... che il cercato appare.
Non cercandola la vita accade, anche adesso!
Basta viverla, é qui.

 
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Un alieno che ammiro

Post n°1079 pubblicato il 29 Luglio 2011 da Praj
 
Foto di Praj

Franco Battiato: "Non voglio sentirmi intelligente guardando dei cretini, voglio sentirmi cretino guardando persone intelligenti."


http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/se-ci-sei-batti-ato-un-colpo-destra-e-sinistra-mi-annoiano-cerco-complessit-27808.htm

 
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L'INCANTO DEL DISINCANTO

Post n°1078 pubblicato il 29 Luglio 2011 da Praj
 

Il Silenzio della mente: l'incanto del disincanto


 
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E' DAVANTI A TE

Post n°1077 pubblicato il 28 Luglio 2011 da Praj
 

Guardi lontano
per non trovarti mai lì
dove ora già Sei.
Non puoi scoprire
che momenti sereni
lasciando che Sia...
Scoppia il sogno...
puoi vedere l’incanto...
sì... davanti a Te!


 
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POVERTA' INTERIORE

Post n°1076 pubblicato il 28 Luglio 2011 da Praj
 

Quando un ricco o un super ricco s'imbestialisce, si oppone con tutti mezzi che ha, perchè gli si chiede un piccolo sacrificio in favore di una equità sociale, un minimo di giustizia redistributiva, dimostra tutta la sua povertà interiore.
Tutte le balle che si racconta per giustificare questa miseria spirituale non fanno altro che renderla invece ancora più evidente.



 
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COOPERAZIONE

Post n°1075 pubblicato il 27 Luglio 2011 da Praj
 

Ci vuole un villaggio per tirar su un bambino.
(detto africano)


 
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L'ETERNO CICLO

Post n°1074 pubblicato il 27 Luglio 2011 da Praj
 

Lasciato in un solo momento il gelido e inerte abito posato con cura per il pianto e i racconti dei sopravviventi, la sempre viva Coscienza - che senza corpo ridiventa impersonale - ritorna maturata dai fuochi e ghiacci di mondana presenza nel vortice Sublime.
Riapparirà in nuove vesti ancora... e ancora, finché la Ruota della manifestazione non chiuderà il suo ciclo: dalla pietra all'uomo e oltre, da periferia rotante all’immoto centro Divino. Questo é l’eterno gioco della Vita e della Morte.

 


 
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L'ESSENZA SENZA LIMITI

Post n°1073 pubblicato il 27 Luglio 2011 da Praj
 

Ogni essere umano realizzato continua a lavorare sullo sviluppo interiore. Non c’è fine allo sviluppo e al manifestarsi dell’essenza. Questo sviluppo procede con l’esporre sempre di più, nel tempo, aspetti molto sottili della personalità. Dopo che l’identificazione di base della personalità è stata rotta, il processo del dissolvere gli aspetti più sottili dell’immagine di sé diventa in genere più facile. E’ un dissolvimento continuo dei confini dell’immagine di sé, che porta a una maggior espansione. Non è che la personalità se ne va e poi si sviluppa l’essenza. Piuttosto più l’essenza si sviluppa, più la personalità viene esposta e i suoi confini si dissolvono.
La realizzazione e il completamento dell’essenza sono senza fine e senza limiti.

dal libro: "Essenza" di Almaas A.H. - Editore Crisalide


 
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SCOMPARIRE NELL'ESSERE

Post n°1072 pubblicato il 26 Luglio 2011 da Praj
 

Segnali intensi e luminosi vengono al cuore, da occhi che si guardano, s’incrociano, si toccano e ammiccano messaggi inafferrabili ed allusivi. E’ l’Inconoscibile che mi guarda attraverso voi, come io posso vederlo nelle sue continue e stupefacenti mutazioni osservando voi... e tutto ciò che vive specchiandosi sempre l'uno nell'altro.
Si guarda e si é guardati: é l'affascinante modo per autorivelarSi di quell’Unica Presenza Consapevole in cui si riflette il multiforme passaggio scorrevole delle vite che si autoappropriano di un personale sogno.
E’ il non Essere che appare... e scompare nell'Essere.



