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Post n°119 pubblicato il 08 Agosto 2007 da PsychoMusic
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Post n°112 pubblicato il 13 Giugno 2007 da PsychoMusic
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Post n°109 pubblicato il 15 Maggio 2007 da PsychoMusic
Il gruppo musicale “Geremia & gli Amici” è composto da 10 elementi e offre dal 2000 un tributo alla musica di Fabrizio De Andrè molto suggestivo, dove i brani più famosi, dai primi agli ultimi successi, vengono introdotti da un breve commento che si propone di far entrare l’ascoltatore nello stato d’animo dell’autore, quasi nelle sue sensazioni, onde creare la giusta atmosfera per l’ascolto di ogni brano.
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I Passover nascono a Novi Ligure nel 2001 con l'intenzione di suonare cover e brani originali Punk, ma in breve finiscono per dare avvio ad un side-project che prevede la formazione di un tributo ai System of a Down. Nel 2004 la line-up della band subisce le prime modifiche e il genere si sposta verso sonorità sempre più robuste. Vengono quindi incisi i primi due demo della band novese: l'omonimo "Passover" e il successivo "The Rising Evil". Per ulteriori informazioni sui Passover, sul loro album e sulle loro esibizioni consultate il sito http://www.passover.tk/ oppure http://www.myspace.com/passovermuzic
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Post n°107 pubblicato il 10 Maggio 2007 da PsychoMusic
Genova 1970: il tastierista Ettore Vigo, il batterista Pino Di Santo, il bassista Marcello Reale, il chitarrista Mimmo Di Martino e il cantante Ivano Fossati davano vita al primo nucleo dei Delirium, uno dei gruppi più popolari della scena progressive italiana, capace di mescolare la più tipica melodia italiana alla verve che l'Inghilterra musicale di allora pompava verso il resto dell'Europa. Dopo molti anni di silenzio Vigo, Di Santo e Grice hanno riportato in vita i Delirium trentadue anni dopo il loro scioglimento avvenuto nel 1975: con un nuovo bassista (Fabio Chighini) ed un nuovo chitarrista (Roberto Solinas), i Delirium sanciscono la propria reunion con disco dal vivo "Vibrazioni Notturne" che, registrato durante i concerti dell'estate scorsa, presenta alcuni dei loro classici rivitalizzati, un brano inedito (“Notte a Bagdad”), alcune covers dei Jethro Tull (‘Bourée’ e ‘Living in the past’) nonchè una strepitosa versione di "With a little help from my friends" del Joe Cocker di Woodstock . Ci spiega l'Arquatese Ettore Vigo: "Inizialmente non pensavamo di incidere nuove cose, ma semplicemente di rivisitare le “vecchie” e farle sentire a chi non le conosce e a chi si è dimenticato di noi. Poi sono arrivati gli “angeli” della Black Widow, Massimo Pino e Alberto, e con il loro entusiasmo contagioso ci hanno convinti a "riaprire i nostri cassetti". L’ingresso dei due nuovi elementi Fabio Chighini e Roberto Solinas, ha portato nel gruppo nuove idee e freschezza negli arrangiamenti. I Delirium sono inoltre tornati perché consapevoli della presenza di giovani amanti e discepoli del prog, una nicchia che grazie a internet si scopre essere sempre più affollata , anche grazie ad etichette come la Black Widow che promuove vari generi musicali come progressive, hard rock, new wave, ecc…". Con l'etichetta Black Window Vigo, Di Santo, Grice, Solinas e Chigini stanno attualmente lavorando ad un nuovo album di prossima uscita, che ricorderà i Delirium più familiari al pubblico, con molto sax e molto flauto, ma che presenterà anche interessanti novità negli arrangiamenti e nelle armonizzazioni. Riporto qui di seguito il resto dell'intervista al tastierista Ettore Vigo: -Raffaele Merlo: Come procedono i lavori per il nuovo album? Ho letto che dovrebbe essere ultimato a breve… -Ettore Vigo: Sì è vero...l'album sarà di stampo prog, ma con varie impostazioni: spazierà dal jazz rock al blues e presenterà altresì molte armonie