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VITA

Post n°530 pubblicato il 10 Febbraio 2009 da franz321974

Questa e una mia risposta  a una persona su un forum riguardo al caso Eluna,  io penso di aver scritto cose giuste, comunque può essere un modo per confrontarsi nel mio blog.


Ti rispondo ancora ma solo a scopo riflessivo e di confronto logicamente nessuno ha mai messo in dubbio che l'accanimento terapeutico di per se è negativo, infatti, imporre il dolore fisico ha una persona per farla vivere va contro il concetto di vita e di libertà.
Il problema e che quando una persona non ha la coscienza di poter decidere e non c'è un accanimento per farla vivere, stiamo in ogni modo parlando di vita, e penso che nessuno può decidere per lui.
Quando invece una persona può decidere, abbiamo di fronte una persona che e capace di intendere e di volere paragonabile ad un depresso che apparentemente potrebbe vivere una vita normale, io so cosa significa mi sono curato e fortunatamente sono guarito.
Penso che permettere o agevolare una persona razionale a potersi togliere la vita e un atto che va contro un’intera comunità, perché si legalizza ad andare contro quello che in natura per un essere vivente sano, in maniera consapevole o inconsapevole continuamente cerca, ossia la vita,  ce n’accorgiamo quando abbiamo l’influenza  come il nostro corpo autonomamente risponde.
Poi l'esempio che mi porti tu alla fine, non contraddice quello che ho esposto in precedenza perché una persona che vuole che non sia staccata la spina esprime una sua libertà che e nel diritto di uno stato civile ossia di vivere,che non può essere intralciata dalla libertà dei suoi cari che non sono felici a vederlo cosi.
Poi ogni giorno io vivo perché c'è uno stato che mi permette di vivere, ad esempio stabilendo delle regole il fatto che in strada tutti con l'auto vadano a destra mi permette di non compiere incidenti e non solo, anche perché ci sono altri uomini che desiderano la vita se no magari tanti andrebbero contromano, e non solo, perché io degli altri mi fido, può sembrare strano, ma ogni giorno scommettiamo nella fiducia dell'altro, anche quando mangiamo un panino.
Allora mi domando e razionale e logico che ad un certo punto della vita io posso invertire l'ingranaggio e dire ad un uomo scusa, mi potresti far morire? O ad una comunità che ha costruito tante regole che mi hanno permesso di vivere di dire scusate mi potete fare morire? O alla natura stessa che con il suo ciclo naturale è tutta protesa continuamente a rigenerarsi.
In sostanza e razionale e logico chiedere la morte a chi per un’intera vita ha cercato di farmi vivere ed e giusto che una persona invece si prenda la responsabilità di dire sì io lo posso fare perché sono tuo padre o chi sia, ho il diritto di decidere per tutti che tu muori? Quando tutti hanno contribuito per la vita di quella persona.
In sostanza personalmente non mi sento figlio solo dei miei genitori, ma figlio di un mistero, figlio di un mondo e di un’origine indefinita di nome Dio che mi ha voluto, e di tante variabili che mi permettono di vivere e tra questi c'è anche l'uomo che ogni giorno mi permette di vivere.

 
 
 
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