Creato da: marcelloongania il 21/02/2006
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Il processo - 1° giorno (I)

Post n°12 pubblicato il 22 Febbraio 2006 da marcelloongania

Giovedì 3 dicembre 1970

Eravamo giunti a Burgos la sera di martedì. Eravamo 22 giornalisti ed avevamo 11 permessi per poter entrare nell'aula del tribunale. Ognuno di questi permessi era valido per due persone; un lato del cartoncino bianco era attraversato da una striscia rossa in diagonale: per il titolare del permesso; l'altro da una striscia gialla: per il giornalista supplente. Ci avevano detto che questi permessi sarebbero stati rigorosamente rispettati e noi avremmo dovuto presentarli ad ogni richiesta delle autorità militari. Ci avevano detto che a metà udienza avremmo potuto uscire dalla sala e farci sostituire dal giornalista supplente. Ci avevano pure detto che nessun altro giornalista all'infuori di noi, avrebbe avuto accesso alla sala del tribunale. Avevano voluto presentarci un clima di severità, di stretta vigilanza e quasi di rigore; avevano voluto farci capire chiaramente che le autorità militari non scherzavano, che un processo presso una corte marziale spagnola era una cosa di un'estrema serietà, che le misure di sicurezza, di garanzia e di rispetto della legge sarebbero state strettamente osservate.
Eravamo giunti a Burgos nelle ultime ore della sera di martedì 2 dicembre. Avevamo compiuto un piccolo giro d'ispezione nel centro della città senza riuscire ad avvicinarci al palazotto dove ha sede il Governo Militare di Burgos e dove avrebbe avuto sede il Tribunale Militare. I militari, i poliziotti in uniforme ed in borghese che pattugliavano la piazza e le strade adiacenti erano molti e noi non volevamo far sapere loro della nostra curiosità. Sapevamo che il processo avrebbe avuto inizio alle ore 9 e che i giornalisti dovevano trovarsi alla porta d'ingresso del palazzo del Governo Militare non più tardi delle otto.

E' ancora buio e su Burgos pesa una densa nebbia allorquando, mercoledì 3 dicembre, usciamo a gruppi dall'albergo per avviarci al tribunale militare. Percorriamo la Avenida Vitoria risalendola verso nord e a non più di 200 metri dal palazzo del Governo Militare incontriamo i primi blocchi costituiti a volte da un solo poliziotto, a volte da un gippone blindato, ancora da militari dell'esercito o da "baschi verdi", i commandos per la repressione dei gruppi sovversivi. Tutti vogliono vedere i nostri documenti: se siamo giornalisti dobbiamo salire sul marciapiede di sinistra, i familiari dei processati e tutto il pubblico che vuole assistere al processo deve salire sul marciapiede di destra. L'ultimo tratto della Avenida Vitoria lo percorriamo così, smistati. Mitra al braccio, mittra a tracolla, mitra spianati, alcuni con la sicura tolta: saranno il leit-motiv di questa prima mezza giornata e quindi di tutto il processo.

 
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