Non vedeva lontano perché si ostinava a voler guardare le cose troppo da vicino. [...] Un esempio di questo genere di errore possiamo riscontrarlo nell'osservazione dei corpi celesti. Quando si dà un'occhiata a una stella, guardandola con la coda dell'occhio, con la parte più esterna della retina (la più sensibile alla luce debole), possiamo vedere la stella distintamente, cogliendone adeguatamente la luminosità che si attenua a mano a mano che volgiamo lo sguardo pienamente su di essa. A questo punti, infatti, l'occhio è investito da un gran numero di raggi luminosi, mentre alla prima occhiata si ha una più raffinata capacità di percezione. La troppa profondità condiziona il pensiero e ci rende perplessi, mentre una osservazione troppo prolungata, troppo concentrata o troppo diretta può fare svanire dal firmamento persino Venere.
(E.A. Poe)
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Rebecca IV
Post n°15 pubblicato il 20 Ottobre 2015 da Quaaalude
Ettore lavorava 150 chilometri più a sud e Loro li divorarono sulla macchina sportiva di Miguel, fino ad arrivare nel cortile del supermercato da dove il giovane, tra poco, avrebbe staccato. Aspettarono tesi in macchina, con Loic che non riusciva a staccare gli occhi dalla languida ombrosità di Rebecca, le sue curve al latte rappreso. Finalmente la figura riconoscibile di Ettore abbandonò l'uscita del posto di lavoro e si avviò, elastica ma pensierosa verso il proprio motorino. Miguel aprì la portiera e torreggiò, malgrado la sua scarsa statura, insieme alle parole: "Dove stai andando? Ti abbiamo portato il filo delle tue riflessioni." E indicò dentro l'abitacolo, dove Rebecca aveva spalancato le gambe e gli lasciava intravvedere una buona fetta di paradiso. Ettore rinculò, poi fissò cupamente Loic, che, nel retro dell'automobile si detergeva la fronte del sudore e gli ricambiava uno sguardo d'odio. "Monta su che c'è posto." Gli sorrise il rivenditore di automobili. "Non posso lasciare il motorino qui dentro." "Che Te ne frega? Lo recupererai domani. Lo carichi nel bagagliaio." Il giovane si lascò convincere, e tutti e quattro ripartirono verso una destinazione ignota. Fu all'altezza dell'hotel Maier che Loic agitò da dietro le mani e fece cenno di accostare. "Ci prendiamo una stanza in quel rudere. Nessuno fa domande. Ci lasceranno accedere." gli altri tre furono d'accordo e Loic poteva vedere la bava di godimento colare dagli occhi scuri di Rebecca. Avere una stanza fu semplicissimo. Nessuno fece domande e pagarono abbondantemente per quella stamberga. Quando furono nella camera doppia istintivamente i tre uomini circondarono Rebecca; ma Lei Li fece prima spogliare nudi e riempire la vasca che troneggiava in bagno. E così furono, spogliati e con tre vistose erezioni in vista. La donna fissò Loic, che era più nervoso degli altri e quasi scontento di essere in tiro. Gli prese il cazzo robusto e lo leccò sui bordi fino ad estenderlo completamente. Nel frattempo menava le altre due verghe e toccava i sederi di Miguel ed Ettore. Lei indossava un vestitino che gli celava a malapena seno e culo mentre le gambe erano fasciate da delle parigine viola. Con i piedini ancora calzati fece sedere Ettore e Loic su due sedie. Iniziò a calpestargli delicatamente i membri dopo essersi issata e avere affidato una gamba a un partner e la sinistra all'altro. Miguel era salito su un'altra sedia e Le leccava con ferocia gli enormi capezzoli. (Continua) |
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il 12/07/2020 alle 18:16
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il 15/09/2016 alle 18:41
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il 02/10/2015 alle 19:42
Inviato da: Quaaalude
il 09/07/2014 alle 18:30
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