 
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NON PRESENZA

Post n°1071 pubblicato il 26 Luglio 2011 da Praj
 

Non è il karma che stai scontando quando ti lamenti, ma la tua non Presenza.
Ora come allora.


 
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L'ACCORDO NON E' OBBLIGATORIO

Post n°1070 pubblicato il 25 Luglio 2011 da Praj
 

Ovviamente qualcuno che mi legge non è d'accordo con ciò che scrivo, con la mia visione... 
E chi mai gli impone d'essere d'accordo?

A me va bene lo stesso. Perchè dovrebbe infastidirmi o altro se non egli non è d'accordo?
Non è e non sarà l'unico. Così è la vita, da sempre.

Non c'è problema quando non si è obbligato ad esserlo. Ognuno parla secondo la propria esperienza, la propria comprensione, la propria realtà interiore, la propria inclinazione...
Noi non siamo gli autori delle azioni, in senso metafisico secondo una filosofia non dualistica, è vero. Però ciò ha una valenza diversa quando è realizzato direttamente e non un sentito dire, qualcosa che si è letto... Diversamente, è solo una nuova credenza dell'ego. Una nuova concettualità con cui l'ego può sbizzarirsi, giocare, fondare un suo nuovo sottile dominio e sabotare la crescita propria e altrui.
Che ognuno faccia se gli va - una disamina onesta con se stesso e veda da quale luogo fa questa affermazione. Sono d'accordo che non c'è agente personale, che non c'è bisogno di meditazione, di essere discepolo e di disciplina, che non c'è risveglio, illuminazione, ecc... ma questo lo si puo' dire col cuore solo quando tutto ciò è detto in piena consapevolezza e riconoscimento di Chi si E'. Quando questo riconoscimento è accaduto e si va espandendo, allora questo "non agente personale" non può più cercare conflitto, antagonismo, divisione... perchè dimora nella pace, armonia, accettazione, sa chi è anche "l'altro".
Quindi, a buon intenditor... non interessa continuamente lottare e accanirsi contro i "falsi risvegliati" quando sono loro i primi a sapere che non esiste quel genere di risveglio così come lo intendono mentalmente coloro che ancora lo stanno sognando.


 
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SERVIRE

Post n°1069 pubblicato il 25 Luglio 2011 da Praj
 

Non puoi perdere quello che servi. Questo è il segreto. Quello che servi non puoi perderlo. Quello che non servi e a cui cerchi di attaccarti, lo perdi. Scivola sempre via tra le tue dita. Per questo non si può separare la saggezza o l’intuizione dall’amore o dalla devozione. Uno deve trovare nel suo cuore la devozione di servire la Verità che si trova di momento in momento.
Quello è un atto d’amore, servire. Ci fa uscire dalla ultime vestigia del rapporto con l’esperienza centrato su di sé. (by Adyashanti )




 
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CREPE ASSORDANTI

Post n°1068 pubblicato il 24 Luglio 2011 da Praj
 

Sciacalli in branco confabulano fra i grattacieli, consigliati da avvoltoi scrutanti prede da sacrificare. Mai sazi depredano ogni segno di vita come rapaci e rettili di palude in disprezzo del coro dei semplici che cantano intanto ignari del sordo precipitare.
Urge nuova morale, ad affiancar un'etica morente, mentre i
tempi stanno segnando l'ulular di lupi affamati scesi a valle per un banchetto amaro, divorato come presagio di una civiltà morente.
Tra le rovine imbellettate per nascondere il tramonto, l'albeggiar di un virtuoso ciclo é ancor tutto da innalzare.
Fra allarmi e urli di sirene a fatica scorgo spiragli, segnali almeno chiaroscuri e, di fronte a questa ombra montante, oso stoltamente pensar ancor positivo.