classicheggianti. Siamo molto soddisfatti e ti confesso anche un po’meravigliati di quello che sta uscendo...senza voler peccare di "presunzione"! -R.M.: Per te cosa significa “prog”? -E.V.: Negli anni '70 questo termine non esisteva, quel tipo di musica veniva definito: pop, pop-jazz, jazz-rock ecc. -R.M.: Secondo te cosa spinge i giovani di oggi a riscoprire il rock progressivo degli anni '70? -E.V.: Diciamo che gli anni 60 - 70 hanno da sempre fatto scuola e, superata una fase (a mio avviso per certi aspetti negativa) che va dagli anni '80 ai primi anni '90, si è finalmente ripreso -R.M.: Nei tardi anni ‘90, durante le interviste, alcuni gruppi del cosiddetto panorama prog metal usavano spesso citare gruppi come King Crimson, Genesis, Yes, Jethro Tull ecc. Ritieni che questi artisti (oltre naturalmente a Internet, come tu stesso fai notare) possano aver in qualche modo promosso il processo di riscoperta e rinascita cui stiamo assistendo ora? -E.V.: Sicuramente si...! Se ascolti le "confessioni" dei vari gruppi metal, hard-rock ecc... tutti quanti in qualche modo nominano o comunque devono qualcosa a tali bands...Ad esempio prova solo ad ascoltare i Muse...con la mente vai comunque agli anni '70! Naturalmente le sonorità di oggi sono più curate grazie alle nuove tecnologie...ma le armonie e le melodie sono quelle... -R.M.: La musica progressiva sembra non avere confini: influenze che vanno dal folk acustico al rock più “robusto”, dalla musica classica al jazz senza peraltro disdegnare le innovazioni tecnologiche e le nuove sonorità…Il vostro modo di suonare è cambiato negli anni? -E.V.: La nostra musica si è arricchita di spontaneità , portata dall'esperienza. Le sonorità sono le stesse ma prodotte da tecnologie attuali (ad es. organo hammond virtuale, ovvero software B4). -R.M.: Cosa consiglieresti ai giovani musicisti che sognano di ottenere le sonorità tipiche del prog anni '70? -E.V.: Oggi esistono vintage virtuali ottimi che possono riprodurre fedelmente mellotron, moog , piano fender, hammond ecc.. Personalmente li consiglio (per praticità naturalmente) anche se ovviamente poter disporre "realmente" di tutti quegli stumenti sarebbe bello quanto costoso! I delirium si esibiranno il 20 maggio al Thunder Road di Codevilla (PV). Per ulteriori informazioni sul loro tour e sull’album in uscita consultare il sito internet www.idelirium.it e il loro myspace: http://www.myspace.com/deliriumitaly Raffaele Merlo |
Post n°105 pubblicato il 03 Maggio 2007 da PsychoMusic
Il "Gruppo Provvisorio" e' composto da sette elementi appartenenti a due generazioni diverse, ma accomunati dalla passione per la buona musica: Fabio Zoppellaro e Piero Baratta al sintetizzatore e alle tastiere, Micke Milazzo alla batteria, Piero Stefanetti al basso, Walter Scaglione alla chitarra solista, Marco Pizzo alla ritmica e alla voce affiancato da Cindy. Raffaele Merlo |
Post n°96 pubblicato il 14 Aprile 2007 da PsychoMusic
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Post n°93 pubblicato il 12 Aprile 2007 da PsychoMusic
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Post n°86 pubblicato il 05 Aprile 2007 da PsychoMusic
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Post n°80 pubblicato il 14 Marzo 2007 da PsychoMusic
La band è composta da sei musicisti (voce, due chitarre, basso, batteria e tastiere) che hanno individualmente maturato negli anni esperienze artistiche diverse, dal vivo ed in studio. Il repertorio è costituito dai grandi successi internazionali partendo da gruppi storici quali: Deep Purple, Aerosmith, U2, fino ad arrivare ai nostri giorni con brani dei Red Hot Chili Peppers, Green Day, Gary Moore, Hoobastank, Incubus, Velvet Revolver, Jet, Puddle of Mudd e molti altri. Naturalmente non viene trascurato il panorama italiano proponendo brani di autori come ad esempio Timoria e Negrita. I brani vengono proposti con arrangiamenti originali di grande impatto sonoro, influenzati dal gusto