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Chi tiene in piedi il welfare italiano?

Post n°11 pubblicato il 14 Novembre 2013 da bysniper
Foto di bysniper

 

Pochi sanno che in Italia, 3 milioni di Italiani, pari al 7,2% dei 41,5 milioni di contribuenti, ed al 5% della Popolazione, paga il 45,4% delle tasse sulle Persone Fisiche. 

Trattasi delle persone che dichiarano redditi sopra i 40.000 euro. Di questi 1,7 milioni dichiarano tra 40mila e 60mila euro, 602.188 tra i 60mila e gli 80mila, 284.602 tra 80mila e 100mila e i  394.327 che superano i 100mila di reddito annuo. Questi ultimi pagano una imposta annua media di 63.706 euro che equivale a 37,6 anni  di imposta pagata in media dai 27,2 milioni di contribuenti che non arrivano a 20.000 euro di reddito annuo.

 

Parliamo ora di Redditi Bassi. Suddividendo per scaglioni di reddito, ben 14,1 milioni contribuenti dichiarano fino a 10.000 euro e tra questi oltre 8 milioni non sono pensionati; considerando i redditi e le detrazioni d'imposta, ognuno di questi dichiaranti paga una imposta di 121 euro l'anno. Tenendo conto della sola spesa sanitaria (circa 2.000 euro pro capite), questi primi contribuenti e le persone a loro carico presentano una spesa di 40 miliardi che deve essere totalmente finanziata da altri contributori, come, del resto, l'intera differenza con la spesa pro capite totale (13.330 euro). I secondi 13,1 milioni di contributori (equivalenti a 19 milioni di Italiani, includendo le persone a carico), dichiarano tra 10 e 20 mila euro l'anno, e versano una imposta netta annua di 1.693 euro; significa che circa la metà della sola spesa sanitaria dovrà essere finanziata da altri contributori». 

Prendiamo un lavoratore con reddito di 100mila euro e uno di 25mila con moglie e figlio a carico. Al netto delle tasse e contributi al primo restano circa 52.000 euro e  al secondo restano circa 20.000 euro; se poi entrambi iscrivono il figlio all'università pagheranno oltre 11 mila euro il primo e poco più di 1.000 il secondo; stessa cosa per la sanità dove il primo pagherà i ticket e il secondo probabilmente no e così via. 

Parliamo ora di Pensioni. Pochi sanno che 1 su 2 e' regalata: il 46% dei percettori di assegno previdenziale non è coperto dai contributi versati durante la vita lavorativa e deve intervenire lo Stato per rimpolpare la cifra, che il più delle volte è bassa. Vi sono quasi 7 milioni di pensionati al minimo (per cui c'è stato bisogno di un aiutino della fiscalità generale, cioè i proventi delle nostre tasse, per colmare il differenziale tra contribute versati e contribute corrispondenti alla pensione minima), 300mila pensioni di Guerra, 830mila persone che percepiscono assegni sociali, e 3,8 milioni di pensioni di invalidita' ed accompagnamento. Anche tra i rimenenti pensionati, parecchi usufruiscono del generoso trattamento retributive, dove la fiscalita' generale, de facto, appiana il differenziale di trattamento rispetto a quello calcolabile col sistema contributivo, vale a dire corrispondente ai contribute versati.

Ma allora chi tiene in piedi il welfare italiano? Chi paga per i servizi pubblici non coperti 27 milioni di contribuenti a reddito basso? Chi paga quei milioni e milioni di assegni previdenziali non coperti da contribuzione?

I famosi 3 milioni di Italiani con reddito sopra i 40.000 euro all'anno, che spesso sono considerati "ricchi" e quindi "biechi e fortunati Paperon de Paperoni"   da tosare e sottoporre ad imposte sempre più alte senza contropartita di servizi.

Ma se continuano a massacrare questo "popolo" è come se impedissero per le legge alle galline di fare uova. 

L'articolo 53 della Costituzione dice giustamente che tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.

Certo è che, per colpa di un fisco insensato, di questo passo  non ci sarà più nulla da distribuire, ancor meno  se dovesse passare l'idea di un'altra patrimoniale o se prosegue la sistematica distruzione dell'apparato produttivo nazionale.

Forse, a questi 3 milioni di Italiani, si deve perlomeno un minimo di stima, rispetto e riconoscenza.

Da Scenarieconomici.it

 

 

 

 

 
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