 
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Umabe’el

Post n°1067 pubblicato il 24 Luglio 2011 da Praj
 
Tag: Angeli
Foto di Praj

Umabe’el

waw-mem-beth


Io mi attengo alle norme interiori


Dal 20 al 25 gennaio


È l’Angelo dei rabbini, dei maestri della legge: di quegli individui, cioè, che per loro natura sono irresistibilmente connessi con un qualche supremo senso della misura (chiamato nella tradizione ebraica «la Legge») e che provano una profonda felicità quando si presenta loro l’occasione di annunciare a qualcuno le utilissime informazioni che quella connessione trasmette al loro cuore. Che cosa è opportuno, che cosa è sconveniente, che cosa è giusto, che cosa è deleterio: questo è ciò che gli Umabe’el sanno – e sanno dire – sempre. Il loro problema fondamentale è il coraggio: non è facile, infatti, indicare a un altro i suoi errori e prendersi il diritto di correggerlo e di guidarlo. Agli Umabe’el verrebbe spontaneo: senza alcuna presunzione, dolcemente e candidamente lascerebbero parlare quella loro sapienza al solo scopo di facilitarvi la vita. Ma come non temere che li si prenda per ficcanaso e rompiscatole, e che li si inviti a farsi i fatti loro? Il solo pensiero di una reazione del genere toglie purtroppo ogni forza a molti Umabe’el, sia perché nel farsi i fatti loro non brillano di certo (il loro talento rabbinico vale soltanto nell’interesse altrui; nella propria vita sono puntualmente caotici, ora indecisi, ora impulsivi, spesso inconcludenti), sia perché il loro animo è tenero, e bisognoso di molto affetto, e l’ultima cosa che desiderano è di contrariare il prossimo. Perciò spesso tacciono, per scoprire poi puntualmente che avrebbero fatto molto meglio a parlare: non solo perché i loro pareri sono sempre saggi e importanti, ma perché a vederlo dall’esterno, quel loro sforzo di trattenersi risulta quasi sempre antipatico: «Mmh! Quel tipo mi nasconde qualcosa!» pensano di loro, ed è vero, sì, ma non viene in mente a nessuno che gli Umabe’el si impongano di tacere per modestia e ipersensibilità.
 
Devono osare, e seguire impavidamente le loro ispirazioni morali. Che si tratti della nuova fidanzata di un loro amico o di un suo nuovo posto di lavoro, gli Umabe’el devono dire quel che ne pensano, anche a costo di ferire qualcuno: saranno ferite salutari. Il loro compito nel mondo è testimoniare che esiste quella Legge, quel limpido universale Criterio applicabile praticamente: gli Umabe’el sono come bussole che in ogni circostanza indichino i punti cardinali, permettendo così alla gente di orientarsi. E poco male se ciò finirà con il farli sentire su un piedistallo – dato che quel piedistallo è stato costruito proprio per loro, perché dirigano il traffico delle opinioni e delle scelte umane.
 
Quanto poi al fatto che chi sta su un piedistallo abbia bisogno di molta gente intorno per non sentirsi solo, è anche questa una circostanza a cui gli Umabe’el faranno bene ad adeguarsi presto. La loro fame d’amore (qualunque cosa possano pensarne prima di aver scoperto se stessi) è infatti talmente grande da non potersi accontentare delle diete normali: se agli altri basta avere qualche amico, agli Umabe’el ne occorrono a decine; se alla maggior parte degli altri basta un partner, per gli Umabe’el non c’è relazione in cui non si sentano presto soffocare. Il loro ideale di vita sarebbe una casa dalle porte sempre aperte, una piazza in cui tutti si avvicinino a loro per chiedere consigli: questo soltanto può soddisfarli; e il loro piedistallo diverrebbe una forma d’amore per l’umanità intera – e sarebbero indubbiamente ricambiati – se il mondo sapesse che quella Legge esiste e che gli Umabe’el sono i suoi premurosi profeti.
 
