Creato da Praj il 30/11/2005
Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram
|
Area personale
Menu
Ultimi commenti
Cerca in questo Blog
Disclaimer:
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica poiché viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62/2001.
Le immagini pubblicate e i video tutte tratti da internet e quindi valutate di pubblico dominio. Questo vale anche per alcuni brevi estratti di testo presi da alcune pubblicazioni, di cui però è sempre citata la fonte.
Qualora il loro utilizzo violasse i diritti d’autore, lo si comunichi all’autore del blog che provvederà alla loro immediata rimozione.
Messaggi di Luglio 2011
Non so se sia l'uomo più felice del mondo, come lo hanno definito i giornalisti, anche perchè non è possibille stilare classifiche in merito. Fatto sta che ha trovato la sua strada alla felicità, come altri, e di questa ne ha fatto una sana "abitudine".
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
E chi mai gli impone d'essere d'accordo?
A me va bene lo stesso. Perchè dovrebbe infastidirmi o altro se non egli non è d'accordo?
Non è e non sarà l'unico. Così è la vita, da sempre.
Non c'è problema quando non si è obbligato ad esserlo. Ognuno parla secondo la propria esperienza, la propria comprensione, la propria realtà interiore, la propria inclinazione...
Noi non siamo gli autori delle azioni, in senso metafisico secondo una filosofia non dualistica, è vero. Però ciò ha una valenza diversa quando è realizzato direttamente e non un sentito dire, qualcosa che si è letto... Diversamente, è solo una nuova credenza dell'ego. Una nuova concettualità con cui l'ego può sbizzarirsi, giocare, fondare un suo nuovo sottile dominio e sabotare la crescita propria e altrui.
Che ognuno faccia se gli va - una disamina onesta con se stesso e veda da quale luogo fa questa affermazione. Sono d'accordo che non c'è agente personale, che non c'è bisogno di meditazione, di essere discepolo e di disciplina, che non c'è risveglio, illuminazione, ecc... ma questo lo si puo' dire col cuore solo quando tutto ciò è detto in piena consapevolezza e riconoscimento di Chi si E'. Quando questo riconoscimento è accaduto e si va espandendo, allora questo "non agente personale" non può più cercare conflitto, antagonismo, divisione... perchè dimora nella pace, armonia, accettazione, sa chi è anche "l'altro".
Quindi, a buon intenditor... non interessa continuamente lottare e accanirsi contro i "falsi risvegliati" quando sono loro i primi a sapere che non esiste quel genere di risveglio così come lo intendono mentalmente coloro che ancora lo stanno sognando.
Scrivi Commento - Commenti: 24 |
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
Umabe’el
waw-mem-beth
Io mi attengo alle norme interiori
Dal 20 al 25 gennaio
È l’Angelo dei rabbini, dei maestri della legge: di quegli individui, cioè, che per loro natura sono irresistibilmente connessi con un qualche supremo senso della misura (chiamato nella tradizione ebraica «la Legge») e che provano una profonda felicità quando si presenta loro l’occasione di annunciare a qualcuno le utilissime informazioni che quella connessione trasmette al loro cuore. Che cosa è opportuno, che cosa è sconveniente, che cosa è giusto, che cosa è deleterio: questo è ciò che gli Umabe’el sanno – e sanno dire – sempre. Il loro problema fondamentale è il coraggio: non è facile, infatti, indicare a un altro i suoi errori e prendersi il diritto di correggerlo e di guidarlo. Agli Umabe’el verrebbe spontaneo: senza alcuna presunzione, dolcemente e candidamente lascerebbero parlare quella loro sapienza al solo scopo di facilitarvi la vita. Ma come non temere che li si prenda per ficcanaso e rompiscatole, e che li si inviti a farsi i fatti loro? Il solo pensiero di una reazione del genere toglie purtroppo ogni forza a molti Umabe’el, sia perché nel farsi i fatti loro non brillano di certo (il loro talento rabbinico vale soltanto nell’interesse altrui; nella propria vita sono puntualmente caotici, ora indecisi, ora impulsivi, spesso inconcludenti), sia perché il loro animo è tenero, e bisognoso di molto affetto, e l’ultima cosa che desiderano è di contrariare il prossimo. Perciò spesso tacciono, per scoprire poi puntualmente che avrebbero fatto molto meglio a parlare: non solo perché i loro pareri sono sempre saggi e importanti, ma perché a vederlo dall’esterno, quel loro sforzo di trattenersi risulta quasi sempre antipatico: «Mmh! Quel tipo mi nasconde qualcosa!» pensano di loro, ed è vero, sì, ma non viene in mente a nessuno che gli Umabe’el si impongano di tacere per modestia e ipersensibilità.