e dallo stile dei musicisti. L'energia e il "feel" caratterizzano il suono della band e si riflettono sul pubblico ad ogni loro esibizione. Anche il repertorio acustico o soft rock, come meglio amano definirlo, non è stato trascurato cercando di creare una situazione più “intima” ma non meno coinvolgente. Curriculum componenti Band : Fabrizio Palmazio (voce) : Inizia la sua carriera artistica nel 1984 esordendo in una rock band locale formata in prevalenza da amici di infanzia, con la quale partecipa alle fasi finali di Rock targato Italia, per poi unirsi nel 1995 ai Sottosopra , band di ispirazione rock con cui lavora per i successivi quattro anni, al fianco di Beppe Amato (chit. Pierangelo Bertoli) esibendosi in numerosi clubs del nord Italia. Nel 1999, nascono gli Appaloosa dall’incontro di alcuni vecchi amici con diverse esperienze musicali alle spalle, il feeling è immediato e la voglia di suonare e di divertirsi contribuisce a fare il resto. Nel corso del 2004 tra gli altri ha avuto il privilegio di cantare in concerto al fianco di Paolo Costa e Lele Melotti (Baglioni, Zero, Renga, Vasco ecc.) Roberto Zucconi (basso) : Inizia a suonare il basso nel 1985 con numerosi amici i così detti “musicisti da cantina” prendendo gradualmente confidenza con lo strumento e maturando numerose esperienze Live con vari gruppi della zona. Nel 1992 entra a far parte del gruppo “Nero a Metà” nato a Voghera alcuni anni prima come Musica & Company, cover band molto attiva a quei tempi, suonando in numerosi locali della provincia di Pavia ed Alessandria. Nel 1999, insieme al cantante Fabrizio, al chitarrista Bicio ed al batterista Valter nascono gli Appaloosa. Alberto Penza (tastiere, cori) : Dopo i consueti studi classici per pianoforte e organo nel 1988 inizia l'avvicinamento alle tastiere elettroniche - synth . Un periodo di piano-bar e di sperimentazione per poi passare a collaborare con varie band locali ripercorrendo il rock e il pop progressivo italiano degli anni 70 - 80 e 90. Verso la fine dell'anno 2000 entra a far parte degli "Appaloosa" con i quali tuttora collabora . Massimo Grecchi (batteria, percussioni, cori) : Batterista dall'età di 16 anni, si diploma presso il C.P.M. di Milano sotto la guida del Maestro Christian Meyer affinando successivamente le sue doti con il compianto caposcuola Enrico Lucchini e con Paolo Pellegatti. Partecipa e vince, nell'anno 2000, al Concorso Nazionale Nuovi Talenti Jazz indetto dal Luisiana Jazz Club di Genova e al Festival Jazz and Blues di Pescara. Dall’anno 2005 è batterista nell'organico degli Appaloosa e questo è indice di una vera duttilità che gli consente di spaziare nei diversi generi musicali. Raffaele Merlo (chitarra) : Chitarrista eclettico e versatile ha incominciato lo studio della chitarra elettrica e acustica (fingerpicking) da autodidatta e poi dal jazzista Fabio Marengo. Milita in vari gruppi rock della zona come chitarra solista prima di approdare alla Toyboys Blues Band di Carlo Casalgrandi con la quale vince il premio come migliore cover-band della provincia. Fra le sue collaborazioni partecipa come chitarra solista alla composizione di vari brani per il secondo disco del gruppo Power/Progressive Metal dei Morgana oltre a partecipare a varie serate live, per non tradire la sua anima rock/blues con Fabio Marengo, Pesce, Bernini ecc. Nell’anno 2004/2005 viene contattato da Massimo Grecchi (vedi curriculum) che lo chiama con sè ad affiancare il chitarrista Beppe Amato (Pierangelo Bertoli, turnista ecc.) in una embrionale line-up di quelli che poi saranno i nuovi Appaloosa. Alessandro Balladore (chitarra) : Studia al CPM (Centro Professione Musica) di Milano ed in seguito con Steve Grossman (sassofonista di Miles Davis), Riccardo Bianchi e Mark Harris. Approfondisce la propria preparazione della musica classica, conseguendo la licenza di teoria e solfeggio. Prosegue con gli studi di composizione sotto la guida del prof. Danilo Macchioni, docente