È capitato, talvolta, che riuscissero a farlo sapere almeno un po’. Francesco Bacone, ai primi del Seicento, fece da bussola nella filosofia, progettando una teoria della conoscenza e una classificazione di tutte le scienze; Thomas Erskine, due secoli dopo, fu tra i primi americani a lottare per l’abolizione dello schiavismo; David Wark Griffith adoperò il cinema (con un piedistallo fatto di suntuosi colossal) per predicare la tolleranza e la passione per l’indipendenza. Ma è molto più frequente imbattersi in Umabe’el pessimisti, profeti inascoltati e divenuti amari o disperati dopo aver cercato invano un partner che a loro bastasse: come il burrascoso lord Byron, o Virginia Woolf, o certi personaggi di Humphrey Bogart (nel bar di Casablanca, per esempio), o Giorgio Gaber. Colpa del mondo? O colpa loro, convintisi – ciascuno per i suoi motivi – che il mondo fosse troppo scettico per poter ascoltare un maestro di vita?
Vera o no, è utile per ogni Umabe’el preferire comunque la seconda ipotesi, e confidare. Di professioni adeguate al loro compito non ne mancano: dallo psicologo all’estetista (che anche lei, come i bravi psicologi, tiene a lungo le persone davanti a uno specchio), dal barman al consulente famigliare, al parroco, al poeta, al farmacista e via dicendo. E da ciascuno di questi piedistalli l’Umabe’el può cominciare a predicare, per sentirsi in pace con la propria coscienza e con l’universo intero.


dal " Libro degli Angeli " di Igor Sibaldi -
Ed. Sperling & Kupfer

http://www.nonsoloanima.tv/index.php?controller=angeli&path=71

 
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LA POESIA E' UN SUSSURRO

Post n°1065 pubblicato il 23 Luglio 2011 da Praj
 

La poesia è quel sussurro proveniente dall'invisibile che rischiara il tuo respiro, nel cammino misterioso dove hai lasciato impronte, affannate o leggere, di passi che ti hanno segnato o segneranno.


 
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TANTRICA... MENTE

Post n°1064 pubblicato il 22 Luglio 2011 da Praj
 

Accarezzandoci...
l'uno nell'altro... belli,
i nostri occhi brillanti
di luce ultramondana
scorgevano i confini
penosamente mentali
di chi non conosce l'arte
del dolce penetrare
nello sconfinato e Divino
gioco dell'Amore.
Le lingue si parlavano
vibrando e danzando
fra sospiri che sapevano
d'altri mondi...
e si sorrideva in pace
sentendo che si poteva
lasciare il tempo
alle ragnatele dei ricordi
bruciare di vita viva
o veleggiare sul godere
senza essere mai schiavi.
Ci siamo riconosciuti
abitanti di un universo
parallelo e silenzioso
dove chi conosce la Fonte
dell'Estasi suprema
sa dissetare l'Anima
usando questo calice
fatto di sensi accesi
accompagnati dalla Luce.



 
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DA REALIZZARE CONTINUAMENTE

Post n°1063 pubblicato il 22 Luglio 2011 da Praj
 

Nei rapporti è dove realmente si arriva alla resa dei conti nella spiritualità: uno può raccontare di essere realizzato o illuminato mentre agisce ancora partendo da vecchi modi di comportamento egoici nei rapporti. Il vero test per me è questo: come ti muovi e come agisci nei rapporti? Questo rivela tutto su quanto si sia visto profondamente dentro alla credenza nella separazione. Dire solo che c’è il “non sé” non l’elimina, non ti porterà un briciolo più vicino alla vera libertà. “Non sé” deve essere realizzato continuamente. E questo include il vedere che nel rapporto non c’è nessun altro separato. (Scott Kiloby)


 
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