Non vedeva lontano perché si ostinava a voler guardare le cose troppo da vicino. [...] Un esempio di questo genere di errore possiamo riscontrarlo nell'osservazione dei corpi celesti. Quando si dà un'occhiata a una stella, guardandola con la coda dell'occhio, con la parte più esterna della retina (la più sensibile alla luce debole), possiamo vedere la stella distintamente, cogliendone adeguatamente la luminosità che si attenua a mano a mano che volgiamo lo sguardo pienamente su di essa. A questo punti, infatti, l'occhio è investito da un gran numero di raggi luminosi, mentre alla prima occhiata si ha una più raffinata capacità di percezione. La troppa profondità condiziona il pensiero e ci rende perplessi, mentre una osservazione troppo prolungata, troppo concentrata o troppo diretta può fare svanire dal firmamento persino Venere.
(E.A. Poe)
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Rebecca X
Post n°20 pubblicato il 09 Novembre 2016 da Quaaalude
Non si accorsero che da parecchi angoli del tempio giovani virgulti d'uomini li stavano spiando da tempo. Monaci poco più che adolescenti sfregavano con la mano sinistra le loro potenti cappelle, sollecitavano i gonfi coglioni e i lunghi batacchi con la mano destra. fu quando Rebecca e Owei ebbero abbastanza dal discutere di massimi sistemi e si appresta vano a riprendere l'amore che ombre nude sortirono dagli angoli tenebrosi. I giovani apprendisti della fede si erano liberati degli inutili panni, e spogliati come vermi vogliosi circondarono la donna e il maestro. Erano uno spettacolo. Corpi glabri e ben sviluppati facevano da cornice ad ammenicoli erotici spettacolari, tutti in ferma erezione e in attesa di calare su Rebecca. Questa si passò la lingua sulle labbra e prese per il piede uno dei giovanotti mentre Owei protestava vigorosamente. Ma non v'era niente da fare di fronte alla foia di quei demonietti in calore. La giovane attirò a sè il ragazzo e gli baciò una caviglia mentre con le unghie grattava le capaci palle, sollecitandole ulteriormente. Il maestro fu messo rapidamente da parte mentre i discepoli si posizionavano a semicerchio intorno alla coppia. Quest'ultima era già immersa nel piacere: Rebecca aveva spalancato la bocca e ingoiato il glande violaceo dell'adolescente, formando dei rumori osceni mentre lappava la superficie spugnosa. Era in ginocchio e venne rapidamente e nuovamente spogliato del drappo leggero che la copriva appena mentre mani virginali e vigorose le percorrevano i piccoli seni, le lunghe gambe e le grandi, gocciolanti labbra. Mentre la donna si dava da fare sull'asta poderosa del suo momentaneo compagno, il più piccolo fra i monaci decise di precedere i compagni e la mise, prendendola da dietro, in una posizione a ponte, in modo che mostrasse il culo ben tornito a tutta l'assemblea riunita. Questa visione scatenò il pandemonio. (Continua) |
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