di lettura della partitura presso il conservatorio G. Verdi di Milano e sostiene successivamente l'esame di composizione presso il conservatorio Nicolini di Piacenza. Importanti anche le collaborazioni con diverse note "cover band" del nord italia tra le quali "Cronaca" e "Ritmi Urbani". Partecipa anche con successo al concorso "Alessandria Wave" con la formazione Hip-Hop Fun"K" Joint. Dal 2005 entra a far parte degli Appaloosa con alcuni dei quali era già amico di vecchia data. Possediamo la seguente strumentazione: Strumentazione personale dei singoli musicisti con relativi sistemi di amplificazione ed un impianto audio e luci adatto a locali di media grandezza. |
Post n°77 pubblicato il 05 Marzo 2007 da PsychoMusic
Scala - Successione di suoni congiunti disposti nell’ambito di un’ottava secondo criteri intervallari che variano spesso a seconda dell’epoca o della civiltà di origine. La musica occidentale si fonda perlopiù sulla scala temperata in cui l’intervallo di ottava è diviso in 12 semitoni cromatici uguali. Questo sistema codificato semplificò ulteriormente i precedenti modelli teorici anche per il venir meno negli anni, perlomeno ad un livello pratico, della distinzione tra gli accidenti diesis (#) e bemolle (b), ovvero tra un semitono diatonico (do#→re) e un semitono cromatico (reb→re). Attualmente su uno strumento temperato do# e reb coincidono (nella chitarra i semitoni sono ottenuti suddividendo la tastiera con una serie di barrette metalliche chiamate tasti). Questa notevole semplificazione ha permesso una marcata evoluzione nel linguaggio musicale: mentre la scala cromatica verrà utilizzata sistematicamente perlopiù nella musica dodecafonica, la scala diatonica-eptafonica (7 suoni, do re mi fa sol la si do) non è mai stata messa seriamente in discussione nonostante varie sperimentazioni sui microintervalli ecc. (…). Una scala è quindi una serie di note selezionate fra le 12 convenzionalmente possibili all’interno di un’ottava e viene utilizzata per la costruzione di linee melodiche o di accordi; essa potrà quindi avere un massimo di 12 suoni (scala cromatica), 7 nel caso della scala diatonica maggiore. La scala diatonica di Do maggiore (detta anche naturale o fondamentale) rappresenta il modello di tutte le scale maggiori del sistema tonale. A partire da una qualsiasi nota è possibile costruire una scala maggiore usando come riferimento la sequenza di intervalli della scala fondamentale. Una qualsiasi scala diatonica maggiore ne presenterà sempre il medesimo susseguirsi di toni e semitoni: TTSTTTS (ovvero 2T 1ST 3T 1ST). Gradi - Le note della scala ne costituiscono i gradi e sono indicati da numeri romani (I, II, III, IV, V, VI, VII,VIII). La prima nota della scala è il primo grado, detto anche tonica, e rappresenta il centro tonale della scala. Sulla tonica convergono le altre note della scala. La nota al primo grado della scala dà il nome alla scala stessa. Nel caso della scala diatonica Maggiore do rappresenta il primo grado, re il secondo, mi il terzo ecc. Ogni grado della scala ha anche un nome di origine greca: Tonica (I), Sopratonica (II), Mediante (III), Sottodominante (IV), Dominante (V), Sopradominante (VI), Sensibile (VII), Ottava (VIII). Intervalli - Si chiama intervallo la distanza (cioè la differenza in altezza) tra due note qualsiasi. Un intervallo di quinta è una distanza di cinque note, un intervallo di quarta è una distanza di quattro note e così via. Si contano sia la nota di partenza che la nota di arrivo: la quinta del do è il sol, la quarta del do è fa, ecc... L'intervallo di ottava è la prima nota della scala suonata ad una distanza di otto note, esattamente ad una frequenza doppia. Con riferimento alla tastiera della chitarra, tra do e mib si contano 3 tasti (3 semitoni ovvero un tono e mezzo): l'intervallo di terza minore è quindi caratterizzato da una distanza di un tono e mezzo. Con questo riferimento si può individuare la terza minore rispetto