Devono osare, e seguire impavidamente le loro ispirazioni morali. Che si tratti della nuova fidanzata di un loro amico o di un suo nuovo posto di lavoro, gli Umabe’el devono dire quel che ne pensano, anche a costo di ferire qualcuno: saranno ferite salutari. Il loro compito nel mondo è testimoniare che esiste quella Legge, quel limpido universale Criterio applicabile praticamente: gli Umabe’el sono come bussole che in ogni circostanza indichino i punti cardinali, permettendo così alla gente di orientarsi. E poco male se ciò finirà con il farli sentire su un piedistallo – dato che quel piedistallo è stato costruito proprio per loro, perché dirigano il traffico delle opinioni e delle scelte umane.
Quanto poi al fatto che chi sta su un piedistallo abbia bisogno di molta gente intorno per non sentirsi solo, è anche questa una circostanza a cui gli Umabe’el faranno bene ad adeguarsi presto. La loro fame d’amore (qualunque cosa possano pensarne prima di aver scoperto se stessi) è infatti talmente grande da non potersi accontentare delle diete normali: se agli altri basta avere qualche amico, agli Umabe’el ne occorrono a decine; se alla maggior parte degli altri basta un partner, per gli Umabe’el non c’è relazione in cui non si sentano presto soffocare. Il loro ideale di vita sarebbe una casa dalle porte sempre aperte, una piazza in cui tutti si avvicinino a loro per chiedere consigli: questo soltanto può soddisfarli; e il loro piedistallo diverrebbe una forma d’amore per l’umanità intera – e sarebbero indubbiamente ricambiati – se il mondo sapesse che quella Legge esiste e che gli Umabe’el sono i suoi premurosi profeti.
È capitato, talvolta, che riuscissero a farlo sapere almeno un po’. Francesco Bacone, ai primi del Seicento, fece da bussola nella filosofia, progettando una teoria della conoscenza e una classificazione di tutte le scienze; Thomas Erskine, due secoli dopo, fu tra i primi americani a lottare per l’abolizione dello schiavismo; David Wark Griffith adoperò il cinema (con un piedistallo fatto di suntuosi colossal) per predicare la tolleranza e la passione per l’indipendenza. Ma è molto più frequente imbattersi in Umabe’el pessimisti, profeti inascoltati e divenuti amari o disperati dopo aver cercato invano un partner che a loro bastasse: come il burrascoso lord Byron, o Virginia Woolf, o certi personaggi di Humphrey Bogart (nel bar di Casablanca, per esempio), o Giorgio Gaber. Colpa del mondo? O colpa loro, convintisi – ciascuno per i suoi motivi – che il mondo fosse troppo scettico per poter ascoltare un maestro di vita?
Vera o no, è utile per ogni Umabe’el preferire comunque la seconda ipotesi, e confidare. Di professioni adeguate al loro compito non ne mancano: dallo psicologo all’estetista (che anche lei, come i bravi psicologi, tiene a lungo le persone davanti a uno specchio), dal barman al consulente famigliare, al parroco, al poeta, al farmacista e via dicendo. E da ciascuno di questi piedistalli l’Umabe’el può cominciare a predicare, per sentirsi in pace con la propria coscienza e con l’universo intero.
dal " Libro degli Angeli " di Igor Sibaldi - Ed. Sperling & Kupfer
http://www.nonsoloanima.tv/index.php?controller=angeli&path=71
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
l'uno nell'altro... belli,
i nostri occhi brillanti
di luce ultramondana
scorgevano i confini
penosamente mentali
di chi non conosce l'arte
del dolce penetrare
nello sconfinato e Divino
gioco dell'Amore.
Le lingue si parlavano
vibrando e danzando
fra sospiri che sapevano
d'altri mondi...
e si sorrideva in pace
sentendo che si poteva
lasciare il tempo
alle ragnatele dei ricordi
bruciare di vita viva
o veleggiare sul godere
senza essere mai schiavi.
Ci siamo riconosciuti
abitanti di un universo
parallelo e silenzioso
dove chi conosce la Fonte
dell'Estasi suprema
sa dissetare l'Anima
usando questo calice
fatto di sensi accesi
accompagnati dalla Luce.
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
Inviato da: lenteris
il 09/07/2023 alle 12:42
Inviato da: lenteris
il 09/07/2023 alle 12:33
Inviato da: lenteris
il 09/07/2023 alle 12:31
Inviato da: lenteris
il 09/07/2023 alle 12:28
Inviato da: lenteris
il 09/07/2023 alle 12:24