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Riflessioni, meditazioni... la via dell'accettazione come percorso interiore alla scoperta dell'Essenza - ovvero l'originale spiritualità non duale di Claudio Prajnaram

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Perchè usare solo mezzo cervello?

Post n°388 pubblicato il 21 Gennaio 2008 da Praj
 
Foto di Praj

Sappiamo che il cervello umano e' suddiviso in due emisferi: uno è il destro, il quale gestisce le informazioni affettive ed emozionali; è  legato al nostro sentire, è analogico, irrazionale, atemporale e non-verbale. E' la sede delle attivita' creative, della fantasia. E' connesso con la nostra immaginazione, con l'intuizione e forse all'attività onirica dei sogni; corrisponde al nostro lato ricettivo femminile. L’altro è il sinistro il quale invece è logico- analitico: ovvero, governa le funzioni di tipo razionale. E' astratto, lineare, numerico, razionale, simbolico, temporale, verbale. Esso corrisponde al nostro lato attivo maschile.
Ogni esperienza umana puo' richiedere ed includere il coinvolgimento di entrambi gli emisferi, o  potrebbe, al limite, svilupparsi anche mediante l'attivazione di uno solo dei due. E' certo comunque che, nello sviluppo della propria personalità, ogni soggetto tende, per un concorso di ragioni genetiche e soprattutto culturali e ambientali, a determinare la prevalenza di un emisfero sull'altro.
Il fondamento dell'equilibrio sta nel favorire costantemente una coerenza fra i due emisferi cerebrali. Per la nostra salute, sia fisica che psichica, è necessaria una sinergia tra i due emisferi, che spesso manca a causa dei processi di utilizzo parziale del cervello, che per l’influsso dell’ambiente e dell’educazione, crea occasioni che tendono a far esprimere maggiormente un emisfero sull’altro.
Fatta questa introduzione, osservo invece che noi viviamo usando soprattutto la parte sinistra del cervello. Il suo utilizzo è preponderante. La scuola, la famiglia, come quasi tutte le istituzioni, ci hanno indotto a privilegiare questo aspetto funzionale. Ci hanno condizionato con certe idee riguardo a chi noi siamo e come dovremmo essere, favorendo meccanismi ed abitudini che ci aiutano a mantenere tutto sotto controllo, quindi a usare l’emisfero destro a scapito del sinistro. Ciò comporta l’anestetizzazione di gran parte della dimensione creativa, intuitiva. Questo è un modo di vivere un po’ limitato e limitante. Forse è anche per questo che spesso i giovani, i creativi, gli artisti, cercano rifugio in realtà che danno la sensazione di sfuggire all’inscatolamento
esistenziale che una lettura solo logico razionale fa sentire opprimente e grigio. Stiamo perdendo sempre più il contatto con il nostro corpo, aldilà di una ricerca narcisistico estetica superficiale che s'identifica soprattutto con la forma del corpo.
Ci stiamo purtroppo un pò plastificando. Ci stiamo avviando a perdere la sensibilità, essendo sempre meno in connessione con le nostre sensazioni e, soprattutto, con l’intelligenza del nostro cuore, le nostre qualità più intuitive, creative, spontanee e misteriose. E andiamo perdendo il contatto con la sensazione di spazio ed accettazione che il nostro cuore rappresenta.
Se si vuole ritrovare l’equilibrio, la fantasia del vivere, la risata spontanea che allontana dai rischi della seriosità e dallo scientismo materialista, secondo me, bisogna trovare una via per esprimere noi stessi in quanto esseri completi ed equilibrati.
Bisogna  ritrovare la strada che ci porta dalla testa al cuore, dall'emisfero sinistro a quello destro del nostro cervello, così da poter accedere alla nostra conoscenza interiore rinforzando nello stesso tempo l’intelligenza del nostro  essere interi.
Dobbiamo riscoprire che collegandoci con il cuore si apriranno per noi anche le qualità rilassanti dell’accettazione, della fiducia, dell’innocenza e della gioia, comprendendo altresì che il cuore non è solo il luogo dove si trovano i sentimenti e le emozioni, ma che, in senso spirituale e psicologico, esso è anche il ponte ideale fra i due emisferi cerebrali.
Ricentrandoci sul cuore,  come fulcro del nostro sentire, i due emisferi si armonizzano, vanno equilibrandosi; e in quel equilibrio la nostra percezione e visione del mondo diventa sempre più nitida e luminosa.

 
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