Non vedeva lontano perché si ostinava a voler guardare le cose troppo da vicino. [...] Un esempio di questo genere di errore possiamo riscontrarlo nell'osservazione dei corpi celesti. Quando si dà un'occhiata a una stella, guardandola con la coda dell'occhio, con la parte più esterna della retina (la più sensibile alla luce debole), possiamo vedere la stella distintamente, cogliendone adeguatamente la luminosità che si attenua a mano a mano che volgiamo lo sguardo pienamente su di essa. A questo punti, infatti, l'occhio è investito da un gran numero di raggi luminosi, mentre alla prima occhiata si ha una più raffinata capacità di percezione. La troppa profondità condiziona il pensiero e ci rende perplessi, mentre una osservazione troppo prolungata, troppo concentrata o troppo diretta può fare svanire dal firmamento persino Venere.
(E.A. Poe)
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Rebecca III
Post n°14 pubblicato il 12 Ottobre 2015 da Quaaalude
Un giorno, uno di quelle estati che si avviano al tramonto, Miguel stava scarrozzando Rebecca in giro quando notarono Loic sul ciglio della strada che procedeva pensieroso in direzione del paese. Il rivenditore di automobili fece finta di investirlo passandogli a pochi centimetri dal ginocchio, poi lo caricarono e il ragazzo salì sul sedile posteriore. Loic conosceva appena Miguel e sentì subito il sangue ribollirgli quando lo vide con noncuranza mettere la mano destra lungo la gamba di Rebecca. Odio e Passione avvamparono le gote del giovane. Sapeva che la donna d'abitudine non portava mutandine, e già immaginava la zampa di quell'uomo risalirla fino alla coscia e impregnarsi dei sapori di sorgo selvatico della sua fica. Contro la sua volontà si accorse di avere un'erezione, e quasi senza pensarci allungò la mano fino al seno di Rebecca, finendo con il circonluderlo tutto. Miguel osservava perplesso ma non mollava la mano dal framezzo delle cosce e chi ci guadagnava completamente in quel momento era proprio la donna, sedotta da due maschi sopra una comoda automobile. "Andiamo a trovare il tuo Ettore?" Fece a un certo punto il rivenditore di automobili puntando il dito in direzione opposta al loro procedere. Loic ebbe un colpo al cuore misto a un senso di sollievo. Dunque Miguel sapeva dell'esistenza dell'altro individuo e non ne sembrava scosso in modo particolare. "Sì" ebbe il tempo di sussurrare Rebecca mentre le mani dei maschi si staccavano da Lei, con suo sommo dispiacere. Procedettero per alcuni chilometri quasi in silenzio. Il ragazzo era un tipo silenzioso e l'uomo aveva acceso la radio a tutto volume, quasi per impedire il corso delle parole e ogni possibile conversazione. Loic, nel frattempo, osservava da dietro la figura della donna e, come sempre gli accadeva, ne rimaneva abbagliato e scosso. Lei aveva sollevato la gonna dal culo e adesso stava con la pelle a contatto del sedile. Di certo con la fica fradicia e il buco del sedere cosparso di goccioline di tiepido sudore. Loic si accorse di stare avvampando abbondantemente e abbassò del tutto il finestrino posteriore. La donna si voltò e lo impalmò con uno sguardo fiammeggiante mentre lasciava scorrere, non vista da Miguel, la mano sopra il tessuto inguinale tesissimo del ragazzo. Poi si girò di scatto e lasciò il profumo di epidermide accaldata riempire l'abitacolo della vettura. Andarono avanti così per parecchi chilometri e l'auto sembrava una navicella spaziale che attraversa, nel rientro a terra, la troposfera e viene sottoposta a temperature formidabili, sino al limite della liquefazione. (continua) |
Inviato da: cassetta2
il 12/07/2020 alle 18:16
Inviato da: MerveOrhun
il 15/09/2016 alle 18:41
Inviato da: legrillonnoirdestael
il 02/10/2015 alle 19:42
Inviato da: Quaaalude
il 09/07/2014 alle 18:30
Inviato da: Quaaalude
il 09/07/2014 alle 18:30