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Il processo - 1° giorno (V)

Post n°16 pubblicato il 23 Febbraio 2006 da marcelloongania

Giovedì 3 dicembre 1970

Ha inizio il processo.
Il segretario della corte inizia la lettura del sommario degli atti istruttori, 102 pagine che, come vedremo, riflettono più l'atto d'accusa che non il resoconto imparziale degli avvenimenti. Ma appena cominciata la lettura ha luogo il primo intervento degli avvocati, il primo incidente. Si domanda di poter esporre alcune considerazioni fondamentali chiedendo di ritornare alla sospensione del processo, già sollecitata a suo tempo da tutti gli avvocati difensori. Il presidente della corte nega la richiesta, nega l'uso della parola.
Questo primo scontro tra avvocati e giudici annuncia il clima di tensione che vi sarà durante tutto il processo. Ed allorquando il presidente minaccia gli avvocati con un'ammonizione, uno di questi interrompe il dialogo per formulare una nuova richiesta: che vengano tolte le manette ai processati. Il presidente chiede al comandante della forza pubblica, presente in aula, se egli può garantire l'ordine nella sala con i processati a mani libere.
"No, colonnello!"
E le manette non vengono tolte.
La lettura del sommario prosegue a rilento, interrotta ogni pochi minuti per presentare una richiesta od una protesta, sempre rifiutate dal presidente della corte. Sono richieste e proteste di natura strettamente giuridica che esulano dalla capacità e conoscenza del presidente, il quale deve ricorrere più di una volta ai consigli dell'ufficiale relatore, il capitano Troncoso, membro del Corpo Giuridico Militare.
Gli imputati sono molto tranquilli. Ammanettati a due a due, seduti in una panca in prima fila con altrettanti poliziotti alle spalle, si girano di quando in quando col volto verso la sala per accennare un sorriso ai parenti seduti in aula.
Doppo una mezz'ora è il principale imputato, Izko De La Iglesia, che chiede gli vengano allentate le manette. Di ciò approfittano anche gli altri imputati e alle undici in punto viene sospesa la seduta per una ventina di minuti.
Quando riprende vi sarà una protesta degli avvocati che durante l'intervallo sono stati sloggiati dall'aula, con la forza, dalla polizia armata. E altre proteste le avremo ancora prima di riprendere la lettura del sommario. Tra queste una che non manca di un certo sapore umoristico: uno degli avvocati chiede che in base a un articolo del codice di giustizia militare venga sospeso il processo poichè il pubblico ministero non ha la sciabola allacciata al cinturone, come ordina la legge. Un altro avvocato interviene proponendo una conciliazione; il presidente ordina che il pubblico ministero cinga la sciabola.
La lettura riprende tra lunghe e prolungate interruzioni che non avranno altro risultato se non quello d'irritare giudici ed avvocati e di preparare il clima per una rottura violenta come quella che avremo nell'ultima giornata del processo.
Quando viene tolta la seduta, verso le due del pomeriggio, ci si comunica che il processo riprenderà all'indomani, alle nove del mattino.

 
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