Non vedeva lontano perché si ostinava a voler guardare le cose troppo da vicino. [...] Un esempio di questo genere di errore possiamo riscontrarlo nell'osservazione dei corpi celesti. Quando si dà un'occhiata a una stella, guardandola con la coda dell'occhio, con la parte più esterna della retina (la più sensibile alla luce debole), possiamo vedere la stella distintamente, cogliendone adeguatamente la luminosità che si attenua a mano a mano che volgiamo lo sguardo pienamente su di essa. A questo punti, infatti, l'occhio è investito da un gran numero di raggi luminosi, mentre alla prima occhiata si ha una più raffinata capacità di percezione. La troppa profondità condiziona il pensiero e ci rende perplessi, mentre una osservazione troppo prolungata, troppo concentrata o troppo diretta può fare svanire dal firmamento persino Venere.
(E.A. Poe)
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Rebecca IX
Post n°19 pubblicato il 23 Settembre 2016 da Quaaalude
Da quel giorno la guardò allontanarsi. Rebecca per Loic era diventata un ectoplasma, una presenza remota eppure vicina. Qualcuno da evocare nelle sere d'agosto, quando un temporale improvviso esplode sopra la testa e inonda la baracca di campagna nella quale Lui si sta masturbando furiosamente. Lei aveva preso il volo ed era approdata in un monastero buddhista zen sulle rive dell'Arno. La aveva accolto il monaco anziano. Un gagliardo ultrasessantenne con i pettorali ancora scolpiti sotto il leggerissimo vestito di seta. L'aveva fatta sedere sulle sue ginocchia e l'aveva convinta a sbottonarsi spiritualmente oltre che fisicamente. Quando era rimasta nuda, Lui, visibilmente scosso, l'aveva percorsa con un dito dal piede sinistro fino alla testa e aveva mormorato :"Davvero se v'è perfezione nella Rinuncia questa è la prova suprema!" E senza porre nel mezzo nessun indugio aveva accostato le porte di bambù ed era tornato verso la donna con una ben visibile, imponente erezione a sollevargli la veste. Lei aveva sorriso e aveva abbassato pudicamente il viso ma il Reverendo Owei glielo aveva sollevato dicendo che era assurdo nascondere al mondo una simile bellezza, evanescente certo, ma non per questo meno preziosa. Detto questo si era sbarazzato di tutti gli abiti e vestito solo del suo cazzo ben duro aveva toccato Rebecca sul didietro. Il reverendo padre aveva cominciato ad ansimare e a diventare rosso come la cresta di un gallinaccio mentre solcava la perfetta fessura delle natiche e l'attaccatura delle stesse al dorso. Poi si era chinato con in volto in fiamme e aveva iniziato a leccare il rugoso buchino del culo della donna mentre con la mano destra manteneva sollecito il suo piacere. Dopo avere saziato a volontà il proprio bizzarro desiderio si era seduto sulla terra spoglia nella posizione del loto e aveva imposto a Rebecca di sistemarsi sopra di Lui e di lasciare scorrere la verga già unta di sperma nel proprio canale anteriore. Lei così aveva fatto ben sapendo che quella era la Via che il sant'uomo Le stava indicando per la remissione dei propri peccati e per iniziare il giusto cammino sulla via della perfezione. Invero era stata sorpreso della robustezza del monaco e del suo infaticabile pigiare. Si sentiva come un tino d'uva splendidamente calcato da una dozzina di piedi, tanto forte era il procedere nella sua carne di Owei. Si era abbandonata fra le braccia del reverendo, che la sostenevano perché non avesse da soffrire alcun dolore durante il solido amplesso. Era andati avanti nell'altalena per diverso tempo finché (complice forse l'età del venerabile e la sua inevitabile debolezza alla lunga distanza) Lui Le si era riversato dentro con tutto il suo succo spremuto e L'aveva fatta singhiozzare dal godimento. Poi, concluso il congiungimento carnale, si erano messi a discutere della Sacra Dottrina. (Continua) |
Inviato da: cassetta2
il 31/10/2024 alle 16:28
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il 12/07/2020 alle 18:16
Inviato da: MerveOrhun
il 15/09/2016 alle 18:41
Inviato da: legrillonnoirdestael
il 02/10/2015 alle 19:42
Inviato da: Quaaalude
il 09/07/2014 alle 18:30