ad una qualsiasi nota: ad esempio la terza minore del SOL di trova contando da SOL un tono e mezzo, ottenendo quindi un SIb, che è quindi la terza minore del SOL. Un intervallo può essere armonico se le due note sono suonate simultaneamente, melodico se sono suonate in successione. Tonalità - La tonalità coincide con l'insieme delle 7 note di una scala che inizia da una qualsiasi nota e, proseguendo per intervalli di toni o semitoni secondo il modello TTSTTTS, raggiunge l'ottava della nota iniziale. La prima nota dà il nome sia alla scala che alla tonalità. E' importante ricordare che la scala diatonica maggiore (detta anche fondamentale) è il modello da usare per trovare le 7 note di una qualsiasi tonalità (…). Modi della scala Maggiore - Se si suona la scala fondamentale a partire da un qualsiasi grado diverso dal primo fino a raggiungere la relativa ottava dello stesso, si ottiene una scala composta dalle stesse 7 note della tonalità, ma a intervalli differenti. Ogni scala così prodotta si caratterizza dalle altre nella sequenza di intervalli. Le sette scale appartenenti ad una tonalità sono chiamate modi o scale modali, e sono identificate dal primo al settimo grado con un nome greco: (I) Ionico, (II) Dorico, (III) Frigio, (IV) Lidio, (V) Misolidio, (VI) Eolio, (VII) Locrio. In ogni scala modale la tonica coincide il grado della scala fondamentale da cui parte, pertanto ogni modo è indicato anche dal relativo numero romano che sta ad indicare la nota di partenza dalla scala fondamentale. Le scale sono maggiori o minori sulla base dell’intervallo di terza. Per modo si intende quale delle note della scala è considerata quella di partenza o tonica; ogni scala ha perciò tanti modi per quante sono le sue note. Partire da un punto diverso significa modificare l’ordine della successione intervallare, di conseguenza anche i gradi costitutivi ed il responso sonoro. I modi delle scale non sono da confondere con le trasposizioni in quanto queste devono avvenire senza modificare la sequenza intervallare. I sette modi derivati dalla scala maggiore, denominati anche scale modali, presentano la medesima successione intervallare, anche se disposta in modo diverso rispetto alla tonica. Questo significa che se estendiamo le scale su più ottave, avremo su tutte la stessa successione intervallare originale ripetitiva 2-2-1-2-2-2-1 (TTSTTTS). Modalità - Il modo stesso di essere di una scala in base alla particolare disposizione dei gradi al suo interno. Nel sistema teorico moderno le modalità sono due: Maggiore e minore. Per esser tale una scala maggiore deve conformarsi al modello della scala di do maggiore: do re mi fa sol la si do (ovvero 2T 1ST 3T 1ST). Una scala minore (naturale) deve essere invece conforme al modello della scala di la minore naturale: la si do re mi fa sol la (ovvero 1T 1ST 2T 1ST 2T). Le scale eptafoniche possono essere suddivise in due modi principali denominati modi maggiori e modi minori. Il modo dipende dall’intervallo fra il I e il III grado, se ci sono quattro semitoni (3ª maggiore) la scala è maggiore, mentre se i semitoni sono tre (3ª minore) la scala è minore. Fra le sette scale modali tre sono maggiori (modo ionico, lidio e misolidio), le altre quattro sono minori. Per ragioni di semplificazione le scale modali son stato limitate in due fondamentali: la scala maggiore (corrispondente al modo Ionico) e la scala minore naturale corrispondente al modo Eolio. Se consideriamo il La come fondamentale la scala ha le stesse note della scala maggiore di Do. Se trasportiamo la scala di La minore in Do otteniamo la scala di Do minore, la quale differisce dalla maggiore per la 3ªb, 6ªb e 7ªb. Armonia - Disciplina della teoria musicale che sovrintende alla formazione e alla classificazione di accordi, ne regola l’impiego nel sistema tonale (tonalità) e il concatenamento (…). |
Post n°76 pubblicato il 04 Marzo 2007 da PsychoMusic
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